venerdì 3 ottobre 2025

Valori fondanti per il futuro.


            Fin dalle prime ore del mattino, nella piazza del Comune, si erano fermati in posizione strategica due blindati dei Carabinieri, e ne era sceso subito un discreto numero di unità delle forze dell’ordine in assetto completo antisommossa. Qualcuno dei paesani, sentendo i motori dei mezzi in manovra, si era affacciato alla finestra per rendersi conto di che cosa stesse accadendo, e qualcun altro, pur mantenendosi ad una certa distanza, aveva curiosato su tutto quell’inedito spiegamento di forze. La giornata si era immediatamente mostrata notevolmente uggiosa, con una pioggerella fine ma insistente che a tutti quanti aveva dato l’impressione di andare avanti incessantemente per chissà quanto tempo. Qualche ragazzo, molto più tardi durante la mattinata, era arrivato già titubante al punto convenuto per il ritrovo, di fronte al palazzo comunale, sfoderando l’ombrello ed una piccola insegna di cartone già tutta bagnata e anche stinta, e quindi inutilizzabile, mentre quei pochi giovani continuavano a guardarsi attorno e anche tra di loro, nella speranza dell’arrivo in un breve lasso di tempo di altri ragazzi, a mostrare la loro capacità di formare un vero corteo per quella causa sacrosanta. Poi era arrivata anche Sara con la sua inseparabile amica, ed avevano subito aperto un piccolo striscione di stoffa verniciato alla svelta con la bomboletta. “No al razzismo” era scritto là sopra in stampatello maiuscolo, ma anche soltanto stendere quella bandiera era sembrato qualcosa di patetico, visto che i manifestanti presenti in quel momento non superavano nemmeno le dieci unità. Allora avevano atteso, scambiandosi pareri e facendosi forza tra loro, ma anche se si erano aggiunti ancora tre o quattro ragazzi, alla fine il numero complessivo sui presunti manifestanti risultava non superiore ai quindici, compreso anche Niocke, giunto tra gli altri con il suo passo calmo e dinoccolato, e la timida espressione sulla faccia di chi non vorrebbe neppure farsi troppo vedere.

            La pioggia continuava a cadere imperterrita quando avevano deciso tutti assieme di muoversi, e un paio di Carabinieri, pur con scarsa convinzione, avevano imbracciato i loro fucili per i lacrimogeni, seguendo quel corteo ridottissimo così come gli era stato ordinato. Nessun adulto aveva mostrato fino a quel momento l’intenzione di aggiungersi a quegli studenti, come se la motivazione per quel ridottissimo corteo riguardasse solamente la fascia d’età di chi risultava all’anagrafe ancora minorenne. Alcuni anziani pensionati, ad una certa distanza, avevano costituito un semplice capannello che proseguiva ad osservare quel gruppo di ragazzi con la curiosità di chi non ha mai assistito ad una cosa del genere, né ha mai visto tante divise così, tutte assieme. Inizialmente, i manifestanti si erano tenuti sul marciapiede al riparo dalla pioggia almeno parziale di qualche cornicione o grondaia delle abitazioni, ma sentendosi vagamente ridicoli camminando rasente a quei muri, e soprattutto mostrandosi in quella maniera poco convinti del loro messaggio, dopo un po’ si erano spostati sulla carreggiata stradale, anche perché nessuna macchina fino a quel momento sembrava desiderosa di transitarvi. Sara fingeva entusiasmo, come se si fossero ritrovati lì in cento, o anche di più, coinvolgendo una buona parte della cittadinanza di Pian dei Fossi, però si era accorta benissimo che molte delle persone che avevano dichiarato fino al giorno addietro di farsi vedere sulla piazza, in realtà avevano disertato, forse semplicemente frenate dal tempo inclemente.    

            Con passo allentato, e con le scarpe e le suole di gomma di ognuno appoggiate nelle piccole pozzanghere formate sopra l’asfalto, il gruppo di volenterosi avanzava lungo la strada principale del loro paese, e ad alcuni era forse venuto in mente la similitudine con qualche corteo funebre che ogni tanto di vedeva in paese ad accompagnare qualche defunto alla sua ultima dimora, subito fuori dal centro abitato. Niocke non aveva ancora detto niente, nonostante Sara si fosse mostrata felice della sua presenza, ed il proprio pensiero, considerata quella evidente mancanza di partecipazione nei confronti di una causa che soprattutto lo riguardava in prima persona, andava in special modo ai lavori ancora da svolgere nell’officina di Aldo, rimasto a lavorare da solo almeno per quella mattina, impaziente di riprendere al più presto la propria attività e le manutenzioni lasciate a mezzo. <<Che cos’hai?>>, gli aveva chiesto Sara, accanto a lui. <<Niente, sono contento>>, aveva risposto Niocke senza spiegarsi meglio. Ma probabilmente il poco clamore che risultava da quella loro generosa iniziativa di pochi ragazzi, a lui forse risultava addirittura più efficace e persino conveniente rispetto ad una vera manifestazione di massa. Non si sentiva pronto per essere appoggiato da un intero paese, e gli pareva adesso già sufficiente poter contare su una sparuta rappresentanza addirittura sopravvalutata dai dirigenti delle forze dell’ordine. Forse Sara aveva compreso appieno le sue poche parole: aveva sorriso, poi lasciato passare qualche momento, ed infine si era sentita quasi in dovere di dirgli: <<Su di noi potrai sempre contare, in qualunque occasione; comunque, quello che vedi stamani è soltanto un inizio, ci vorrà sicuramente del tempo, ma le cose poco per volta inizieranno a prendere un senso, e qualcuno alla fine comprenderà quali siano i valori fondanti del nostro futuro>>.

 

            Bruno Magnolfi   

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