lunedì 31 gennaio 2022

Obblighi morali.


            Sono uscito dal camper nel pomeriggio, naturalmente ben coperto dal mio giaccone, e con ai piedi anche gli stivali da pioggia, lasciando detto che avrei fatto un giretto da solo lungo la scogliera di questa zona poco abitata. Penso che adesso ci troviamo davvero lontani da tutto, su questa costa normanna, ed anche gli scontri che avvengono quasi ogni giorno in giro per tutta la Francia, sembrano quasi lampi distanti di un temporale che probabilmente non transiterà mai da queste parti, lasciandoci immaginare in pratica di essere immuni dalla violenza di strada e dagli scontri con la gendarmerie. Non piove adesso, ma l’aria è umida, ed il vento oceanico giunge forte e continuo, quasi costante nello spingere verso questa terra le onde maestose. Mi sto trovando bene con Sandra, tra tutti noi mi sembra la persona più equilibrata in questa vacanza, quella che nelle scelte a cui dobbiamo dar seguito riesce ad essere più comprensiva delle esigenze di ognuno, ed anche  moderata nel proporre qualcosa in prima persona. Mia moglie invece si è chiusa nel suo solito angolo, come non avesse da scambiare delle opinioni con nessuno, anche se appare evidente quanto i suoi pensieri proseguano a lavorare nella sua testa in maniera continua. In certi casi le ho anche detto che lei pensa troppo, e che non si lascia andare quasi mai, ma mi ha sorriso ogni volta, come se questa caratteristica fosse inestinguibile, e a me non rimanesse altro da fare se non adeguarmi.  

            Non credevo che una vacanza come la nostra potesse far risaltare in questa maniera i difetti e le debolezze di ognuno. Mi ero preparato a qualcosa di divertente, di rilassante, quasi un vagabondare con il camper per le strade della provincia francese, senza coltivare nella nostra mente troppe preoccupazioni, alla ricerca di paesaggi costieri da dove osservare i tramonti sopra La Manica, e apprezzando l’asprezza dell’oceano invernale, per poi trascorrere le serate da buoni amici quali siamo, raccontandoci qualcosa di semplice davanti una buona bottiglia di cognac. Invece sono apparsi quasi subito dei musi lunghi, delle distanze tra noi quasi incomprensibili, dei modi spesso divergenti di affrontare anche qualsiasi spostamento con il nostro mezzo. Ogni giorno diventa difficile anche proporre qualcosa: una normale visita ad una località, ad un faro sopra una roccia, oppure in un paese qua attorno, e magari ad uno scorcio di semplice campagna. Tutto diventa discutibile, ma non semplicemente con le parole, ma con dei mugugni poco chiari, con delle strane occhiate che non si capisce neppure che cosa possono significare.

            Forse è colpa mia, ho pensato in qualche caso, e per questo adesso sono uscito da solo fuori dal camper. Immagino che senza la mia presenza loro tre forse riescano a chiarire qualche aspetto nascosto, qualcosa che probabilmente io non sono riuscito ad interpretare in modo adeguato. Generalmente non sono un solitario, mi piace molto stare insieme agli altri, anche se certi comportamenti trasversali non riesco a comprenderli, anzi mi paiono esattamente fini a se stessi, e deleteri nei confronti di tutti. L’unica fortuna è che almeno mi lasciano guidare quasi in ogni mattinata, quando ci spostiamo per visitare delle nuove località; al volante di questa casa viaggiante mi sento bene, rilassato, ed ho la speranza di trovare dietro ad una curva, o ad una zona coperta dagli alberi, un posto unico, qualcosa che faccia davvero meravigliare di colpo sia me che i miei compagni di viaggio, lasciandoci talmente sorpresi da dimenticare per qualche tempo tutte le nostre difficoltà interpersonali. Quando poi andiamo a letto, mia moglie Lina sembra si comporti mandando avanti ogni cosa solo per abitudine. Dormiamo sopra la cabina di guida, ed il luogo naturalmente è ristretto, ed essendo in alto, a volte si sente il forte vento oceanico che sferza il camper. A me pare un elemento romantico, qualcosa di bello e di carezzevole, ma lei non lo apprezza, e mette i tappi dentro le orecchie, isolandosi da me, restando voltata dall’altra parte, e forse anche per questo motivo ha deciso di dormire dal lato della scaletta. Non mi lamento, so che ci sono persone anche in questo momento che mandano avanti un’esistenza molto peggiore della nostra, manifestando per le strade di Francia alcuni sacrosanti diritti, e quindi penso che noi siamo soltanto dei fortunati che si godono le bellezze di questi luoghi. Poi però rientro nel camper: in fondo è l’unica cosa che mi si chiede di fare, ed io non voglio certo tirarmi indietro.

 

            Bruno Magnolfi

venerdì 28 gennaio 2022

Parole fredde.


            Non so per quale motivo mi senta improvvisamente vicino ai manifestanti che stanno mettendo in subbuglio tutta la Francia. Naturalmente comprendo che qualsiasi convinzione li porti per strada ad urlare le proprie ragioni, e indipendentemente dai contenuti della battaglia che portano avanti, con l’uso della violenza e del vandalismo come stanno facendo, si pongono immediatamente dalla parte del torto, considerato che in una democrazia matura, se riesci come credo ad avere dalla tua parte un’opinione forte e generalizzata della gente, le personalità del governo di quel paese devono assolutamente ed in fretta tenere conto di quella opinione. Però il fatto che tutto sia estremamente spontaneo, e che non ci siano delle sigle di partito oppure d’altro alle spalle di quelle decine di migliaia di persone comuni che marciano lungo i viali cittadini, tutto ciò li fa apparire sinceri, onesti, credibili, in tutto quello che tentano di rivendicare. Sandra, dopo un momento in cui pareva che in qualche modo simpatizzasse per i manifestanti, adesso ha detto che forse è solo un fatto di costume, quasi una vecchia tradizione per i parigini quella di inventare delle parole d’ordine e poi dargli fiato. Certo, sfuggire alle maglie del sistema è affascinante, ma non credo neppure io che tutto questo porti verso qualcosa di buono. Ho provato a parlarne anche con Antonio, ma dentro ai suoi occhi quei gilet gialli che tengono in scacco un paese intero sembrano indossati soltanto da degli invasati, peraltro privi di qualsiasi vero collante sociale con il popolo reale. L’unica che sembra subire una certa suggestione da quei manifestanti, rimane Lina, con la quale peraltro ho deciso di parlarne appena ci sarà un momento in cui possiamo starcene da soli. 

            È notevole il fatto che esistano persone libere che provano la necessità di evidenziare le proprie difficoltà e sofferenze, però spesso la maniera che usano per farsi sentire è sbagliata, o almeno concede la possibilità e la copertura, per almeno alcuni di loro, di usare dei metodi completamente inaccettabili. Lina è una donna romantica, sicuramente attratta per naturale predilezione verso tutti coloro che appaiono liberi, oltre gli schemi, sciolti dalle sovrastrutture che a volte sembrano incasellarci tutti quanti. <<Non so>>, risponde invece alla mia domanda generica. <<Personalmente non potrei mai far parte della schiera di quei manifestanti, neppure di quelli assolutamente pacifici. Credo nell’intelligenza, più che nelle prove muscolari>>. Io adesso la guardo con invidia e anche con un certo interesse: mia moglie Sandra non saprebbe mai dare una risposta del genere, e neppure mostrare un punto di vista così personale; certe volte mi sento attratto da questa ragazza leggermente attempata che ancora riesce a brillare di acume e di sensibilità. Così le chiedo se verrebbe a farsi una passeggiata con me ed il mio cane, tanto per fare due chiacchiere, e lei non dice niente, ma indossa il suo giaccone ed esce subito dal nostro camper. La seguo, dico qualcosa ad Antonio che sta preparando con Sandra qualcosa per la cena di stasera, e poi andiamo.

            <<Ci sono delle volte in cui i tuoi modi mi affascinano>>, le dico tanto per farle capire che apprezzo il suo modo di riflettere le cose, anche attorno a questi fatti francesi, proprio adesso che ci troviamo in Bretagna come dei turisti qualunque. Lei sorride, guarda qualcosa avanti a sé, tiene il guinzaglio di Ettore, e si fa prendere completamente dalla curiosità del mio cane, che annusa tutto quanto sia possibile in giro. <<Non dovresti dire così, Renato>>, fa comunque alla fine. <<Neppure se pensi davvero quello che dici>>. Mi fermo un momento, mi piacerebbe abbracciarla, farle sentire che la sento vicina, che per me è una donna adorabile, però mi trattengo. Lina invece improvvisamente si ferma, fa un passo verso di me, non tira fuori neppure le mani, che lascia sprofondate nel suo giaccone, con il guinzaglio che le ciondola da un polso, e mi regala un piccolo bacio sopra la bocca, come fosse un effluvio di sentimento improvviso. Resto colpito come uno scemo, tanto che non mi riesce di mostrare alcuna reazione, così lei in un attimo sembra sgusciare subito oltre, riprendendo lo stesso comportamento di un attimo prima. Non è successo niente, dicono adesso i suoi passi leggeri sulla costa di questo oceano in assetto invernale. Siamo amici, ci conosciamo da tanto, non abbiamo bisogno di altro, se non di scambiarci ogni tanto qualche piccolo segno, e poi cancellarlo immediatamente, quasi come fosse una scritta infantile sopra questa sabbia bagnata, levigata ad ogni momento dalla spuma senz’occhi di onde fredde ed identiche.

 

            Bruno Magnolfi    

mercoledì 26 gennaio 2022

Servizi correnti.


