Nel paese
di Pian dei Fossi oramai non si parla d’altro. Persino la signora che va ad
acquistare il pane dal fornaio si sente in dovere di esclamare: <<Ma quei
Conti però, e chi se lo sarebbe aspettato da dei signori del genere un
comportamento tanto vile e meschino!>>. In molti ricordano certi periodi
della loro gioventù in cui sono andati a lavorare in quei filari per la
vendemmia, o per qualche altra raccolta nei frutteti di proprietà della
famiglia dei Tornassi. <<Paghe da fame e lavoro sodo per tutta la
giornata, queste erano le direttive>>. Alcuni però dicono subito che se
fosse stato ancora in vita il vecchio Conte tutto questo sicuramente non
sarebbe successo, e lui per nessun motivo possibile si sarebbe macchiato di
cose tanto basse. Altri già spiegano che la bramosia di soldi prima o dopo fa
compiere anche degli atti scellerati, e che tutto questo scandalo adesso getta
un’ombra di infamia su tutto il centro abitato vicino a quelle loro tenute. Poi
c’è anche chi si lascia andare in accuse coltivate dentro di sé da tutta una
vita, e che adesso sembrano aver trovato valida sponda nell’indicare nei Conti
Tornassi degli aguzzini privi di scrupolo, che neppure per un attimo hanno mai
pensato a fare del bene per gli abitanti di Pian dei Fossi, portando avanti
solo ed esclusivamente i propri interessi. Naturalmente c’è anche chi,
timidamente, cerca di opporre al pensiero corrente una qualche difesa per
l’operato di quella famiglia, ma presto viene redarguito e ridotto al silenzio.
Nella
vecchia osteria e nella piazza che si apre di fronte a lei, già si cerca comunque
di superare le voci di popolo, e qualcuno inizia a spiegare a voce alta di
“giustizia che deve fare il proprio corso”, e anche di “momento difficile un
po’ per tutti”, spalleggiando in qualche maniera le tante persone che
frequentano ancora il locale, magari alla fine del proprio turno di lavoro svolto
proprio presso gli orti intensivi e i frutteti dei Conti, che si ritrovano quindi
in una posizione difficile e antipatica. Toni Boi, passando accanto a quei
capannelli di individui impegnati a discutere e ad esternare le proprie idee,
ascolta con attenzione quei frammenti di discorso, e mentre qualcuno gli batte
una mano sulla spalla anche soltanto per alleggerire i propri argomenti, lui appare
serio, attento, impegnato nel formarsi le proprie idee indipendentemente da
quello che riflettono gli altri. Ha parlato con Nockie, ed ha saputo che da ora
in poi resterà a dormire nelle due stanze sopra l’officina, per cui loro due possono
riprendere le lezioni di lingua italiana in biblioteca già nei prossimi giorni,
o almeno appena ci sarà per l’apprendista meccanico un momento in più di tempo
libero. In questo periodo, comunque, il ragazzo è un po’ sotto pressione,
considerando che adesso in paese tutti sanno di lui e della sua vicenda, e
quindi passano volentieri dal suo luogo di lavoro con le proprie macchine,
anche soltanto per delle sciocchezze che non funzionano del tutto a dovere su
quei mezzi, e contemporaneamente curiosano sull’officina, conoscono di persona
il senegalese, e poi parlano un po’ col vecchio Aldo, costretto quasi sempre sopra
una sedia senza troppa possibilità di lavorare.
Anche qualcuno
dei ragazzi che giocano nella squadra di calcio è passato da lì a fargli una
visita, e nel vederlo con la sua tuta sporca d’olio e di grasso si è
congratulato con lui per il suo impegno e la determinazione che sta
dimostrando, considerato che molti nelle sue condizioni forse avrebbero già
chiuso con il paese di Pian dei Fossi, tornandosene rapidamente al Centro
Immigrati e cercando un altro luogo dove svolgere possibilmente un qualsiasi altro
mestiere. Anche Sara poi è passata da quelle parti con la sua amica Laura, ma
immaginando di essere d’impaccio per Nockie, e soprattutto pensando di metterlo
in imbarazzo con la propria presenza, si è limitata ad osservarlo da lontano,
mentre stava armeggiando sotto al cofano motore di un’Alfa Romeo. Lui poi si è
voltato, l’ha vista, ha sollevato una mano per salutarla e lei ha fatto subito
altrettanto, incoraggiandolo col suo sorriso. <<Andiamo via>>, ha
detto quindi lei alla sua amica, anche se ha sentito immediatamente salirle dal
profondo un brivido di commozione, come fosse qualcosa di difficilmente
controllabile. Ha già deciso che nella manifestazione della settimana seguente
lei sarà in prima fila, insieme a Nockie se vorrà partecipare, e non avrà alcun
timore nel mostrare a tutto il paese la propria opinione su quanto è accaduto nei
giorni passati e su quello che si augura dovrà essere il futuro per tutta la
cittadinanza. <<Un vero spartiacque>>, conferma sottovoce a Laura
mentre riprendono la loro passeggiata. <<Tutto si svolgerà quasi come all’interno
di una data storica, mostrando queste settimane divise nettamente da un prima
ed un dopo, e nessuno di noi, in seguito, potrà non ricordare questa giornata dedicata
ai migranti>>. Laura annuisce, sta vicina alla sua amica, e mai come in
questo momento ha sentito così importante stare convintamente al suo fianco.
Bruno
Magnolfi
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