domenica 12 ottobre 2025

Leve del potere.


            Le finestre della modesta sala dove si tengono generalmente le riunioni del Consiglio Comunale, al primo piano di quella costruzione, danno direttamente sulla piazza antistante l’edificio, e considerato che adesso all’interno sono presenti soltanto pochi impiegati dei vari uffici, il Sindaco di Pian dei Fossi è andato già due volte fino a quei vetri per guardare la pioggia battente sull’asfalto di fronte, e per osservare quei pochi ragazzi radunatisi proprio lì davanti, come se quell’amministrazione democratica da lui guidata fosse un vero punto di partenza per le loro rivendicazioni. Ettore Rimonti naturalmente ha subito notato la sproporzione tra le Forze dell’Ordine schierate in tenuta antisommossa e quel gruppo sparuto di studenti inoffensivi, ma non si è soffermato a preoccuparsi troppo della situazione, fidando nelle rassicurazioni telefoniche ricevute qualche giorno addietro dal Questore, responsabile della sicurezza della zona. I ragazzi, una quindicina al massimo, sembrano ripararsi alla meglio sotto ai propri ombrelli mentre sorridono e scherzano tra loro, sapendo con  sicurezza come sia stata proprio quella pioggia a tenere molti altri loro compagni ben lontani dalla piazza, e la volontà che comunque sono lì a manifestare, in sfida aperta contro le avversità metereologiche, dimostra il carattere deciso e fermo delle parole che hanno portato stamani in mezzo al loro gruppo, e prima di tutte quel “no al razzismo” semplice e meraviglioso che campeggia sul piccolo striscione bagnato messo assieme in fretta e con scarsità di mezzi.

            Ci sono sua figlia e suo nipote in quella piazza, e naturalmente quel ragazzo senegalese che è come diventato un simbolo per quella lotta, dopo che i fatti accaduti a lui sembra lo abbiano fatto diventare l’argomento principale di cui parlare per tutta la comunità degli abitanti del paese. Ma non ci sono grandi preoccupazioni in giro, considerato che c’è un’inchiesta della magistratura aperta per accertare eventuali responsabilità di qualcuno, oltre al fatto che nessuno dei concittadini si è dimostrato fino ad oggi sfavorevole all’integrazione nel tessuto sociale di quel ragazzo dalla pelle scura. Sono tutti studenti, ed in diversi hanno sulle spalle il proprio zaino, come è loro abitudine portarsi sempre dietro, e dalle tasche esterne sporgono delle immancabili borracce o delle bottigliette d’acqua, anche se stamani non sembrano di grande utilità. Forse è per quelle che ad un certo punto, mentre i ragazzi hanno già avviato il loro piccolo corteo, i Carabinieri partono con una carica repentina accompagnata persino dal lancio di gas lacrimogeni; forse si sono insospettiti per quelle borracce che paiono camuffare delle bombe molotov, forse chi li comanda si è fatto prendere dai nervi, dalla paura che qualcosa stesse sfuggendo di mano a chi è chiamato a mantenere l’ordine. I ragazzi scappano con i loro zaini, con gli ombrelli e tutto il resto, disperdendosi rapidamente nelle stradine laterali del paese, fortunatamente senza che ci sia stato un vero contatto tra loro e le divise.

            Ettore corre giù lungo le scale del palazzo Comunale, si copre la faccia e le vie respiratorie con il proprio fazzoletto, cerca con qualche breve occhiata di vedere sua figlia o qualcun altro di quegli studenti che conosce, ma oramai di loro non c’è più nessuno in quella piazza, hanno tutti probabilmente trovato rifugio dietro qualche angolo, in fondo a qualche caseggiato, ed è evidente che per stamani non si faranno più vedere. Allora il Rimonti torna salire velocemente le scale del Comune, entra rapidamente nel suo ufficio, compone il numero del Questore per fargli subito le proprie rimostranze, ma non risponde nessuno a quel numero diretto, così compone il  numero del centralino, chiede di farsi passare all’apparecchio il Questore in persona, e che quella è una telefonata urgente, ma gli dicono che non c’è in ufficio, che stamani non si è ancora visto, ed allora in un attimo il suo ruolo di Sindaco e di amministratore della cosa pubblica, e di primo cittadino di quel paese, diventa inutile, ininfluente, carta straccia nelle mani di chi è davvero più potente.

            Ettore si accascia sulla sua sedia, non c’è niente che può fare, neppure chiedere delle semplici spiegazioni a chi ha inviato quei Carabinieri a mantenere l’ordine in quella piazza sempre tranquilla. Immagina già che domani, o il giorno successivo, qualcuno gli dirà con una breve telefonata che forse il luccichio di qualcosa di metallico aveva indotto le Forze dell’Ordine a proteggersi e a proteggere gli ignari abitanti di Pian dei Fossi, e sarà del tutto inutile a quel punto spiegare che erano soltanto le borracce piene d’acqua di un gruppo di studenti del liceo incapaci di far del male a chicchessia. Chissà se era già tutto previsto, chissà se il Questore aveva ricevuto degli ordini precisi, se quella squadra di Carabinieri era stata allertata per trovare un qualsiasi pretesto al fine di scatenarsi contro dei ragazzi minorenni. Forse si, nessuno vorrà mai dire una cosa di quel genere, e nessuno darà conferma di come sono andati davvero questi fatti, in ogni caso resta la forte irritazione di un Sindaco impotente di fronte a queste violenze così gratuite, che comunque non mancherà per via politica di far sentire la propria voce alterata, almeno fin dove questa potrà giungere, e di far arrivare le proprie rimostranze anche in quegli uffici dove a volte si manovrano con leggerezza le leve del potere.

 

            Bruno Magnolfi        

Nessun commento:

Posta un commento