            <<Stasera ci giochiamo a carte il lavaggio delle stoviglie e il riordino di tutto il cucinotto prima di coricarci>>, dice Renato agli altri con la sua maniera svagata e poco seriosa di enunciare le cose, quasi che i suoi modi fossero un maniera per prendere in giro qualcuno di loro. <<Va bene>>, risponde invece con decisione Antonio, dopo un attimo; <<però lasciamo al potere delle carte anche la formazione delle coppie>>, come se avesse già in mente qualcosa di preciso. Lina scuote leggermente la testa, forse non ha neppure molta voglia di entrare in una sfida del genere, però non desidera neanche farsi da parte in una sciocchezza come questa, perciò getta un’occhiata verso Sandra per vedere dalla sua espressione che cosa ne possa pensare. Soprattutto non vuole essere lei a rompere quel fragile equilibrio che al momento sembra reggere, e al limite preferisce sacrificarsi, anche se evidentemente non avrebbe alcuna voglia di perdere tempo con le carte. Alla fine viene pattuito che le carte in qualche modo vanno bene a tutti, e che è possibile giocare una semplice briscola a punti, formando le coppie con la consegna di una carta alla volta per ciascuno, fino a quando i primi due re che escono dal mazzo non decideranno l'abbinamento che sfiderà ovviamente i due rimanenti. I quattro così si siedono attorno al tavolo, sopportando una serata fredda e ventosa ma che dentro al camper, con la sua fedele stufetta a gas posta centralmente, lascia un clima confortevole, posteggiato com'è vicino ad una larga spiaggia, dalle parti di Paimpol, da dove adesso si sente giungere, fin dentro l’abitacolo pur abbastanza insonorizzato, il forte rumore delle onde e della risacca poco lontani. Forse un tipo di passatempo del genere è quello che più ci vuole per ritrovare un minimo di sintonia dopo questa giornata sostanzialmente piuttosto pesante, pensano tutti; una giornata in cui ognuno dei quattro si è quasi abbandonato individualmente alle proprie cose e ai propri pensieri, mostrando forse il limite peggiore di questa vacanza. Naturalmente è giusto che ciascuno si prenda i propri spazi ogni tanto, ma quando gli atteggiamenti reciproci appaiono volti facilmente al contrasto, significa che qualcosa non va proprio per il verso adeguato.

            Forse Renato si sente preoccupato del fatto che sua moglie Sandra possa rendersi conto di qualcosa accaduto tra lui e Lina, però non è certo scansandola improvvisamente, quasi che questo avvenisse a seguito proprio di un bisticcio da amanti, che le cose potrebbero dimostrarsi molto diverse da come effettivamente sono davvero, tutt’altro. Lina, forse anche per questa improvvisa dimostrazione di freddezza, appare un po’ tesa, ma forse alla fine tutto ciò succede soprattutto per il clima generale che si è stabilito già durante tutta l’intera giornata tra di loro, senza bisogno neppure di cercare dei riferimenti troppo precisi. Antonio sembra l’unico disposto adesso a concentrarsi soltanto sulle carte da gioco, mentre Sandra, pur tentando di esibirsi in qualche sorriso non direzionale, appare comunque quasi a disagio. Forse proprio lei, quando si è ritrovata da sola con Antonio, ha avuto magari uno scivolone inopportuno dato essenzialmente da un qualche moto di rivalsa verso suo marito, ma è soltanto adesso che si sente immersa in una situazione ambigua e poco adeguata al suo carattere. Le coppie sorteggiate per il gioco di carte, sono costituite dalle due donne contro i due uomini, e la situazione sembra quasi una perfetta ironia della sorte.

            Di fatto sembra che nessuno nutra davvero la voglia di giocare contro qualcun altro, ma persino la solidarietà indispensabile, tra i compagni schierati nella partita, non appare come un elemento davvero sostanziale. Lina sbaglia qualcosa, forse per inesperienza, o magari sapendo coscientemente già di sbagliare, ed accampa a scusante qualche semplice distrazione nel calare le carte, come se fosse poco interessata a quel gioco, e Sandra si mostra naturalmente dispostissima a giustificare qualsiasi errore possa venir fuori da lei. Gli altri due giocano pazientemente e con calma le loro carte, però conservando un certo silenzio ed una vaga svogliatezza. Infine si conteggiano i punti della prima mano, e gli uomini sembrano avanti, seppur di poco, così si mescolano le carte e si procede, forse adesso con un impegno leggermente maggiore. La partita improvvisamente diventa fondamentale, e pur non sapendo esattamente contro chi effettivamente si stia giocando, alla fine l'impegno di tutti si pone ai massimi livelli. Vincono le due donne, alla fine, come forse era giusto che fosse, e i musi lunghi degli uomini adesso sono per le mogli la migliore immagine di leggerezza e soddisfazione, subito prima di essere lasciati all’impegno del lavaggio di tutte le stoviglie.

 

            Bruno Magnolfi

lunedì 24 gennaio 2022

Propositi.


            Naturalmente ci sono state anche altre situazioni in cui ho avvertito una certa distanza da tutti, almeno quasi come quella che sto provando esattamente in questo momento. Adesso mi lascio sballottare da questo camper in movimento, praticamente senza opporre alcuna resistenza, mentre tutti qua dentro proseguiamo a fingere di essere alla ricerca di semplici frivolezze, e personalmente anche io come gli altri cerco di pensare soltanto a delle cose positive, anche se l’impegno generale intorno a questa aspirazione, non pare sia diventato assolutamente sufficiente, nonostante la nostra partenza da casa risalga soltanto a pochi giorni addietro. Mio marito si è già fatto interamente assorbire dalla guida del nostro mezzo lungo queste strade francesi, e gli altri due ritengo quasi per certo che si ritrovino oramai del tutto annoiati da questa quotidiana costrizione di estrema vicinanza, soprattutto tra loro stessi, nonostante siano sposati da un sacco di anni. Non si guardano quasi mai durante le soste che facciamo, ed anche le parole che si scambiano appaiono sempre con una leggera punta di asprezza, come se fosse la sola maniera che hanno per essere del tutto naturali tra loro. Non saprei dire adesso quale possa essere lo stato d'animo migliore con cui affrontare questa vacanza, però sento di avere la necessità almeno personale di perdermi in qualche dettaglio, tralasciando volentieri il senso generale delle cose. Non ho quasi niente da dire sui luoghi da visitare che vengono proposti mentre viaggiamo, li accetto tutti senza mai ribattere, perché a me in un momento come questo basta ubriacarmi della straordinaria vicinanza all'oceano, lungo queste coste occidentali adesso deserte, presso luoghi che appaiono stupendi e molto più naturali che in qualsiasi altro periodo dell’anno, ora che siamo così lontani dall'affollata stagione estiva.

            Con Sandra mi sono sempre trovata piuttosto bene, e in generale abbastanza a mio agio devo confessare, anche se non ha mai rappresentato ai miei occhi una persona con la quale sentirsi troppo in sintonia, ed anche lei in queste giornate mi è parsa conservare sempre una certa distanza da me, come se la nostra amicizia fosse qualcosa più di facciata che sostanziale. Non ha troppa importanza penso, si tratta per ambedue di trovare separatamente i nostri piccoli spazi di individuale intimità, e di mostrare comunque il massimo di tolleranza per qualsiasi stato d’animo altrui possa mostrarsi su questo camper fortunatamente superaccessoriato e molto grande. Quando siamo fermi per la notte, oppure per preparare e anche mangiare qualcosa, se non c’è proprio altro da fare, il mio passatempo preferito resta naturalmente il lavoro all'uncinetto, esattamente come quando sono a casa. Lascio che loro tre si scambino le proprie opinioni su tante piccole faccende generalmente senza troppa importanza, ed io mi perdo con lo sguardo basso dietro ai miei lavori, limitandomi a profferire giusto una parola o due ogni tanto, magari accompagnata da un leggero sorriso. Antonio comunque non mi interpella quasi mai, abituato com'è a spiegare a tutti esattamente quello che pensa per conto proprio, senza avere la capacità di mettersi in nessun caso nei panni degli altri. Questo d’altra parte è il suo carattere, non ci si può fare nulla, se non accettarlo così, se possibile.

            Renato invece mi pare sia l’unico in questi frangenti con cui potrei scambiare qualche parola con maggiore interesse, però mi piacerebbe farlo quando siamo da soli io e lui, senza le altre quattro orecchie pronte a captare chissà cosa, che poi probabilmente neppure comprenderebbero, tanto sono distanti da quello che probabilmente potremo avere da dirci. Lui è piuttosto sensibile, e quando qualche volta, anche in un recente passato, gli ho spiegato qualcosa, si è sempre dimostrato assolutamente capace di comprendere al volo ogni dettaglio, anche le sfumature di qualche mia perplessità, oppure di qualche desiderio represso. Comunque trascorrere il tempo esclusivamente in quattro non sembra porti niente di particolarmente interessante, e pare di estrema difficoltà adesso non tener conto in ogni momento di questo elemento, considerata la leggera e diffusa incomprensione che sta circolando, perciò ora mi trovo spesso a caccia del momento migliore per starmene almeno un po’ per conto mio. Considerato tutto, credo alla fine che sia la cosa migliore che mi rimane da fare: passeggiare lungo questa costa aspra e meravigliosa, ad esempio, e mandare avanti le mie riflessioni mentre mi trovo in perfetta solitudine. D’altra parte era questo il mio scopo principale, fin dal momento in cui ho accettato di partecipare ad una vacanza del genere; non potrei certo tentare adesso di abbandonare, come fossero impercorribili, tutti questi miei propositi.       

 

            Bruno Magnolfi

sabato 22 gennaio 2022

Niente da dire.


