giovedì 6 novembre 2025

Forse domenica.


            Vorrei andarmene, penso, anche se in quel caso non avrei la più pallida idea verso dove sarebbe possibile dirigere le mie povere ossa. La sensazione più intensa che provo generalmente è quella di non essere esattamente allineato alle persone che mi circondano, e di non sentimi capace di tirare avanti le giornate come invece vedo fare molte volte da molti altri. Sono un pesce fuor d’acqua, penso spesso, e devo al più presto possibile trovare l’elemento in cui sentirmi maggiormente a mio agio. Mi fermo anche oggi come ogni giorno nel solito circolino a buttar giù qualche birra, e tutti i frequentatori di quel locale sembrano contenti ogni volta di ritrovarsi e di scambiare tra loro i soliti discorsi. Qualcuno poi mi saluta, un paio mi battono una mano sopra la spalla, c’è aria di allegria generalmente, come sempre, eppure io continuo a pensare che non sia il posto giusto dove dovrei fermarmi a perdere del tempo. Mi siedo al bancone e calo la testa tra le mie spalle, osservando qualcosa davanti a me, come a cercare di isolarmi dagli altri, anche se penso non dovrebbe essere il caso di mostrarsi scostante in un posto del genere. Quasi tutti parlano dei fatti propri, raccontando di qualche guaio accaduto, oppure di qualche insolito colpo di fortuna, quasi a voler comunque definire degli aspetti generalmente piuttosto lontani dalla grigia normalità della giornata. Nessuno fortunatamente mi chiede niente, perché in quel caso non saprei proprio che dire.    

            Sorseggio con calma la mia birra e sorrido leggermente quando qualcuno mi lancia un saluto, ma penso fortemente che non dovrei proprio essere qui in mezzo a tutti gli altri. <<Era un pezzo che non ti facevi vedere>>, dice invece Ilio mentre si siede al mio fianco sul proprio sgabello. <<Già>>, dico io mentre penso intensamente di non avere alcuna voglia di avviare una vera conversazione con lui, peraltro come con nessun altro. <<La prossima domenica pensavamo di andare in gruppo a pescare sul fiume>>, fa lui per vedere che cosa ne possa pensare io di quell’idea, ma resto immobile e faccio subito cadere quell’argomento nel silenzio limitandomi ad annuire e a sorridere leggermente. <<Non devi darmi una risposta adesso>>, insiste lui; <<puoi rifletterci con calma, ed anche se non hai l’attrezzatura adatta non ha alcuna importanza: qualcuno di noi può prestarti tranquillamente la canna e tutto il resto che serve>>. Lo guardo un momento mentre finisco il mio bicchiere di birra, poi dico: <<Ci penserò, magari mi prende davvero la voglia di aggiungermi a voi>>, dico con calma mentre penso che quella sia l’ultima cosa a cui mi va di pensare. Invece dentro di me inizia a girare l’idea di prendere un treno, magari proprio domenica, e di andarmene da qualche parte dove non sono mai stato, senza neppure preoccuparmi di spingermi troppo lontano da qui.

            <<A te non piace pescare, mi immagino>>, insiste ancora Ilio; <<però non è male se pensi che tutto quello che c’è da fare è starsene in silenzio ognuno per conto proprio ad osservare un filo che sbuca dall’acqua>>. Annuisco, penso che in un vuoto del genere probabilmente si possa aprire lo spazio per qualche scherzo, giusto per ridere un po’, ed io in quel caso non mi sentirei per niente a mio agio. In fondo quello che mi piace di più nel fermarmi in questa birreria è pensare che da domani in avanti posso non tornarci più neppure una volta, ed evitare accuratamente persino di passare ancora da queste parti. Ritengo di essere un tipo solitario, uno che se ne sta volentieri per conto proprio, e poi penso di non essere mai stato capace di spiegare il mio vero stato d’animo neppure a chi mi gira attorno. <<D’accordo>>, gli dico; <<ci rifletterò su>>, mentre penso che domenica potrei davvero salire su un treno e farmi portare dove i binari desiderano. Mi basta andarmene lontano da qui, penso, e non preoccuparmi per niente di ritornare indietro e di sentirmi legato ad un posto come questo.

            Non mi interessa per niente che Ilio si renda conto o meno di quello che possa girarmi dentro la testa: lui è il tipo di persona che cerca di fare qualche risata coi suoi amici, e magari inventare qualche scherzetto per poter ridere anche di più, e poi non si preoccupa certo di cosa possa passare dentro la testa di chi si trova di fronte. Me ne vado, penso, non trovo niente che mi trattenga davvero da queste parti, ed anche se non so immaginare un posto verso cui andare, un posto che possa piacermi, dove possa stare bene e a mio agio, è andarmene quello che mi tira più di ogni altra cosa, e sparire dalla vista di Ilio e degli altri, senza lasciare dietro di me alcuna spiegazione. Dovrei farlo davvero, penso, perché non c’è niente che mi leghi a questi paraggi, che mi trattenga dal fare quello che mi passa da un attimo all’altro dentro la testa. Poi pago la birra e mi alzo dallo sgabello. <<Potrei venire con voi>>, dico improvvisamente a Ilio. <<Magari, se non riesco a fare una certa cosa che ho in mente da un po’. In fondo, non ci trovo niente di male nel trascorrere una domenica a pesca>>.

 

            Bruno Magnolfi

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