domenica 20 luglio 2025

Esperienze di vita.


            Alcune volte mi arrabbio quando non sembrano proprio riuscirmi certe operazioni che ho progettato nella mia testa; oppure nei momenti in cui tutto mi sembra che vada storto, e non trovo in nessun modo la maniera di far cambiare direzione a tutte le cose che ho di fronte. Poi arrivano davanti a me certi clienti che sono dei veri pignoli, ed hanno sempre da ridire persino se trovano una semplice mezza ditata di unto sulla carrozzeria della loro auto, come se fosse preziosa, e anche quelli che non vengono mai a riprendersi la macchina e a pagare la riparazione quando dovrebbero, e magari i loro macinini sono proprio di ingombro, visto che ogni sera devo metterli tutti all’interno della mia officina, dove non c’è mai troppo posto, considerato che non piace a nessuno che io lasci le auto all’esterno sulla strada, specialmente quelle mezze smontate per qualche manutenzione. Poi mi vengono di fronte a loro comodo con l’espressione più innocente che sia possibile, ed è lì che mi monta il nervoso, quando cercano subito di accampare delle giustificazioni che a me neanche interessano, ed io allora me ne sto fermo e in silenzio, senza guardarli, perché penso sia meglio così anche per loro, visto che poi sposto lo sguardo su Niocke, il mio aiutante, che sta con me e vede esattamente le stesse cose che vedo io, ma lui a differenza di tutti non se la prende mai di nulla, come se niente quasi lo riguardasse, ed allora penso ancora che devo contentarmi anch’io di quello che ho, e anche di quello che riesco a fare, e devo finirla una buona volta di lamentarmi e di sbuffare, perché ci sono persone che stanno molto peggio di me, e non dicono mai un bel niente, ed io alla mia bella età devo imparare a non prendermela, in nessun caso.

            Poi dico a Niocke: <<Adesso vai, il tuo orario per oggi è terminato, non devi restare qua per fare ancora chissà cosa>>, ed allora lui mi dà retta, si prepara, fa una doccia, si lava a lungo le mani, si toglie la tuta, si veste in maniera più ordinaria, ed io lo guardo e in qualche maniera sento di invidiarlo. <<Hai tutta la vita davanti a te>>, vorrei dirgli, <<anche se tutto per te è iniziato così in salita, col piede sbagliato, e poi senza colpe ti ritrovi a percorrere una strada che forse non hai neppure scelto da te fino alla fine>>. Niocke non dice niente, svolge le sue operazioni in silenzio, però ha capito che io gli voglio bene, ed anche se sono scorbutico sto sempre dalla sua parte, e che se una volta o l’altra avrà bisogno di una mano non sarò certo io quello pronto a tirarmi indietro. Quando va via mi fa un semplice cenno con la sua mano nera, ed io lo accompagno con lo sguardo, non dico niente, ma vorrei piangere per lui, per un mondo così sbagliato da sacrificare un tale bravo ragazzo pieno di buona volontà e di rispetto. Poi stringo qualche bullone, metto via le chiavi inglesi, riordino le tante cose sparse e gli utensili usati durante tutta la giornata. Bisognerebbe dare anche una spazzata al pavimento, ma non ho più voglia di fare niente adesso: lo dirò a Niocke domattina, di dare una pulita in giro, per far vedere ai clienti che noi ci teniamo al nostro luogo di lavoro.

            Quindi non mi resta che sistemare tutte le macchine dentro l’officina, senza neanche avviare il motore, semplicemente spingendole a mano una per volta, piazzandole una a ridosso dell’altra, proprio per creare un mosaico di carrozzerie quasi senza soluzione di continuità, fino a quando non riesco a chiudere a chiave le due serrande, e a dire basta, per oggi ho finito con il mio lavoro. Mentre torno a casa qualcuno per strada mi saluta, io faccio un piccolo cenno e tiro diritto. In molti dicono che sono uno scorbutico, ma io non credo sia del tutto così: ritengo non soltanto inutili certi orpelli che vedo in giro nei comportamenti tra le persone, ma addirittura dannosi; credo che tutte le cose vadano prese nella loro stretta essenzialità, senza cercare di renderle migliori o peggiori per un proprio tornaconto o per mostrare quanto si è capaci di apprezzare un elemento oppure l’altro. Sono sicuro che Niocke non avrà la vita facile mandando avanti le sue cose. Fino adesso i miei compaesani lo hanno quasi ignorato, immaginando che se ne sarebbe andato presto da qui, sparito chissà dove, di sua spontanea volontà. Ma lui è un osso duro e non molla facilmente: svolge il suo lavoro, dà confidenza a chi gli parla, e gli altri li lascia perdere, abbassa lo sguardo e prosegue con le sue cose, come se non esistessero. Prima o dopo darà fastidio anche questo suo comportamento, specialmente quando qualcuno inizierà a rendersi conto che si sta integrando, che con il tempo lui sta cambiando, che non è del tutto diverso anche da coloro che lo guardano ancora come un animale strano, e che forse dentro di sé trattiene un’esperienza di vita che nessuno di noi ha mai avuto, e che probabilmente soltanto parlando potrebbe insegnarci molte cose, proprio quelle che forse non sapremo mai.

 

            Brino Magnolfi

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