            <<Va bene, oggi fa freddo>>, dice Antonio; <<questo posto però, dovete riconoscere che è qualcosa di fantastico>>, aggiunge subito. Sulla spianata vicino Carnac, dove è possibile parcheggiare le automobili poco lontano, ci si reca a piedi per una visita ai famosi menhir, ma il forte vento di ponente quest’oggi fa rabbrividire, e le poche persone che si vedono in giro scattano rapidamente qualche foto e poi tornano al più presto possibile sopra le loro macchine surriscaldate. Renato invece vuole fare a piedi il giro più completo possibile del sito, e magari rendersi conto, al meglio che può, degli allineamenti e della logica di tutte queste pietre preistoriche, anche se Sandra e Lina, separatamente, continuano a lamentarsi del freddo e a chiedere di spingersi almeno verso una zona un po' più riparata dagli alberi poco lontani. <<Non si può percorrere migliaia di chilometri e poi lasciarsi fermare così da qualche sciocchezza>>, insiste ancora Renato, sorridendo verso Antonio che sembra adesso stare volentieri al suo gioco. Tutti e quattro, ognuno per conto proprio, contavano molto su questa escursione, proprio per ritrovare un minimo di armonia tra di loro, prima di affrontare il viaggio di rientro a casa, ma pare quasi che ogni proposito positivo sia andato rapidamente ad incrinarsi. Ognuno di loro sembra abbia tratto, da tutta quanta la vacanza fino a questo momento, delle conclusioni differenti e contrastanti, ed anche se agli inizi ogni cosa pareva improntata verso il senso di solidarietà e di vicinanza, anche soltanto nell'affrontare un viaggio del genere, i fatti sembrano adesso evidenziare un risultato quasi contrario.

            Queste pietre di granito, isolate una dall’altra, e conficcate all’interno di qualche spianata di terra, in questo momento poi spazzate dalla forte aria gelida, sembrano quasi il simbolo delle tante solitudini delle persone come loro, costrette in allineamenti definiti, ma ognuna assolutamente indifferente agli altri sassi intorno, peraltro del tutto simili ognuno all’altro, che si ritrovano dappertutto, proprio lì, in quei paraggi. Sandra si è fermata quasi subito, forse per osservare il luogo e le pietre nel loro insieme, mentre Lina e Renato si sono spinti in avanti, a riguardare da vicino e nel dettaglio ogni roccia, ogni elemento inamovibile posto in quel luogo. Antonio torna indietro e cerca dopo un po’ di avvicinarsi, poco soddisfatto dell’intesa che a tratti quei due sembrano aver trovato in questa vacanza col camper, e forse anche curioso di comprendere cosa sia che a lui sembra continui a sfuggire. In cuor proprio vorrebbe quasi andarsene verso Sandra però, stringerla a sé con la scusa del freddo, trovare almeno in lei quel calore e quella confidenza che non trova più né con la moglie, né con l’amico. In questo modo, e con dei vaghi pensieri in testa, tutti girano attorno a questo sito per quasi un’ora, poi decidono di andare a riprendere il camper per spingersi verso la costa vicina, fino alla piccola penisola di Quiberon, per ammirare la forza dell’oceano in tempesta.  

            La loro casa viaggiante fa ritrovare subito a tutt’e quattro quel senso di protezione di cui forse avvertono una certa necessità, e la strada fino alla costa selvaggia sembra quasi troppo breve, considerato quel calore interno che il motore sviluppa e li fa sentire al riparo. Il vento adesso, giunto fino all’interno del golfo di Biscaglia, alza le onde oceaniche in maniera impressionante, facendo schiantare grandi creste di spuma bianca sopra le scogliere scure e frastagliate, e qui, sulla punta che guarda con decisione verso il largo, sembra quasi che il viaggio per loro prosegua, insinuandosi con coraggio contro la massa d’aria potente che spettina i capelli e smuove i giacconi attorno alle spalle. <<Dobbiamo trovare un posto riparato dove trascorrere la notte>>, dice Renato che si rende ben conto di come il camper si muova sulla ruote ad ogni colpo di vento. Così vanno a posizionarsi dalla parte opposta del piccolo centro abitato, nella zona del porto turistico, dove posizionano il mezzo in un grosso parcheggio deserto e silenzioso. Nessuno di loro stasera pare abbia voglia di cucinare, così si aprono delle semplici scatolette, e si rovescia nei piatti di carta il contenuto già pronto, privo di qualsiasi sorpresa. Forse ci sarebbe bisogno di maggiore leggerezza, pensano tutti; di ritrovare quel senso di amicizia che doveva essere il principale ingrediente di tutta la loro vacanza. Ma qualcosa non ha funzionato come forse doveva, ed è evidente che lo stare troppo vicini in tutti questi giorni, attesi come per una gita spensierata, ha scatenato invece in ciascuno qualche piccolo malessere dato da problemi mai perfettamente risolti. Forse ognuno adesso si sente contento di essere giunto all’ultima fase, e forse, quella che appare, sembra proprio l'unica via d'uscita, anche se questo è un argomento impossibile da affrontare tutti assieme: resta da qualche parte una verità inconfessabile, qualcosa che nessuno potrà mai spiegare agli altri.

 

            Bruno Magnolfi

giovedì 20 gennaio 2022

Comportamento adeguato.


            Diario. 9 febbraio. Oggi ci siamo fermati diverse volte lungo la strada, una volta varcato il confine. Abbiamo riscontrato che il consumo dell’acqua dentro ad un camper come questo, risulta superiore a qualsiasi immaginazione. Dobbiamo per forza cercare di adoperarne di meno, anche se non è tanto facile. Comunque viaggiamo benissimo, e ci siamo lasciati alle spalle Lione già dopo l’ora di pranzo, puntando subito dopo verso Rennes, anche se il tratto sicuramente è troppo lungo per permetterci di coprirlo in un’unica tirata. Tanto più che non abbiamo scadenze, e ci possiamo tranquillamente fermare in qualsiasi momento. Ho avuto un piccolo bisticcio con Lina, niente di particolarmente importante, però, considerando l’importanza del risparmio di acqua, le ho solo fatto notare che il lavaggio delle stoviglie del pranzo si poteva evitare usando dei piatti di carta. Naturalmente lei non si è mostrata assolutamente d’accordo con questa soluzione, così ho subito lasciato perdere la discussione. Antonio e Renato però, mi sono subito sembrati in sintonia con la mia idea, e quindi sono sicura che l’argomento risulti soltanto sospeso in questo momento, ma non certo esaurito, e ci sarà tutto il tempo e anche la maniera per affrontarlo di nuovo. Mi sono subito morsa la lingua, quando ho capito che poteva nascerne una discussione. Già prima della partenza mi ero ripromessa di evitare qualsiasi attrito possibile. Non devo mai più caderci, ho pensato.

            È vero che per il momento abbiamo visto soltanto autostrada ed aree di sosta, però mi pare che stiamo entrando rapidamente proprio nell’atmosfera della vacanza che andiamo cercando, usando tra noi dei modi semplici ma informali, piuttosto diversi dalla ripetitiva normalità di quando stiamo a casa, evidenziando così ogni sostanziale differenza nei confronti delle nostre ordinarie abitudini. Io mi sforzo ogni tanto di parlare in lingua francese, in una maniera poco più che scolastica, ma spero questo sia sufficiente per ciò che mi serve. Ci sono delle cose pur minime che certe volte ti fanno sentire completamente sbagliata, oppure estranea ad un certo contesto, ed io non vorrei mai sentirmi così. C'è una sensazione poi, che a volte sono capace di avvertire con un certo dispiacere, come se  gli altri fossero in grado di sostenere, nello stesso momento in cui riescono a dimostrare la loro pur sottile differenza dai miei stessi modi di essere, che persiste in me la voglia profonda di adeguare ancora qualcosa della mia personalità, quasi che ci fossero in me degli elementi sbagliati, o di non conformi alle abitudini correnti. Ecco, questo è qualcosa di cui ho sempre sofferto, come se la mia mente mi portasse regolarmente verso delle direzioni diverse da tutti gli altri, e dovessi faticare maggiormente per avere un semplice risultato di normalità.

            Mi sono sempre aiutata dicendomi che tutte queste sono soltanto delle sciocchezze, ma ci sono stati anche dei lunghi periodi durante i quali sensazioni del genere mi hanno portato a soffrire parecchio. Da qualche tempo faccio forza sulle mie consapevolezze, dicendo a me stessa che devo essere convinta al massimo di quello che penso, e tentare di imporre, ogni volta che se ne presenti l’opportuna occasione, questa mia maniera soggettiva di percepire le cose. Lungo questo viaggio però, sono disposta a dimostrarmi il più possibile morbida, senza accampare caparbi convincimenti, anche se non ho certo intenzione di apparire senza una vera personalità, quasi come una che non possiede neppure delle idee troppo precise. Perciò lascio correre, almeno in apparenza, ma tengo le antenne ben sollevate, in modo da captare ad ogni minima vibrazione quale sia il miglior comportamento da tenere, disposta ben volentieri a sorvolare sulle cose minute, ma pronta assolutamente ad impuntarmi per certi fondamentali principi.

            <<Sandra>>, mi dice Antonio mentre si trova ancora in cabina di guida a fianco di Lina. <<Potremmo uscire dall’autostrada dalle parti di Angers, ed avvicinarsi alla Bretagna percorrendo strade minori, in maniera da scegliere qualche luogo dove fermarsi per la cena, e anche per la notte>>. Io faccio un cenno di assenso mentre proseguo a scrivere le mie note su questo quaderno, e così, visto che Renato si è ormai addormentato, decidiamo di fare in questa maniera. Abbiamo imbarcato quasi duecento litri di acqua nel serbatoio, l’ultima volta che ci siamo fermati per fare rifornimento di carburante. Per stasera e domani mattina non ci dovrebbero essere degli altri problemi, però appena potremo andare in un supermercato per fare gli acquisti di generi alimentari, metterò subito nel carrello una confezione di piatti di carta. Poi vedremo quale comportamento sarà il più adeguato da tenere nei confronti di questa soluzione.

 

            Bruno Magnolfi  

martedì 18 gennaio 2022

Distanti da tutto.


