Fin
dalle prime ore del mattino, nella piazza del Comune, si erano fermati in
posizione strategica due blindati dei Carabinieri, e ne era sceso subito un
discreto numero di unità delle forze dell’ordine in assetto completo
antisommossa. Qualcuno dei paesani, sentendo i motori dei mezzi in manovra, si era
affacciato alla finestra per rendersi conto di che cosa stesse accadendo, e
qualcun altro, pur mantenendosi ad una certa distanza, aveva curiosato su tutto
quell’inedito spiegamento di forze. La giornata si era immediatamente mostrata
notevolmente uggiosa, con una pioggerella fine ma insistente che a tutti quanti
aveva dato l’impressione di andare avanti incessantemente per chissà quanto
tempo. Qualche ragazzo, molto più tardi durante la mattinata, era arrivato già titubante
al punto convenuto per il ritrovo, di fronte al palazzo comunale, sfoderando l’ombrello
ed una piccola insegna di cartone già tutta bagnata e anche stinta, e quindi
inutilizzabile, mentre quei pochi giovani continuavano a guardarsi attorno e anche
tra di loro, nella speranza dell’arrivo in un breve lasso di tempo di altri
ragazzi, a mostrare la loro capacità di formare un vero corteo per quella causa
sacrosanta. Poi era arrivata anche Sara con la sua inseparabile amica, ed avevano
subito aperto un piccolo striscione di stoffa verniciato alla svelta con la
bomboletta. “No al razzismo” era scritto là sopra in stampatello maiuscolo, ma
anche soltanto stendere quella bandiera era sembrato qualcosa di patetico,
visto che i manifestanti presenti in quel momento non superavano nemmeno le dieci
unità. Allora avevano atteso, scambiandosi pareri e facendosi forza tra loro,
ma anche se si erano aggiunti ancora tre o quattro ragazzi, alla fine il numero
complessivo sui presunti manifestanti risultava non superiore ai quindici,
compreso anche Niocke, giunto tra gli altri con il suo passo calmo e
dinoccolato, e la timida espressione sulla faccia di chi non vorrebbe neppure
farsi troppo vedere.
La
pioggia continuava a cadere imperterrita quando avevano deciso tutti assieme di
muoversi, e un paio di Carabinieri, pur con scarsa convinzione, avevano
imbracciato i loro fucili per i lacrimogeni, seguendo quel corteo ridottissimo
così come gli era stato ordinato. Nessun adulto aveva mostrato fino a quel
momento l’intenzione di aggiungersi a quegli studenti, come se la motivazione
per quel ridottissimo corteo riguardasse solamente la fascia d’età di chi
risultava all’anagrafe ancora minorenne. Alcuni anziani pensionati, ad una
certa distanza, avevano costituito un semplice capannello che proseguiva ad
osservare quel gruppo di ragazzi con la curiosità di chi non ha mai assistito
ad una cosa del genere, né ha mai visto tante divise così, tutte assieme.
Inizialmente, i manifestanti si erano tenuti sul marciapiede al riparo dalla
pioggia almeno parziale di qualche cornicione o grondaia delle abitazioni, ma
sentendosi vagamente ridicoli camminando rasente a quei muri, e soprattutto
mostrandosi in quella maniera poco convinti del loro messaggio, dopo un po’ si
erano spostati sulla carreggiata stradale, anche perché nessuna macchina fino a
quel momento sembrava desiderosa di transitarvi. Sara fingeva entusiasmo, come
se si fossero ritrovati lì in cento, o anche di più, coinvolgendo una buona
parte della cittadinanza di Pian dei Fossi, però si era accorta benissimo che
molte delle persone che avevano dichiarato fino al giorno addietro di farsi
vedere sulla piazza, in realtà avevano disertato, forse semplicemente frenate
dal tempo inclemente.
Con
passo allentato, e con le scarpe e le suole di gomma di ognuno appoggiate nelle
piccole pozzanghere formate sopra l’asfalto, il gruppo di volenterosi avanzava
lungo la strada principale del loro paese, e ad alcuni era forse venuto in
mente la similitudine con qualche corteo funebre che ogni tanto di vedeva in
paese ad accompagnare qualche defunto alla sua ultima dimora, subito fuori dal
centro abitato. Niocke non aveva ancora detto niente, nonostante Sara si fosse mostrata
felice della sua presenza, ed il proprio pensiero, considerata quella evidente
mancanza di partecipazione nei confronti di una causa che soprattutto lo
riguardava in prima persona, andava in special modo ai lavori ancora da
svolgere nell’officina di Aldo, rimasto a lavorare da solo almeno per quella
mattina, impaziente di riprendere al più presto la propria attività e le
manutenzioni lasciate a mezzo. <<Che cos’hai?>>, gli aveva chiesto
Sara, accanto a lui. <<Niente, sono contento>>, aveva risposto
Niocke senza spiegarsi meglio. Ma probabilmente il poco clamore che risultava
da quella loro generosa iniziativa di pochi ragazzi, a lui forse risultava
addirittura più efficace e persino conveniente rispetto ad una vera
manifestazione di massa. Non si sentiva pronto per essere appoggiato da un
intero paese, e gli pareva adesso già sufficiente poter contare su una sparuta
rappresentanza addirittura sopravvalutata dai dirigenti delle forze
dell’ordine. Forse Sara aveva compreso appieno le sue poche parole: aveva
sorriso, poi lasciato passare qualche momento, ed infine si era sentita quasi in
dovere di dirgli: <<Su di noi potrai sempre contare, in qualunque
occasione; comunque, quello che vedi stamani è soltanto un inizio, ci vorrà sicuramente
del tempo, ma le cose poco per volta inizieranno a prendere un senso, e
qualcuno alla fine comprenderà quali siano i valori fondanti del nostro
futuro>>.
Bruno
Magnolfi
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