<<Dobbiamo
rassegnarci>>, dicono alcuni; <<osservare le cose con un certo
distacco, e poi preoccuparci soltanto di mandare avanti le nostre giornate in
maniera individuale, senza mostrare mai alcuna pretesa diversa>>. Poco
per volta quindi io mi sono rassegnato, perché credo che comunque non ci sia
alcuna possibilità di riscatto per quello che ho cercato di essere con la mia
pretenziosa coerenza per certi ideali forse del tutto fuori dal tempo, e con la
mia assurda voglia di sentirmi più utile o magari anche attivo in un processo
di cambiamento in cui le persone come me sono sempre lontane dal sentirsi
capaci di stare all’interno dell’attualità, per quanto tutto possa mostrarsi in
una fase di sgretolamento, almeno agli occhi di alcuni. Certe volte dopo il
lavoro mi infilo in un caffè per uomini, dove si parla molto di cose leggere,
senza mostrare mai troppo impegno, e nelle poche occasioni quando ho provato a
dire qualcosa di diverso dagli altri, tutti intorno a me hanno abbassato lo
sguardo e la propria voce, come ad evidenziare il grave errore in cui stavo
cascando. <<Non pensare in questo modo>>, mi dicono loro;
<<così ti metterai sempre al margine delle cose migliori, e sarai
trattato come uno che non conta un bel niente>>. Annuisco, in questi
casi, poi torno nella mia casa dove vivo da solo, ed accendo la televisione,
tanto per distrarre i pensieri e riflettere su altro.
<<Abbiamo
inventato per voi un nuovo gioco stasera>>, dicono sempre dentro lo
schermo; <<perché è giusto lasciare le preoccupazioni a coloro che ci
dirigono, e concentrare la mente solo su distrazioni ed
intrattenimenti>>. Sorrido, anche se non sarei troppo d’accordo. Non
capisco però il motivo per cui mi trovo sempre polemico su quanto viene
proposto, ed anche se mi impegno ad osservare quei passatempi proposti, non mi
diverto poi molto, o almeno non come invece sembra proprio facciano tutti. Lo
so, lo capisco benissimo che in questa maniera tendo sempre di più ad isolarmi,
che con il mio modo di affrontare anche le cose comuni lascio che chi mi sta
attorno prenda le distanze da me, e magari rida alle mie spalle per la mia
pretesa di spiegare sempre ogni aspetto delle giornate che scorrono.
<<Lascia perdere>>, dicono persino i miei vicini di casa,
<<tanto non otterrai mai un bel niente nel proseguire ad incaponirti in
codeste riflessioni>>. Alla fine, mi ritrovo a stare in pace con tutti
soltanto quando sono da solo, quando posso pensare e mettere a punto anche con una
certa intensità ciò che mi sembra maggiormente adeguato, compreso il disaccordo
che medito continuamente nei confronti di ciò che sostengono gli altri.
<<Sei
strano>>, dicono a volte quelli; ed io, anche se in qualche occasione lo
reputo quasi un complimento, in altri momenti mi pare che questa sia soltanto
una maniera offensiva di trattare ogni mio comportamento, come se i miei
argomenti non avessero nessuna ragione per essere espressi, e solo il silenzio
fosse l’unico risultato plausibile per il mio modo di avvertire le cose. Allora
mi osservo intorno: <<Non hai nessuna possibilità>>, sembra che dicano
in molti, <<se non quella di accettare il punto di vista comune, ed
infine comportarti nella maniera di tutti, anche se qualcosa prosegue a ruotare
nella tua testa in maniera diversa. Con il tempo potrai migliorare, e poi
renderti conto che è meglio anche per te non avere delle opinioni diverse dal
pensare corrente>>. Mi sto convincendo, dico la verità, perché non posso
certo proseguire ancora per molto nel mandare avanti le mie giornate come fossi
una persona differente da tutti coloro che incontro, e che apparentemente sono
proprio come sono io, anche se non tentano neppure di avere un’opinione più
personale, come invece io troppo spesso cerco di fare. Credo che dovrei
annullare poco per volta il mio pensiero individuale, ed abbracciare quello
comune, anche se non sono per niente sicuro sia migliore del mio.
In certi
momenti mi ritrovo ad osservare le persone che frequentano, proprio come me,
questo caffè per soli uomini, e mi pare addirittura di non avere nessun
argomento da spartire con loro, tanto da sedermi ad un tavolino da solo ad
osservare semplicemente i passanti che camminano sopra il marciapiede di
fronte. Molto tempo addietro avevo spesso creduto che ogni opinione avesse la
possibilità di essere discussa e riflettuta tra quegli individui che tendono al
miglioramento costante della realtà, ma poco per volta mi sono dovuto
ricredere, fino al punto di immaginare un mondo sempre più statico, concentrato
sull’eliminazione costante dei dubbi e delle incertezze che nascono nella mente
di qualcuno quando non riesce ad accettare il proprio percorso assegnato.
<<Devi
andartene>>, mi diranno forse un giorno di questi; <<hai dimostrato
di non essere in grado di comprendere come tutto sia già stato deciso, e che la
tua opinione adesso non serve proprio a nessuno, se non a confondere le idee di
chi ormai ha già scelto, una buona volta, nel dimostrare il bisogno di ognuno di
noi di stare dalla parte vincente della maggioranza delle persone>>.
Bruno
Magnolfi
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