            Parigi quest’oggi, con i suoi centomila manifestanti spontanei, appare distante come non mai, almeno osservandola da questa tranquilla provincia; e rovistando dentro le notizie di cronaca del giornale, sembra quasi immersa in una dimensione differente nei confronti di queste deliziose cittadine costiere. Sandra legge a voce alta per tutti le notizie di un noto quotidiano francese, giusto per comprendere meglio come stiano andando avanti le cose nella capitale, però qualcosa prosegue a sfuggirle, sia a lei che agli altri, sarà la sua traduzione non sempre perfetta della lingua, oppure il suo bisogno di non sentirsi schierata da alcuna parte, se non da quella del no alla violenza. Gli altri tre tengono lo sguardo basso mentre consumano la colazione dentro al camper, dove l’aria oggi sembra ancora assonnata, e la giornata nebbiosa là fuori non sembra comunque troppo incoraggiante. Persino Ettore, il piccolo boxer, stamani ha avuto poca voglia di scorrazzare in giro come fa sempre, limitandosi, nella sua uscita in quei paraggi, in pratica all'essenziale. Antonio ha controllato l'olio del motore, trovandolo regolare, anche se ha riscontrato che soprattutto scarseggia, nel capiente serbatoio di bordo, l'acqua sanitaria per i servizi del bagno e della cucina, ed in giornata sembra necessario trovare da qualche parte un rubinetto da cui attingerne almeno una buona parte. Tutto sembra si sia scatenato proprio per gli aumenti di prezzo dei carburanti, ma è difficile credere che sia solo questo il motivo essenziale. Lo scontro è sociale, e nessuna forza riconosciuta ha cavalcato direttamente quanto sta accadendo, lasciando correre ogni informazione solo tramite i richiami via internet, anche se è difficile immaginare che l'eterna lotta tra i poveri e i ricchi non trovi la maniera esatta, prima o dopo, di essere facilmente imbrigliata e sedata dalla politica.

            Tra poco c’è da rimettersi in moto, avverte tutti gli altri ancora il solito Antonio, quasi che quella vacanza fosse determinata dal maggior numero possibile di chilometri percorsi, piuttosto che dal fatto di aver trovato una località in cui sostare un po’ più a lungo. Ma nessuno ha niente da ridire, perciò si riordinano con calma tutti gli oggetti adoperati, riposizionandoli in maniera che niente possa rischiare di cadere, quindi viene riavviato il motore del camper. Adesso è Lina che si mette coraggiosamente alla guida, dopo aver consultato con gli altri la cartina stradale, e aver deciso alla fine che c’è sicuramente poco lontano ancora qualcosa di interessante da visitare. Gli scontri hanno generato ovviamente un leggero malumore sulla loro casa viaggiante, ed è piuttosto difficile sostenere che non sono cose che in qualche modo possono riguardare la loro attività di vacanzieri. I manifestanti con grande coraggio pare che siano arrivati fino a violare i cordoni di protezione dell’Assemblea Nazionale, dove naturalmente sono stati fermati dalla Polizia con l’uso di proiettili di gomma, di granate e di lacrimogeni, che hanno lasciato a terra numerosi feriti. Ma oltre questo numerosi di loro sono scesi in strada anche nei centri minori, quasi in tutta la Francia.

            Renato dice che forse è meglio evitare le città maggiori della zona, Sandra sostiene subito di essere d’accordo, anche se in parte le dispiace non poter assistere di persona a qualcosa che sta avvenendo in quel momento proprio nella città a cui loro magari si trovano anche poco distanti, ma Lina la zittisce immediatamente, spiegando in due parole che in un contesto del genere o si è dei convinti partecipanti, oppure no, e non esistono altre possibilità. Così viene chiuso l’argomento, anche se naturalmente a nessuno di loro risultano indifferenti quei fatti importanti che si stanno comunque verificando. Il loro itinerario del giorno prevede ancora la visita a quei luoghi bellissimi, e quasi fuori dal tempo, che si incontrano lungo la costa della Manica, ma su questo non c'è assolutamente da trovarsi in disaccordo, anche se alla luce di quanto va accadendo, tutto ciò che si osserva appare adesso quasi appannato, fuori dal senso di verità delle cose.

            Lina guida con prudenza, Antonio si è subito seduto accanto a lei quasi per aiutarla nel suo compito, ed anche se esita nel darle qualche consiglio, proprio per paura di andare a disturbare la sua sensibilità, ugualmente tiene aperta la mappa davanti a sé, scorrendo con un dito i luoghi da cui si trovano a transitare. “La distanza non è una colpa”, sembra pensare; “e noi siamo arrivati fin qui forse per sentirci proprio distanti da tutto, come attaccati ad una barca in mezzo all’oceano”.

 

            Bruno Magnolfi

domenica 16 gennaio 2022

Improvvisamente normale.


            Loro due adesso si sono piazzati nella parte posteriore del camper, seduti al tavolino accanto all'enorme lunotto, impegnati, ma senza troppa attenzione, in un semplice gioco di carte, mentre Sandra ed Antonio invece se ne stanno davanti, nella cabina di guida, oltre la porta di separazione, a scegliere le strade migliori su questa costa normanna oggi quasi primaverile, così come in questo momento si mostra, tutta piena di sole. Lina osserva le sue carte da briscola con calma, come vedesse attraverso di loro qualcosa che forse potrebbe addirittura sfuggire alle persone comuni, impiegando un tempo infinito prima di prendere qualsiasi decisione di gioco. Renato sta attento, sa perfettamente che non è un caso se loro due si sono ritrovati da soli là dietro, e resta comodamente seduto ed immobile di fronte a lei, quasi indifferente, nell'attesa che Lina dica qualcosa, oppure che prenda una qualsiasi iniziativa. Il panorama che scorre là dietro, fuori dalla loro temporanea casa su ruote, appare affascinante, con la vasta campagna verde, ondulata su piccoli poggi ricorrenti, ed il semplice profilo dell’Inghilterra, che appare appena accennato, grigio ed immobile oltre le acque scure della Manica. Si sono già fermati a visitare con un certo rispetto la grande abbazia di Caen, ed adesso stanno scorrendo lungo il Parco Naturale locale, in attesa di arrivare a dei punti panoramici sopra le rocce a picco sull’oceano. “Non c’è niente da dire”, pensa lei senza mai alzare lo sguardo, cullata dal brusio ovattato del motore a basso regime di giri; “però mi piacerebbe che lui mi sfiorasse, mi desse un segnale, provocasse in me quei brividi che in questo momento sono sicura di poter avvertire fortissimi, anche per un minimo gesto”. 

È stimolante immaginarsi qualcosa di assolutamente proibito, quasi come riconoscere la propria personale incapacità nel tenere a freno certe sensazioni dilaganti. In fondo risulta del tutto possibile, anche se non certo auspicabile, inciampare in alcuni errori di percorso, lasciarsi andare talvolta a dei richiami profondi che superano qualsiasi ragionevolezza. Lei si sente indubbiamente attratta da Renato, nonostante non sappia assolutamente come poter portare avanti una cosa del genere, forse anche perché non esiste nessun buon motivo per dare un seguito vero alle sue sensazioni. Poi lui si muove, le sfiora un ginocchio con una mano, sotto al piano del tavolo, quasi per scuoterla, e lei prova un brivido incontenibile, come si trovasse in alto sopra un dirupo, senza riuscire ad evitare la voglia profonda ed illogica, quasi un bisogno ineluttabile, di gettarsi all’improvviso nel vuoto. Lui sorride, lei allunga un braccio oltre le carte da gioco sul tavolo, lui le accarezza le dita, lei chiude gli occhi, il tempo si annulla per un lungo momento, il viaggio diventa improvvisamente solo una semplice scusa, una piccola cornice attorno ad un quadro che si presenta nitido ed anche essenziale, dentro al quale si muovono, tra lampi veloci di ogni colore, alcuni desideri inconfessabili, delle attrazioni che possono soltanto restare tali, come due galleggianti abbandonati alle onde e ai marosi sull’oceano là fuori, privi di una qualunque propria volontà, insomma alla deriva, disposti ad accettare qualsiasi soluzione possa presentarsi dal vicino orizzonte.

Un avvallamento sotto alle ruote del camper scuote l’intorpidimento di cui loro due sono preda, così lei ritira la mano, lui cerca una parola adeguata per definire qualcosa, purtroppo senza trovarla, anche se poi di colpo dice che sono due pazzi, laddove era forse più adatto che fosse stata proprio lei a dire una cosa del genere. <<Non avrei mai creduto ad una storia così>>, spiega invece Sandra forse per darsi un contegno, magari per giustificare il proprio comportamento leggero, privo di qualsiasi razionalità, di cui conserva anche una certa vergogna. <<Certe volte le situazioni marciano in avanti da sole>>, fa lui sottovoce, subito vagamente pentito di aver detto così, come se desse per inevitabile quello che stanno provando. Lei pensa invece che non c’è un vero motivo per smuovere troppo il richiamo che avverte dentro di sé: loro due si conoscono da anni, hanno trascorso insieme ai rispettivi coniugi altri periodi di vacanza, quindi si sono ritrovati da soli in varie diverse occasioni, a condividere delle piccole e comuni attività, ma niente tra loro è mai minimamente accaduto, niente ha fatto mai sospettare qualcosa che mostrasse anche solo un accenno di quel magnetismo che adesso sembra nei due ormai dilagante.      

L'amicizia e la simpatia tra due persone possono rimanere tali per sempre, niente fa supporre una loro trasformazione. Poi il camper si arresta, loro due riprendono immediatamente con il buffo gioco di carte, Antonio si affaccia un momento dalla cabina per avvertire i due di qualcosa, e tutto sembra quasi sospendersi, come se quel breve tempo trascorso si potesse di colpo soffocare così. Anche se tutto, adesso rovesciandosi, torna d’improvviso normale.

