Vorrei
andarmene, penso, anche se in quel caso non avrei la più pallida idea verso
dove sarebbe possibile dirigere le mie povere ossa. La sensazione più intensa
che provo generalmente è quella di non essere esattamente allineato alle
persone che mi circondano, e di non sentimi capace di tirare avanti le giornate
come invece vedo fare molte volte da molti altri. Sono un pesce fuor d’acqua,
penso spesso, e devo al più presto possibile trovare l’elemento in cui sentirmi
maggiormente a mio agio. Mi fermo anche oggi come ogni giorno nel solito
circolino a buttar giù qualche birra, e tutti i frequentatori di quel locale
sembrano contenti ogni volta di ritrovarsi e di scambiare tra loro i soliti
discorsi. Qualcuno poi mi saluta, un paio mi battono una mano sopra la spalla,
c’è aria di allegria generalmente, come sempre, eppure io continuo a pensare
che non sia il posto giusto dove dovrei fermarmi a perdere del tempo. Mi siedo al
bancone e calo la testa tra le mie spalle, osservando qualcosa davanti a me, come
a cercare di isolarmi dagli altri, anche se penso non dovrebbe essere il caso
di mostrarsi scostante in un posto del genere. Quasi tutti parlano dei fatti
propri, raccontando di qualche guaio accaduto, oppure di qualche insolito colpo
di fortuna, quasi a voler comunque definire degli aspetti generalmente piuttosto
lontani dalla grigia normalità della giornata. Nessuno fortunatamente mi chiede
niente, perché in quel caso non saprei proprio che dire.
Sorseggio
con calma la mia birra e sorrido leggermente quando qualcuno mi lancia un saluto,
ma penso fortemente che non dovrei proprio essere qui in mezzo a tutti gli
altri. <<Era un pezzo che non ti facevi vedere>>, dice invece Ilio
mentre si siede al mio fianco sul proprio sgabello. <<Già>>, dico
io mentre penso intensamente di non avere alcuna voglia di avviare una vera conversazione
con lui, peraltro come con nessun altro. <<La prossima domenica pensavamo
di andare in gruppo a pescare sul fiume>>, fa lui per vedere che cosa ne possa
pensare io di quell’idea, ma resto immobile e faccio subito cadere
quell’argomento nel silenzio limitandomi ad annuire e a sorridere leggermente.
<<Non devi darmi una risposta adesso>>, insiste lui; <<puoi
rifletterci con calma, ed anche se non hai l’attrezzatura adatta non ha alcuna
importanza: qualcuno di noi può prestarti tranquillamente la canna e tutto il
resto che serve>>. Lo guardo un momento mentre finisco il mio bicchiere
di birra, poi dico: <<Ci penserò, magari mi prende davvero la voglia di
aggiungermi a voi>>, dico con calma mentre penso che quella sia l’ultima
cosa a cui mi va di pensare. Invece dentro di me inizia a girare l’idea di
prendere un treno, magari proprio domenica, e di andarmene da qualche parte
dove non sono mai stato, senza neppure preoccuparmi di spingermi troppo lontano
da qui.
<<A
te non piace pescare, mi immagino>>, insiste ancora Ilio; <<però
non è male se pensi che tutto quello che c’è da fare è starsene in silenzio
ognuno per conto proprio ad osservare un filo che sbuca dall’acqua>>.
Annuisco, penso che in un vuoto del genere probabilmente si possa aprire lo
spazio per qualche scherzo, giusto per ridere un po’, ed io in quel caso non mi
sentirei per niente a mio agio. In fondo quello che mi piace di più nel
fermarmi in questa birreria è pensare che da domani in avanti posso non
tornarci più neppure una volta, ed evitare accuratamente persino di passare
ancora da queste parti. Ritengo di essere un tipo solitario, uno che se ne sta
volentieri per conto proprio, e poi penso di non essere mai stato capace di spiegare
il mio vero stato d’animo neppure a chi mi gira attorno. <<D’accordo>>,
gli dico; <<ci rifletterò su>>, mentre penso che domenica potrei
davvero salire su un treno e farmi portare dove i binari desiderano. Mi basta
andarmene lontano da qui, penso, e non preoccuparmi per niente di ritornare
indietro e di sentirmi legato ad un posto come questo.
Non mi
interessa per niente che Ilio si renda conto o meno di quello che possa girarmi
dentro la testa: lui è il tipo di persona che cerca di fare qualche risata coi
suoi amici, e magari inventare qualche scherzetto per poter ridere anche di
più, e poi non si preoccupa certo di cosa possa passare dentro la testa di chi
si trova di fronte. Me ne vado, penso, non trovo niente che mi trattenga
davvero da queste parti, ed anche se non so immaginare un posto verso cui
andare, un posto che possa piacermi, dove possa stare bene e a mio agio, è
andarmene quello che mi tira più di ogni altra cosa, e sparire dalla vista di
Ilio e degli altri, senza lasciare dietro di me alcuna spiegazione. Dovrei
farlo davvero, penso, perché non c’è niente che mi leghi a questi paraggi, che
mi trattenga dal fare quello che mi passa da un attimo all’altro dentro la
testa. Poi pago la birra e mi alzo dallo sgabello. <<Potrei venire con
voi>>, dico improvvisamente a Ilio. <<Magari, se non riesco a fare
una certa cosa che ho in mente da un po’. In fondo, non ci trovo niente di male
nel trascorrere una domenica a pesca>>.
Bruno
Magnolfi
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