venerdì 20 febbraio 2009

20 febbraio 2009



           Le nuvole nel cielo disegnano fantasie di bianco in movimento, senza fermarsi, continuando a rotolarsi lentamente tra sbuffi e ciuffi sempre nuovi e sorprendenti. Come l’acqua quando forma pozze senza forma, o si allarga su una superficie liscia raggrumandosi in dense gocce vischiose. Come il vento che rammolina tra le fronde degli alberi e dietro agli spigoli delle case sbatacchiando impetuoso foglie secche e cartacce della strada. Come il sangue, senza sosta dentro noi, a disegnare ghirigori rossi che non indicheranno nulla.

          Bruno Magnolfi






mercoledì 18 febbraio 2009

18 febbraio 2009



            Ci sono giorni in cui ci si ferma a ricordare. Emergono da chissà dove e senza motivo parole o espressioni di persone che ci appaiono trasformate dalla nostra fantasia, estrapolate dai contesti di cui avevamo memoria. Piccoli dettagli divergono da ciò che si credeva fino ad un attimo prima, e una cornice nuova e sfumata incasella la nostra memoria in maniera inaspettata. Si resta in bilico tra la concezione nostalgica del ricordo e la sua interpretazione attuale che funge da stimolo per scoperchiare nuove cose. Cambiano i significati dei concetti e tutto viene plasmato in funzione di qualcosa di cui non sappiamo niente. Ecco, è allora che possiamo riuscire a superare i monotoni elementi costitutivi quotidiani e spingerci fuori da noi, cambiare, perché cambiare è il faticoso scopo.
             

              Bruno Magnolfi




martedì 17 febbraio 2009

17 febbraio 2009


           
            Forse non è possibile arrogarsi la responsabilità individuale di scrivere sui muri, sui marciapiedi, sui manufatti cittadini: vergare là sopra dei pensieri, delle cose, delle affermazioni che possono essere anche di estremo valore intellettivo, ma che infine esprimono solo l’espressione di una sola persona, di un solo individuo pensante.  Non è possibile, o almeno il limite di questa arroganza è la mancata condivisione da parte di altri dei pensieri espressi, delle affermazioni fatte. Però così si neutralizza qualsiasi espressione. Ci impastiamo dentro a velleità populiste che non funzionano. Invece dobbiamo agire, svegliare le coscienze, urlare agli altri il credo che conserviamo dentro. Così va bene ancora scrivere, pensare, urlare ciò che custodiamo dentro, aprirsi, definire con gli altri i propri punti di arrivo e di partenza, e poi discuterne, confrontarne i termini, perché è solo così che potremo sentirci ancora vivi, degni della vita, pronti ancora a vivere.

          Bruno Magnolfi       

 

                                                                                                                                                                                                                   






lunedì 16 febbraio 2009

16 febbraio 2009



            Che poi abbia poco senso cercare nella realtà circostante i simboli dei pensieri che ci affollano la mente, è dato proprio dall’abbondanza straordinaria dei simboli stessi. E però spesso sono proprio quei simboli a rivelarsi migliori addirittura degli elementi che simboleggiano, forse proprio perché la loro caratteristica è quella di essere più sfuggenti, più cangianti, più interpretabili di tutto ciò che possono rappresentare. Se vogliamo dirlo in una sola parola, i simboli sono estremamente più interessanti dei simboleggiati. Forse anche più delle parole stesse, che spesso si fanno inadatte, inadeguate a spiegare qualcosa per cui basterebbe uno schizzo, un gesto, un accenno, mescolati ad un semplice pizzico di fantasia in chi osserva…

             Bruno Magnolfi



domenica 15 febbraio 2009

14 e 15 febbraio 2009




            Uno stupido palloncino mezzo sgonfio di gas sfuggito di mano a qualche incauto bambino, e ora rimasto impigliato ad un cavo della corrente elettrica teso tra due case. Si muove leggermente nel vento di città senza alcuna direzione, e resta lì ad oscillare di qua e di là chissà da quando e per chissà quanto tempo ancora, senza che nessuno si prenda la briga di rimuoverlo.


             Bruno Magnolfi






venerdì 13 febbraio 2009

11-12-13 febbraio 2009



            Dietro qualsiasi angolo di strada, in ogni momento in cui distrattamente camminiamo inconsapevoli, si può annidare per noi una sorpresa. Anche se il verificarsi di quella sorpresa è percentualmente bassissimo e quindi sarà molto facile che dietro quell’angolo ci sia quel niente a cui siamo abituati, siamo sempre più propensi a vivere immaginandoci le fortune che ci attendono. Forse è questa la grande illusione, che si concretizza nel tenerci vigili e attenti a qualsiasi piccolo, minuscolo segnale di avvertimento.
             

           Bruno Magnolfi




martedì 10 febbraio 2009

10 febbraio 2009



             Forse. Forse domani sarà una giornata migliore.


Bruno Magnolfi





lunedì 9 febbraio 2009

9 febbraio 2009




            Ci sono momenti in cui anche la lotta quotidiana diventa abitudine, ordinarietà. Ci si inchina di fronte a ciò che il mondo contemporaneo ci richiede e si va avanti fingendo che i nostri scopi siano a portata di mano.
             