 

Bruno Magnolfi

venerdì 14 gennaio 2022

Migliore maniera.


            Diario. 8 febbraio. Oggi finalmente siamo partiti. Abbiamo fatto il pieno di carburante, caricato tutti i bagagli ed anche gli oggetti che forse ci potranno servire nel camper, e poi anche una certa scorta di cose da mangiare. L’umore è molto alto, devo dire, e per riprova ci siamo lasciati andare persino ad intonare qualche canzone in coro, almeno al principio del viaggio, proprio per mostrare la carica che ci sentiamo tutti addosso per l’inizio di questa vacanza. Antonio, come già immaginavamo, si è messo subito alla guida, e la strada sotto alle ruote e dietro le nostre spalle, ha preso a correre svelta, come per lasciare lontano tutte le piccole preoccupazioni quotidiane di sempre, ed aprire rapidamente davanti a noi un nuovo scenario. Tra tutti e quattro, nessuno ha mai fatto una vacanza intera sopra ad un camper, ed averlo noleggiato adesso per ben due settimane, indica il fatto che siamo sicuri di divertirci e di riuscire a goderci appieno ogni giornata che abbiamo di fronte. Mi piace poter ricavare un angolo mio all'interno dell'abitacolo, un piccolo rifugio dove riuscire a sistemare, come sul piccolo scrittoio di un salotto, alcuni oggetti minori, nonostante siano per me molto importanti: questo stesso quaderno su cui sto scrivendo, un piccolo libro che ho iniziato a leggere da poco, gli occhiali da sole, e poi la mia semplice collana, ed anche un piccolo braccialetto di bigiotteria, almeno per riporli in un luogo sicuro quando li tolgo. Ai miei piedi poi si è subito sistemato anche Ettore, il mio dolce cucciolo affettuoso, che forse per ora non sta apprezzando troppo questo viaggio, però si è subito adattato alla nuova situazione.

            Naturalmente ci siamo già fermati nelle varie aree di sosta per svariate occasioni, e soprattutto per fare muovere un po' le zampe al nostro cane paziente, ma soprattutto perché abbiamo stabilito già dall'inizio, che siccome non c'è proprio nessuno che ci sta correndo dietro spingendoci a strafare, non c'è alcun bisogno per questo di battere delle tappe forzate. Negli autogrill fino adesso abbiamo trovato molta gente di fretta, nervosa, probabilmente carica di preoccupazioni ed impegnata in tante cose da fare, e noi quattro perciò ci siamo guardati ogni volta con un mezzo sorriso, consapevoli della grande tranquillità del nostro viaggiare di puro piacere. Infine siamo andati a fermarci in serata all’area camper di Morgex, prima della galleria del Monte Bianco, dove ci siamo sistemati adeguatamente per la cena, ricaricare di acqua e di energia elettrica il mezzo, e anche per trascorrere la notte, luogo in cui abbiamo scoperto la vista di alcune località molto belle, ai piedi delle montagne più alte delle Alpi, naturalmente piene di neve in questo periodo.

            Lina ha iniziato subito a sfornellare qualcosa di caldo per farci mangiare senza rimpiangere troppo le comodità di una abitazione in muratura, e mio marito le ha dato volentieri una mano in tutte quelle piccole cose di cui tenere conto sopra un mezzo del genere, mentre io naturalmente portavo Ettore in giro. Abbiamo deciso per questa gita di non approfittare mai dei tanti ristoranti che sicuramente troveremo lungo la strada: vogliamo sentirci indipendenti dalle facili comodità, ed affrontare così tutti gli inevitabili disagi, ma anche gioire di quelle piccole soddisfazioni che ci può riservare tutto questo periodo da trascorrere su di una casa viaggiante. Poi ci siamo lasciati andare a qualche risata e a qualche chiacchiera senza importanza, come per ritrovare la giusta serenità dopo tante ore di guida, prima di impegnarci a sistemare e mettere in ordine tutte le cose tirate fuori per la nostra prima cena fuori da casa. L’ora di andarcene tutti a dormire, naturalmente, è giunta poi piuttosto in fretta, specialmente per Antonio che si è impegnato in prima persona a guidare il camper per tutto il giorno, e così abbiamo sistemato i letti e tutto quanto l’occorrente per questa notte e per le prime attività della mattina seguente, finendo per coricarci già pieni sonno, una volta indossato l’abbigliamento adeguato e controllata più di una volta l’accensione giusta della nostra stufetta di bordo. Adesso scrivo le ultime cose prima di spengere la mia piccola luce elettrica. Sono molto contenta, devo proprio riconoscere: mi sento in pace con tutti e con tutto. Trovo elettrizzante avere davanti un’intera vacanza così. Spero soltanto che tutto proceda nella maniera migliore.

 

            Bruno Magnolfi

mercoledì 12 gennaio 2022

Qualcosa di importante.


            Naturalmente tutti quanti trovano bellissima Concarneau, con i suoi famosi bastioni e le sue mura d’altri tempi. Comunque aver lasciato il camper in un parcheggio custodito, ed aver fatto un giro a piedi tutti assieme lungo questa città fortificata, è stata sicuramente un’ottima idea, anche se adesso, seduti ad un tavolino di un caffè proprio sul mare, sembriamo quasi quattro sciocchi ragazzini che giocano soltanto a perdere del tempo con argomenti leggeri e piccole battute spiritose. Ci stiamo annoiando, questo è il punto, ed anche se finora ogni piccola scaramuccia tra di noi è rientrata rapidamente già nei giorni scorsi, forse perché alla fine siamo anche persone responsabili, questa vacanza alla lunga sta mostrando però qualche nervo scoperto, che forse proseguiamo a fingere di non voler vedere. Non capisco, per esempio, per quale strano motivo mia moglie Sandra, generalmente piuttosto espansiva, è sembrata quasi ignorarmi nelle ultime giornate; mentre Toni, allontanato per qualche attimo dal suo ruolo di autista in capo del nostro mezzo, è sembrato perdere rapidamente qualsiasi altro interesse alla vacanza e al giusto svago che siamo venuti a cercare fino in Bretagna. Addirittura in certi momenti lui nei miei confronti mi è parso quasi a disagio, come se non contassero più niente tutti gli anni di confidenze e di amicizia tra di noi, tali da farci superare insieme certe volte anche dei momenti poco favorevoli.

            Parigi, con la sua gente in rivolta, da qui sembra proprio lontanissima, e le notizie sulle proteste di piazza contro il governo, che infiammano queste giornate sui boulevards, appaiono adesso, dal nostro punto di osservazione, quasi dei gesti assurdi. Ci avvolgiamo subito e con facilità nel nostro lecito desiderio di godere appieno la vacanza, anche se per ognuno di noi forse non pare poi del tutto necessario, perché sembra chiaro come la realtà distaccata e sonnacchiosa almeno di questa estrema provincia francese, venga comunque facilmente in nostro aiuto, mostrandosi sempre un po’ in affanno nel comprendere davvero e nel reagire a tutti quei fatti così crudi. <<Domani andiamo a fare visita ai menhir>>, dico tanto per darci delle prospettive leggere, ricordando una meta che agli inizi del viaggio avevamo già indicato. Lina annuisce con un leggerissimo sorriso sulle labbra. Ho sempre l'impressione che lei abbia in mente qualcosa che io stento proprio a comprendere, e dopo che mi ha sfiorato con un bacio, appena un paio di giorni fa, adesso ho quasi paura di rimanere per combinazione da solo insieme a lei. Tra due o tre giorni ancora dovremo riprendere la strada verso casa, e forse ci sarà la possibilità di affrontare prima o dopo gli argomenti di cui tirare i fili, piuttosto che fingere non sia successo niente, giusto per vigliaccheria. Forse però, a pensarci meglio, non è successo davvero niente di importante, e tanto varrebbe forse restare indifferenti a tutto, proprio come in questo momento.

            Sandra, davanti a questo pallido sole invernale, si è messa con la faccia stesa e gli occhi chiusi a godere appieno del tepore dei suoi raggi, ma in qualche momento lei sembra quasi un felino pronto a difendersi, e forse persino ad attaccare. <<Tu, cosa vorresti fare>>, le chiedo tanto per sentirmi rispondere almeno qualcosa. <<Certo>>, fa subito; <<i menhir vanno assolutamente visitati>>. Gli altri sembrano adesso quasi senza una vera e propria opinione, perciò archiviamo l'argomento dando l’idea per approvata, ma siccome è ancora presto, a Toni, che sta osservando la cartina tirata fuori adesso da una tasca, viene a mente di dire che per la cena potremo trasferirci dalle parti di Quimper, che non è lontano ed è senz'altro una città che dobbiamo almeno attraversare, per poi in seguito puntare quindi verso la costa, magari fino alle scogliere di Guilvinec, dove naturalmente accamparci per la notte. Sandra però dice che si sente leggermente stufa di osservare l’oceano tutte le sere, e che forse potremo restarcene nell’entroterra, in un posto di campagna, così io non dico niente, ed anche Lina non mostra un proprio parere. Ci facciamo dare un quotidiano locale, e lentamente si torna verso il camper, con qualche busta in mano piena di cose da mangiare che abbiamo comperato. Il motore riparte allegramente, Antonio si piazza subito alla guida, come sempre, poi ci avviamo in direzione di Quimper. A Parigi ci sono stati molti scontri, dice il giornale, ed i manifestanti hanno dato fuoco a decine di autovetture, sembra. Ma alla pagina che maggiormente ci interessa si spiega che le maioliche della zona sono assolutamente da vedere, ed in città c’è persino un piccolo museo a loro dedicato, e così vediamo di fronte la concreta possibilità di acquistare qualche vasetto o qualche oggetto-ricordo da portarci a casa. <<Va bene>>, si dice allora tutti sottovoce, <<facciamo in questo modo, avanti di renderci conto che purtroppo abbiamo tralasciato qualcosa di importante>>.

