Per
la seconda volta in poco tempo i Carabinieri, assieme alla Polizia Giudiziaria,
si sono recati nella giornata di oggi presso la villa di residenza dei Conti
Tornassi a presentare ufficialmente a loro dei documenti di una certa
importanza. Si tratta di una lettera protocollata dal Pubblico Ministero che
dichiara di aver iscritto sull’apposito registro degli indagati una notizia di
reato a carico dei tre fratelli, dando così inizio alle indagini preliminari a
margine dei fatti aggressivi nei confronti di un ragazzo minore senegalese,
fatti avvenuti recentemente nella giurisdizione del comune di Pian dei Fossi.
Alberto, il maggiore in età dei tre Conti, in rappresentanza della propria
famiglia, riceve le autorità nel salone del piano terra vicino all’ingresso, e
in presenza del proprio avvocato, presenza che indica la conoscenza anticipata
di quanto sta ora avvenendo, firma la ricevuta dell’avvenuta dichiarazione,
appoggiandosi ad un largo e pesante tavolo ligneo là presente, ma senza
invitare nessuno a sedersi, e tantomeno sedendosi lui stesso, come a voler
sbrigare la faccenda alla svelta ed appena con pochi atti essenziali. I
Carabinieri, rimasti un passo indietro, appaiono comunque tesi e seri in volto,
confermando con le proprie espressioni l’importanza di questo passo nei
confronti dei Conti e forse di tutta la cittadinanza di Pian dei Fossi. Lo
stesso Alberto viene contemporaneamente invitato, nel corso della settimana
seguente e alla necessaria presenza del proprio avvocato, presso le aule della
Polizia Giudiziaria del Capoluogo, per rispondere ad alcune domande di un
Ufficiale incaricato di dar inizio alle concrete investigazioni, anche in
presenza del Giudice per le Indagini Preliminari che per questo caso è stato
appena nominato dallo stesso PM. Si stabilisce così con precisione la data e
l’orario, e quindi le divise lasciano rapidamente la villa con un saluto formale.
Molti
in paese hanno notato immediatamente le due auto blu coi lampeggianti in
funzione che transitavano in direzione della residenza dei Tornassi, ed
altrettante persone hanno perfettamente compreso quanto le loro supposizioni
fossero decisamente fondate riguardo al coinvolgimento della famiglia più in
vista di tutta la zona, e forse addirittura della provincia, circa i fatti
legati al gesto abietto e razzista ai danni di Nockie, ragazzo di colore che
ormai tutti gli abitanti conoscono. Adesso che le cose hanno preso il loro giusto
avvio, in pochi riescono a supporre razionalmente che cosa potrà realmente
accadere: forse uno dei tre fratelli di casa Tornassi si accollerà l’intera
responsabilità di quanto avvenuto, lasciando agli altri due mano libera per
continuare a gestire le tenute coltivate a frutteti e ad orti intensivi. Oppure
saranno coinvolti in eguale misura tutt’e tre quei signori Conti, che in caso
di arresti domiciliari dovranno affidarsi completamente, almeno per la gestione
della manodopera stagionale, alle maestranze già presenti sulle loro proprietà.
Infine, potrebbero addirittura essere tutti scagionati dalle accuse mosse a
loro discapito, innalzando ancora di più il loro potere a veri signori della
zona, inattaccabili da qualsiasi indizio accusatorio, e quindi superiori persino
alla giustizia ordinaria. In tanti però tra i propri pensieri hanno già
condannato in contumacia i fratelli, ed alcuni tra coloro che si attendono di saperli
incriminati, non aspettano altro che vedere il loro nome finalmente gettato nel
fango, anche se nessuno si aspetta da questa giustizia che qualcuno della loro famiglia
sia realmente costretto a trascorrere anche solo una semplice giornata nelle
patrie galere, riservate come sempre è accaduto solamente a dei disgraziati
senza alcuna difesa.
La
governante di casa Tornassi, compresa la gravità degli eventi, è rimasta
immobilizzata e in silenzio per tutto il tempo dietro la porta del salone dove
si svolgevano i fatti, e adesso che il signor Alberto si trova da solo con
l’avvocato, che peraltro ha subito iniziato a prendere degli appunti forse per
impostare una doverosa difesa per il suo cliente, si sente in dovere di
chiedere con cortesia se ci sia semplicemente la necessità di un caffè, di una
tazza di tè, o di un liquore tra tutti quelli che vengono conservati all’interno
dei mobili preziosi disposti a parete. Il Conte Alberto si volta, la squadra un
momento, poi risponde con tono sprezzante: <<Non abbiamo bisogno di
niente, se non di una pausa di tranquillità>>. La governante si ritira in
fretta, comprende quale momento difficile sia questo per tutta la famiglia dei Tornassi,
ma in ogni caso capisce anche che il proverbiale riserbo del Conte sui propri affari
e sulle vicende che lo riguardano, vadano adesso a scontrarsi con i
pettegolezzi che indubbiamente si sono messi in moto e che continueranno
senz’altro a serpeggiare attorno alla sua persona, veicolati perlopiù esattamente
dal personale di servizio presso la propria dimora. Lei ora vorrebbe tanto dimostrare
la propria fedeltà nei confronti dei Conti, ma il pensiero del signor Alberto è
sicuramente quello di mettere tutti quanti i suoi dipendenti da una medesima
parte, come fossero identici nel loro pugnalare alle spalle chi ha fornito fino
ad oggi ad ognuno di essi la possibilità e l’onore di stare al proprio servizio.
<<Sono completamente da soli, adesso>>, pensa lei; <<Senza neppure
alcun sostegno morale>>.
Bruno
Magnolfi
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