Bruno Magnolfi



domenica 8 febbraio 2009

6-7-8 febbraio 2009




            Sta piovendo. E la pioggia lava le pietre e i manufatti di cemento delle strade e dei marciapiedi. Le grate delle fogne e le bocche di lupo ai cigli dei gradini gorgogliano lasciando sparire l’abbondanza d’acqua sotto la superficie della città. Come l’acqua tutto velocemente passa e si dimentica, come questi giorni che certe volte lasciano tutti nervosi perché sembrano dondolarsi sopra a dei niente di fatto che non risolvono i tanti piccoli problemi che se anche non vorremo porci, a nulla vale il nostro sforzo affinché si riesca a tenerli più a distanza. E poi la pioggia arriva e forse cancella anche i pensieri e i progetti che avevamo in mente, e come uno strappo improvviso tutto ci appare un po’ diverso, ma con uno sforzo cerchiamo come sempre di trovare il senso positivo delle cose. E allora fingiamo, anche con noi stessi, e siamo fintamente contenti di qualcosa di impalpabile, ed affrontiamo ancora un altro nuovo giorno, con il pianto agli occhi, come siamo abituati.
             

Bruno Magnolfi



giovedì 5 febbraio 2009

5 febbraio 2009



            Si osservano le strade, camminando lungo i tanti marciapiedi, e ci si rende conto che probabilmente sarà del tutto inutile qualsiasi nostro impegno per cercare di cambiare qualcosa. Però è certo che niente ci dissuaderà comunque dal provarci.
             

Bruno Magnolfi






mercoledì 4 febbraio 2009

4 febbraio 2009


           
            Osservando le strade poco per volta, capita anche di incontrare certe persone delle quali non si riesce neppure ad immaginare la personalità. Qualcuno cammina lentamente, sopra al grigio marciapiede, con gli occhi bassi, perso in chissà quali pensieri, stando ben attento al proprio cammino ed a nient’altro. Attorno a lui, le pietre, l’umidità della notte, le luci dei lampioni, ne avvolgono la fisionomia in un insieme completo e indissolubile. Alcuni fischiano a se stessi una vecchia canzone, dipanandone i tempi e rompendone gli schemi, attenti a non inciampare sul selciato ricco di sconnessioni e di fessure. Altri cercano attorno qualcosa che sta solo dentro se stessi, e annusano l’aria fresca e umida cercando una traccia da seguire, un elemento nuovo di cui fidarsi. Poi ci sono quelli che girano le strade in compagnia. Alcuni parlano con la voce alta che rimbalza sopra le facciate dei vecchi palazzi del centro. Dicono cose di poca importanza, cose sciocche, ma per scelta, per evitare di appesantire la fine tenue di una qualsiasi giornata. E parlano di se stessi, spesso, dicono quello che hanno visto, che hanno già detto, o che hanno pensato, e si trovano in accordo con i loro interlocutori fortunati, che dicono di sì con la testa, e a volte ridono, perché è solo ridendo che si può superare questa lentissima agonia.

Bruno Magnolfi





martedì 3 febbraio 2009

3 febbraio 2009


           
            Osservando le strade poco per volta, percorrendole a piedi scegliendo i muri e i marciapiedi dalle forme porose, a volte con larghe crepe a vista, a volte sconnessi e scalcinati, a volte nuovi e ben intonacati di fresco, mi sono reso conto di quanto i vari tratti delle vie cittadine siano differenti tra loro e spesso caratterizzati da piccoli elementi presi poco in considerazione. Ci sono certe volte dei marciapiedi larghi costruiti intorno a delle strade strette, come a dare maggiore importanza all’uomo piuttosto che al veicolo, anche se nella maggior parte dei casi è vero il contrario. Ci sono degli alberi a margine di qualche viale che insistono sopra a qualche muro, sovrastandolo, incrinandone la struttura con la loro spropositata vegetazione. C’è un glicine lungo una strada che conosco, che ha attorniato i ferri robusti di una recinzione, li ha avvinghiati nelle sue spire, lignificando negli anni, e poco per volta, con il suo tiro di cellule umide, con il suo lento meccanismo di fioritura e di assetto per l’inverno, con la sua naturale ricerca del meglio per sé, indipendentemente da tutto, ne ha scardinato lentamente i punti fermi, le infissioni stesse nel muro sottostante, ne ha devastato la struttura, sopraffacendola, e rifiorendo ogni anno a riprova della sua cruenta superiorità. Ci sono delle vecchie pietre che ospitano all’interno delle proprie fessure piccoli cespugli di piante forti e vitali, che assieme a loro sembrano quasi irridere alle difficoltà della vita. Poi ci sono i muschi e i licheni, meravigliosi, che creano nuova pelle ai materiali duri e ostici che avvolgono.

Bruno Magnolfi



lunedì 2 febbraio 2009

2 febbraio 2009


           
            E’ immorale imbrattare i muri, specialmente i muri vecchi che non hanno bisogno di parole per parlare di sé.


“Ed ecco al di là della strada, nel buio il vecchio muro grigio che osservo sempre con piacere: era sempre lì, antico e impassibile, fra una chiesetta e un antico ospedale, e di giorno posavo volentieri il mio sguardo su quella superficie ruvida; c’erano poche superfici così buone e silenziose nel centro della città dove su ogni mezzo metro quadrato un negozio, un avvocato, un inventore, un medico, un parrucchiere o un callista ti gridava in faccia il proprio nome.”
 “Il lupo della steppa.” Hermann Hesse.


Bruno Magnolfi




domenica 1 febbraio 2009

1 febbraio 2009


           
            Dentro alle scatole ordinate stavamo tutti assieme separatamente. Poi arrivò un pennarello indelebile ed iniziò a segnare tutte le scatole con un codice alfanumerico preciso e incomprensibile, e ci fece sentire tutti catalogati e incasellati dentro ruoli e modi di essere. La ribellione al pennarello indelebile è inevitabile anche se ridicola.



Bruno Magnolfi