 

            Bruno Magnolfi

martedì 11 gennaio 2022

Scelte finali.


            Non è stato sempre facile rimanere accanto ad una persona come mio marito. Lui non ha mai mostrato una grande personalità, oppure delle caratteristiche troppo spiccate del carattere; però, è sempre stato il tipo di persona che se si mette in testa una cosa, è giusto dire che generalmente la porta avanti con una certa caparbietà, senza mai ripensarci sopra o anche tornare sui suoi passi, come invece fanno tanti altri. In tutti questi anni, ancora da prima del momento esatto in cui ci siamo sposati, spesso però ho dovuto correggerlo, quasi instradarlo, fargli comprendere ogni volta che cosa aveva di fronte, e come doveva affrontare le cose, anche se poi sono le stesse che capitano normalmente a chiunque. Spesso mi ha ascoltato, e le volte che non lo ha fatto ho dovuto inventare qualche sotterfugio per riuscire a fargli fare ugualmente quello che era più giusto, persino nel suo ambito lavorativo. Poco alla volta si è abituato a chiedere a me l’opinione corretta da manifestare negli ambienti che frequenta, e devo dire che fino ad oggi si è quasi sempre comportato proprio come doveva, senza inseguire delle opinioni troppo individuali o poco auspicabili. Naturalmente non mi sono mai imposta con lui, ma ho lasciato che ogni volta maturasse una propria opinione, salvo portarlo con naturalezza a correggerla se eventualmente fosse stata sbagliata.

            Non mi lamento, ed anche se a volte mi verrebbe da sbuffare nel rendermi conto dell’energia che devo impiegare ogni volta anche soltanto per aggiustare qualcosa dei suoi comportamenti, mi limito comunque a farlo nascostamente, quando resto da sola, e in ogni caso senza far rendere conto ad Antonio di tutta questa mia fatica. Non abbiamo figli, ho sempre sorvolato su questo problema quando si è presentato, e in fondo sono contenta così, anche se a mio marito sarebbe sicuramente piaciuto occuparsi di qualche marmocchio da lasciar scorrazzare per casa. Non è il mio genere, ecco tutto, anche se a me piace molto impegnarmi nelle attività casalinghe. Sono serena però, dopo tanti anni coniugali, e non intravedo grandi preoccupazioni all'orizzonte, per cui ritengo che quanto sono riuscita ad ottenere sia già un buon punto d'arrivo. Antonio ad esempio, adesso non saprei neanche dire per quale motivo, mi ha chiesto da subito, quando abbiamo iniziato questa vacanza, di poter dormire dal lato accanto alla scaletta sopra la cabina di guida, nel letto di questo camper, ed io l'ho accontentato, anche se non ero del tutto d'accordo. Ma basterà domani mattina doverlo scavalcare per andare a mettere la macchinetta del caffè sopra al fornello perché cambi questa idea. Non che mi importi poi molto, però sono convinta che la mia giusta posizione non sia questa, e sono certa che lui avrà sicuramente modo di rendersene conto piuttosto in fretta.

            Mi piace affrontare, insieme a questa vacanza, quell’inevitabile confronto diretto con i nostri amici di sempre, e convivere qua dentro per questo paio di settimane invernali le inevitabili ristrettezze a cui ci costringe questo mezzo, decidendo semplicemente volta per volta quali siano le scelte migliori da fare, la trovo un’esperienza importante, quasi una prova di resistenza. Con Sandra non ho mai intrattenuto una grande vicinanza di vedute. Sicuramente è una persona molto diversa da come sono fatta io, ma questo alla fine non ha neppure troppa importanza, considerato che sono sicura di avere delle convinzioni più forti delle sue, tanto da non sentirmi mai davvero a disagio in sua presenza. Sono sicura soprattutto che le cose potranno scorrere bene in questo camper, specialmente se a nessuno di noi quattro verrà a mente di prendere qualche decisione che poi valga per tutti, anche se ci saranno sicuramente le condizioni per poter correggere eventualmente qualsiasi errore possibile. Sono partita da casa con l’intenzione ferrea di mostrarmi il più possibile aperta, disponibile, morbida, in modo da permettere a tutti e tre, oltre a me stessa,  di far trovare i propri spazi per riuscire ad affermare nelle piccole cose le rispettive personalità di ognuno, e con queste convinzioni sono sicura di instaurare da subito il clima giusto. <<Lina>>, mi dicono tutti adesso, come se riponessero davvero piena fiducia nel mio saper essere equilibrata; <<cosa proponi di fare per la cena?>>. Ed io sorrido, mi schernisco, fingo di pensarci, anche se alla fine so già perfettamente cosa mangeremo tutti quanti, ed anche dove sosteremo questa sera, nonostante già da adesso intenda lasciare aperta persino la possibilità di una scelta finale, per ognuno di loro.

                         

            Bruno Magnolfi

domenica 9 gennaio 2022

Ambiguità.


            Stasera pare proprio che Sandra ne abbia bevuto un po’ troppo di vino bianco durante la solita cena, stavolta a base di pesce opportunamente grigliato all’esterno del camper su di un piccolo braciere a carbone portato ovviamente da casa. Quando gli argomenti si fanno particolarmente leggeri, lei è sempre la prima capace di ridere fino alle lacrime per qualsiasi sciocchezza venga tirata fuori da chiunque, ma in modo speciale quelle di suo marito Renato. Antonio e la Lina invece si divertono anche soltanto a vederla così, con la faccia rossa e gli occhi semichiusi, mentre ripete a voce alta le parole più significative degli altri, come fossero le cose più divertenti del mondo. Il cane Ettore, il loro boxer di piccola taglia perennemente sdraiato tra i piedi di tutti, almeno quando tutt'e quattro stanno seduti al tavolino nella zona posteriore del mezzo, sembra non cogliere niente del buon umore circolante, limitandosi a chiudere gli occhi ogni tanto e a muovere leggermente le caratteristiche zampe tozze. Comunque tutti quanti si sono già stufati di fare dei nuovi veri programmi per il giorno seguente o addirittura a più lunga scadenza: oramai, ogni volta che si trovano di fronte ad un bivio, si limitano a seguire le piste migliori che si ritrovano davanti al parabrezza, giusto osservando senza grande attenzione la cartina stradale, e scrutando ogni volta per sicurezza il panorama che vedono dai finestrini del camper. In fondo è soltanto una vacanza, pensano semplicemente tutt’e quattro, tanto vale lasciarsi andare agli umori del momento.

            Però non rinunciano ugualmente a fare dei progetti, indagare sulle guide cartacee, naturalmente quando sono fermi, ed individuare quel qualcosa di interessante delle varie zone lungo la costa normanna, tanto da far saltare all’attenzione un luogo da visitare, oppure quell’altro, anche sapendo in partenza che forse non seguiranno mai quanto viene prefissato ogni volta. Domani probabilmente rientreranno in Bretagna, seguendo la via che inizialmente li riporta a sud verso Rennes, ma lasciandola presto, per puntare facilmente di nuovo verso la costa. Il mare Celtico ha reso molto frastagliato quel litorale, l’idea potrebbe essere quella di vagabondare senza una vera meta tra i piccoli villaggi che sono presenti tra Saint-Brieuc e Morlaix, divertendosi a visitare i luoghi panoramici sulle falesie e a cercare dei posti incantevoli dove parcheggiare il camper per trascorrere la notte. Sono quasi a metà della loro vacanza, e tutti hanno assolutamente intenzione di visitare, prima di lasciare la Francia, sia le città bianche, sia i menhir che si trovano nella parte meridionale, avanti di far rotta verso casa. Toni nel pomeriggio si è lasciato andare a dei discorsi un po’ strani con Sandra, e mentre loro due sceglievano il pesce più fresco in una piccola pescheria locale, lui ha improvvisamente affermato che le piacciono molto i suoi modi di fare, e soprattutto quella maniera svagata che lei adotta quando sembra non preoccuparsi mai più di tanto di parecchie delle cose ordinarie. Lei ha apprezzato questi discorsi, e gli ha sorriso, quasi meravigliata, anche se non si è sentita di commentare neppure una sola parola, e forse è per questo che nella serata si è lasciata un po' andare, fino a mostrarsi decisamente più allegra e strampalata del solito.

            Si conoscono da tanto tempo, hanno già fatto in quattro qualche piccola vacanza, mostrando di essere abbastanza complementari con le loro personalità, tanto da decidere di affrontare con entusiasmo questa piccola avventura attuale. Però lei i complimenti di Antonio non se li sarebbe mai aspettati, tanto più che a ripensarci non ha neppure avuto in passato molte possibilità di ritrovarsi da sola insieme a lui. E forse non ha neppure mai cercato una grande confidenza con Toni, forse soltanto perché ha sempre visto l'immagine di sua moglie sovrapporsi alla sua personalità, quasi a coprirlo, come se frapponesse una specie di scudo protettivo di tipo sentimentale a quanto gli sta attorno, sicuramente soltanto per salvaguardare al massimo l’integrità del loro rapporto coniugale. Più tardi invece a Sandra le è tornato naturale all’improvviso guardarlo in un altro modo, quasi lo vedesse per la prima volta. Però, subito dopo, le è anche iniziato ad attraversare la mente un'illuminazione terribile: una rivalsa, una ritorsione, una piccola vendetta di Antonio nei confronti di sua moglie Lina. Così ci ha pensato più a fondo, e le è parso che qualcosa non tornasse del tutto in quei comportamenti. Però non ha saputo pensare niente di definitivo, e forse alla fine ha deciso come non sia proprio il caso di tirar fuori qualcosa che possa persino rompere gli equilibri assestati, laddove in fin dei conti non è successo proprio niente di particolare: qualche incomprensione, qualche piccola ambiguità negli atteggiamenti; nient’altro.

 

            Bruno Magnolfi

venerdì 7 gennaio 2022

Sotto controllo.


            Secondo me non è stata una buona idea quella di transitare rapidamente da Saint-Malo, e poi seguire la strada costiera spingendoci su al nord, verso la Normandia, quasi per snobbare, almeno durante questi primi momenti in terra di Francia, tutta la regione Bretone, che nei nostri scopi prefissati prima di partire, doveva essere la meta principale da percorrere e visitare durante tutto il viaggio. Ma ad Antonio piace tanto stare al volante di questo scatolone viaggiante, e lasciarlo guidare aumentando il più possibile i chilometri da affrontare, è proprio come offrire qualcosa da bere a un ubriaco. <<Come stiamo andando, Toni>>, gli chiedo ad un tratto quasi per noia, affacciandomi in cabina ed andando a sedermi, scavalcando lo stretto passaggio con il retro del camper, tra lui e mia moglie Sandra, che si è offerta fino a questo momento di tenergli compagnia.  Naturalmente da almeno mezz’ora stiamo percorrendo la costa frastagliata di Cancale e Le Vivier-Sur-Mer, e tra non molto dovremmo essere in vista del famoso Mont Saint-Michelle, anche se la strada poco per volta sembra allontanarsi sempre più dalle larghe spiagge della Manica, lasciando grande spazio a delle immense spianate di sabbia umida e scura, dove qualcuno fila via con il suo trabiccolo composto da tre ruote con la vela. A nessuno di noi interessa molto fare visita al santuario, così decidiamo tranquillamente di proseguire diritti fino a Cherbourg, dove magari ci potremo fermare per il pranzo, e poi riprendere a viaggiare nella medesima direzione, per scegliere in seguito un luogo particolarmente bello sulla Manica, adatto per cenare e per trascorrervi la notte.

            <<Tutto a posto, sostanzialmente stiamo consumando poco gasolio; ma stasera al più tardi dovremo comunque fare rifornimento>>, fa lui come se tutto il suo compito in questa vacanza si esaurisse nel tenere sotto controllo il mezzo meccanico. Ci frequentiamo da tanto tempo io e lui, e bene o male ci siamo sempre rispettati, pur riconoscendo a vicenda una certa differenza di carattere. Lui è meticoloso, poco propenso a passare sopra qualcosa che non gli torna bene. Per me è diverso: ritengo di essere forse più fantasioso, e magari anche capace di perdermi e appassionarmi qualche volta dietro a delle sciocchezze che per indole ritengo subito assolutamente fondamentali, nello stesso momento in cui le prendo in considerazione, nonostante magari ne riconosca in seguito le vere caratteristiche poco interessanti. Mia moglie Sandra dice di me che tengo la testa immersa perennemente dentro le nuvole, ma non so se sia del tutto vero, considerando che è quasi una posa per i miei comportamenti giocare ad essere un personaggio un po’ fumoso, a volte quasi imprevedibile. Comunque Antonio è sempre razionale, e questo fatto molte volte mi riporta rapidamente a considerare meglio tutte le mie cose, cioè a guardarle con un differente e più concreto punto di vista, ed è forse questo il legame più forte che abbiamo tra noi due: il suo divertirsi nell’assistermi mentre fingo di cambiare facilmente di opinione, quando magari sto pensando solamente a disorientare e basta la sua proverbiale e ferrea logica.

            Ci siamo conosciuti tanti anni addietro, quando ambedue lavoravamo per delle diverse imprese di logistica. Naturalmente lui ha fatto carriera all’interno di quell’ambito, ed io al contrario ho dovuto presto cambiare occupazione, per andare infine a dedicarmi di risorse umane per una grossa impresa di edilizia. Certe volte mi chiedo se siamo veramente amici: sono convinto che lui farebbe quasi di tutto per me; per salvarmi da un pericolo, per aiutarmi in qualcosa, evitarmi un guaio. Io invece mi sento più distante dai suoi modi, però ritengo che i suoi comportamenti siano senz’altro migliori dei miei, anche se certe volte devo dire che mi annoiano. Affrontare una vacanza intera con così poche possibilità di sfuggire gli uni dagli altri, devo dire che non mi aveva dato l’impressione di poter mostrarsi rapidamente come una gabbia, ma adesso che siamo in ballo devo ricorrere sempre più spesso a dei comportamenti calmi e riflettuti, per non iniziare subito a sbuffare o a lamentarmi. <<Se vogliamo farci una doccia dobbiamo anche preoccuparci di riempire il serbatoio dell’acqua>>, dico alla fine, tanto per allungare un po’ il discorso. <<La cosa migliore sarebbe trovare un distributore di benzina completo di tutto>>, fa lui come se avesse già previsto questa possibilità. <<In ogni caso dovremmo incrociarne uno piuttosto grosso lungo questa strada, fra non più di dieci chilometri>>. Bene, penso senza dire niente; allora è tutto sotto controllo.

 

            Bruno Magnolfi

mercoledì 5 gennaio 2022

Cose chiare.


            Il cane stamani ha iniziato ad uggiolare ancora prima che dagli spiragli dei finestrini del camper filtrasse la luce tenue dell’alba. Renato ha tentato di ignorarlo per qualche minuto, ma alla fine si è dovuto alzare dal letto, vestendosi in fretta e alla meglio cercando di non provocare troppo rumore, soprattutto per lasciare agli altri la possibilità di riposare ancora per un po’, infilandosi poi gli stivali di gomma nella certezza di trovare fuori il terreno completamente bagnato dalla pioggia della sera precedente. Infine è uscito, con il suo boxer di piccola taglia al guinzaglio, piuttosto agitato ma sicuramente felice di questa scelta. Negli ultimi due giorni lui non ha guidato quasi mai il grosso mezzo, lasciando agli altri, soprattutto ad Antonio, il compito di attraversare su strade secondarie il tratto di costa più occidentale della Francia, fino a giungere a Brest, porto militare, città piena di storia, all’interno di una rada naturale enorme e magnifica. Il clima atlantico è molto umido in questa stagione, anche se durante la giornata spunta certe volte un debole e pallido sole. Lui non si sente più a proprio agio come nei primi giorni dopo la loro partenza. Qualcosa forse ha iniziato ad incrinarsi, anche se il suo comportamento nei confronti degli altri è rimasto assolutamente il medesimo, proprio come se niente fosse accaduto tra lui e la Lina.   

            Effettivamente nulla è davvero accaduto, solo che a Renato è capitato negli ultimi giorni di guardare lei, immersa come sempre nel suo solito riserbo, in una maniera leggermente diversa dal solito, quasi accarezzando quella maniera così rara e personale di essere amica di tutti, e di intravederne un lato attraente che all’improvviso era sicuro di non avere mai minimamente notato, o a cui fino a quel momento non aveva mai fatto caso. Lina probabilmente si è accorta di qualcosa, e forse ha atteso pazientemente il momento più giusto, e ormai giunti dalle parti di Saint-Brieuc, quando proprio a loro due insieme è toccato il turno per andarsi ad infilare in un supermercato del luogo per i soliti acquisti di approvvigionamento del camper, soffermandosi un attimo all’entrata ha detto a Renato, o meglio semplicemente fatto capire, che c’era da qualche tempo del magnetismo nei suoi modi a cui lei non riusciva a mostrarsi troppo indifferente. Allora si sono sorrisi, spingendo il carrello e scegliendo le varie cose sopra gli scaffali, ma con una maggiore intensità e frequenza del solito, come provando d’improvviso delle sensazioni inedite, ed allungando la fase di quegli acquisti anche più del dovuto, pur senza dirsi molte altre cose, comportandosi alla fine come per gustare il più a fondo possibile quel loro piccolo segreto improvvisamente svelato.

            Per lui adesso però è diventato all’improvviso tutto difficile: da un lato non vorrebbe far scorgere agli altri la sua nuova ed inedita simpatia, e dall’altro si sente dispiaciuto di non poter affrontare ancora l’argomento con Lina, e nemmeno di poterla avvicinare più del consentito in quella situazione che all’improvviso è diventata un estremo limite ai suoi desideri. Stamani, uscendo con Ettore scodinzolante e pieno di energia, ha immaginato che lei magari lo raggiungesse dopo qualche minuto, e così, dalle parti del faro di Portzic, ha atteso a lungo mentre si trovava ancora in vista del camper perfettamente immobile, frenato sulla cima della bassa scogliera. “Non può”, ha pensato subito comunque. “Non è assolutamente possibile”. Lei lo ha sentito distintamente mentre usciva dal camper con Ettore, ma pur sveglia e cosciente non ha azzardato alcun movimento, sia per non creare sospetti, sia per non mostrare esagerazioni nelle sue accese simpatie per Renato. “Niente deve cambiare”, ha pensato Lina in questi pochi giorni. “Non certo per paura del nuovo, o per il piacere di provare dei sentimenti oscuri. Ma soltanto a dimostrazione del fatto che si possono avvertire delle sensazioni senza riscontrare contemporaneamente una sola ragione giusta per permettere loro di svilupparsi. Sono piccole cose, piccole tenerezze forse senza alcuna importanza, di cui magari è bene sorridere, come fossero quasi dei pensieri infantili”. 

            Infine rientra Renato, tutti si sono già alzati dai letti, ed il caffè sta persino bollendo sopra al fornello. <<Buongiorno>>, dicono tutti, ma lui adesso, pur rispondendo con cortesia, si sente vagamente svogliato e distante da loro. Non si trova più a proprio agio, questo è il punto, e forse più tardi chiederà agli altri se non sia il caso di imboccare una strada veloce per il ritorno alle proprie case, perché secondo lui le giornate in quattro hanno iniziato a mostrarsi un po’ pesanti e noiose, e c’è a suo parere quasi un’aria poco piacevole che si respira adesso dentro quel camper, tanto che forse è ormai giunto il momento di dirlo sul serio, e prendere quindi qualche decisione.

 

            Bruno Magnolfi

lunedì 3 gennaio 2022

Avanti e indietro.


            Lavare i piatti e le pentole in questo piccolo lavello con delle dimensioni pressoché adatte alle bambole, ed usando peraltro il minimo di acqua indispensabile, non è certamente un’attività troppo semplice. Però mi sono offerta subito di occuparmene direttamente, in questa prima serata della nostra lunga gita con questo camper, perché in seguito credo che non avrò molta voglia di dedicarmi ad altre cose che non siano legate in qualche maniera alla sola cucina. Gli altri naturalmente davanti alla mia proposta non hanno fiatato, forse anche perché immaginano nei prossimi giorni di dover fare delle semplici turnazioni per tutte queste incombenze, ma a me va benissimo proseguire ad occuparmi delle stoviglie anche per tutto il periodo, specialmente se quando ci fermiamo in qualche luogo per pernottare, riusciamo a trovare vicino al nostro mezzo la maniera per rifornire il serbatoio di bordo con acqua abbondante. Gli altri ridono adesso mentre stanno seduti a sorseggiare qualche bicchierino di grappa, ma a me non sembra proprio che ognuno di loro riesca ad accampare degli argomenti davvero spiritosi. Dobbiamo comunque stare parecchio su di giri tra di noi, ed essere sicuramente disponibili a tutto, per adattarsi anche a dormire in questi scomodi letti, nonostante si sia già deciso quali saranno le varie postazioni per ognuno, ed ogni variabile sembra ormai prevista e ben pianificata. Renato, nel pomeriggio, durante una piccola sosta, prima di giungere in vista della catena alpina, mi ha sfiorato una mano, forse involontariamente, però lasciando subito un segno tra i miei pensieri, come se la nostra lunga amicizia potesse subire un’accelerazione vorticosa in un ambito del tutto nuovo come questo.

            Probabilmente lui non si è neppure accorto di aver manifestato una vera e propria differenza nei propri atteggiamenti, ma a me è sembrato che già durante la cena nel camper i suoi sguardi si fossero fatti leggermente diversi nei miei confronti: forse più intensi, più interessati, non saprei dire adesso. Ci sarà tutto il tempo comunque per affrontare meglio questo argomento, e in ogni caso non mi sembra che le cose tra Sandra e Renato vadano particolarmente male in questo periodo, anche se è sempre difficile valutare adeguatamente certi aspetti negli altri. Prima di andarcene tutti a dormire comunque, stasera troverò senz’altro il momento più adatto per restare da sola con la mia amica, e così sarà forse sufficiente buttare lì qualche domanda vagamente insidiosa, per venire presto a conoscenza di qualcosa in più sui suoi rapporti coniugali con Renato. Lui a me è sempre piaciuto, però ho tenuto costantemente celata questa mia affinità. Non ha senso sciupare le proprie conoscenze di sempre con qualche gesto d’impulso che non potrà mai portare a dei risultati positivi, ho sempre pensato. Però adesso è diverso: probabilmente con questo viaggio e muovendoci in degli spazi ristretti, possono aprirsi dei margini che forse non avremmo mai sospettato.

            <<Signor Buggiano>>, dico d’un tratto a mio marito Antonio con voce alta, semplicemente per mostrare a tutti che ci sono anche io. <<Spero ti sia già preoccupato di sistemare al meglio il nostro giaciglio>>, domando con una vena ironica ma bonaria nella mia voce. Di fatto abbiamo deciso di dormire nella postazione subito sopra il tetto della cabina di guida, anche perché Sandra e Renato, avendo il cane, riescono così a controllare meglio la situazione dormendo nella zona posteriore e bassa del camper. A queste parole, come per il suono di una campanella, si alzano tutti dal tavolino, ed iniziano a sistemare davvero le cose che servono, tirando fuori i cuscini e le coperte dalle cassapanche, ed organizzando gli oggetti che possono servire durante la notte. Dobbiamo riposarci al massimo, penso mentre asciugo e metto via le ultime cose: domani avremo molti chilometri di strada da percorrere, addirittura più di quelli che abbiamo coperto oggi, se vogliamo davvero rispettare il nostro programma. Sandra subito esce, per un ultimo giretto attorno al nostro mezzo con il cane Ettore, e Renato rapidamente fa sparire il tavolo per comporre come previsto il piano del letto dove dormiranno loro due. Sorrido tra me: è una situazione divertente, leggera, che in tanti anni di conoscenza non avevamo mai neanche tentato; forse saranno giornate divertenti e spensierate le prossime, o magari dovremo confrontarci con qualcosa che al momento neppure immaginiamo. Ma spesso si presenta così persino lo stesso scorrere del tempo: una collana di eventi che certe volte si spingono in avanti, e in altri casi sembrano tornare direttamente indietro.

 

            Bruno Magnolfi

sabato 1 gennaio 2022

Interesse simulato.


            In fondo al lungo guinzaglio di colore rosso, il cane Ettore annusa in giro la fiducia spassionata che nutre nel trovarsi in quel momento insieme ad un umano, che anche se non risulta esattamente il proprio capobranco, almeno è un individuo che lui conosce piuttosto bene e a cui non lesina certo qualche confidenza ogni volta che lo vede. “Si è fatto bene a spingerci verso nord fino a questa costa così selvaggia e particolare”, pensa adesso Antonio; perché, nonostante tutti i dintorni siano punteggiati da piccole fortificazioni difensive di massiccio e scuro calcestruzzo, ed ogni angolo del litorale sembra ancora parlare del famoso e ridondante sbarco, il luogo naturalistico si mostra comunque assai notevolmente bello. E’ buio adesso in questa zona meridionale di Le Havre, ma per loro quattro essersi spinti fino a raggiungere la foce larghissima della Senna in questo punto, è stata sicuramente un’ottima idea, considerato che per quegli ultimi giorni francesi potranno dedicarsi alla Bretagna vera e propria, spingendosi più a sud già verso il confine italiano.

            Gli altri sono rimasti dentro al camper a leggere e ad ascoltare musica, ma a lui piace vagare a piedi anche di sera, dopo la cena consumata intorno al piccolo tavolo all’interno, senza mai una vera meta, e poi scoprire in questo modo qualche dettaglio, studiare dei particolari più sfuggenti, farsi accarezzare dal cielo freddo della notte e sorvegliare i propri passi con una semplice lampada tascabile. Da questo punto appaiono scintillanti tutte le luci della città e del porto lungo la Manica, ed un certo chiarore nell'aria lascia intravedere i viottoli e la larga spiaggia più avanti intorno a Le Moulin Saint Georges. Ettore segue delle piste incomprensibili, e comunque si gode l’aria fredda e salmastra del vicino oceano, stasera calmo e senza vento, giusto con delle onde lunghe e rumorose che da lontano vengono ad infrangersi sui bassifondi sabbiosi dell’estuario. Ettore va avanti, elabora la sua mappa odorosa, Antonio in certi momenti è soltanto un suo servente.

Poi sentono un rumore in mezzo agli alberi, non troppo forte da mettere in allarme e fare abbaiare il cane, ma neppure troppo piccolo da essere trattato con piena indifferenza. Lui punta la sua lampada da quella parte, ma tutto adesso sembra immerso nel silenzio. Muove dei cauti passi in quella direzione, sempre cercando di capire cosa possa aver provocato quella anomalia, ed infine la vede, una piccola volpe spaventata, che scruta l’aria restando il più possibile nell’ombra. Antonio la guarda, immobile, e l’animale annusa l’aria per qualche attimo, poi va a rifugiarsi dentro la sua tana, come mostrando indifferenza per quello che sta accadendo tra quegli alberi. Insolito incontrare una volpe, diffidente com’è, tanto più vicino alla costa, ma la natura è composta anche da tante piccole divergenze dalla norma, tali da mostrare a volte delle attitudini in via di cambiamento.

Antonio si avvicina alla tana ai piedi di un grosso albero di quercia, illumina la zona per capire se la volpe tornerà a farsi vedere, e intanto il cane annusa tutta la zona circostante. Nessun movimento, tutto sembra rientrato nella piena normalità indicata dalla natura, e lui sta già quasi tornando sui suoi passi, quando il piccolo animale dal colore rossiccio e il muso bianco torna a farsi vedere per un attimo, curioso di qualcuno che raramente in quella stagione è possibile incontrare. Ci starebbe bene una fotografia, pensa lui come per trattenere un piccolo ricordo di questo strano incontro, ma non sembra possibile incamerare in una semplice immagine un’emozione di quel genere. Così Antonio si limita ad osservare il più a lungo possibile quella piccola volpe così curiosa, e quando quella rientra nell’anfratto all’interno del quale prosegue ad affrontare il freddo invernale ed il suo naturale riposo stagionale, lui volta i propri passi indietro, evitando di disturbare ulteriormente la tranquillità dell'animale.

Ettore sembra non aver colto neppure troppo dell’incontro insolito, ed Antonio torna con calma verso il camper luminoso e pieno di vita: “non ci sarà neanche bisogno di spiegare agli altri troppe cose”, pensa adesso con dolcezza; in fondo ci sono delle sensazioni che sembra impossibile trasmettere a qualcuno con lo stesso esatto sentimento con cui sono state avvertite. Tanto vale limitarsi o astenersi del tutto, evitando uno sciocco tentativo di farne partecipi per forza qualcun altro. E’ meglio conservare per se stessi certi brividi, piuttosto che tentare una blanda partecipazione d'altri, un comportamento che nell’immediato magari potrà solo dimostrarsi, la maggior parte delle volte, solamente una maschera di sorpresa compiacente, oppure addirittura un interesse simulato.      

 

Bruno Magnolfi