Potrei
lasciare tutti di stucco, se solo ne avessi la voglia. Mostrare la mia vera
natura, urlare sulla faccia dei miei conoscenti che li ho solamente sopportati
fino a questo momento, e che da adesso in avanti sentendomi stufo delle loro
maniere di comportarsi, sarei in procinto di decidere a staccarmi da tutti
quanti quelli che mi girano attorno, e proseguire per conto mio, senza più
ascoltare i consigli di chiunque mi conosca, come fino ad oggi ho sempre fatto.
Mi prende la rabbia anche se sono da solo quando penso tutto questo, non so
bene neanche perché, però mi sembra di essere sempre stato trattato da questa
gente con grande superficialità, come se non contassi un bel niente, anche se in
seguito il malumore mi passa, ed allora con le mani dentro le tasche torno a
farmi vedere come sempre tra le panchine in mezzo alla piazza, davanti al
palazzo comunale del paese, per riprendere come se ne niente fosse le
chiacchierate di tutti i giorni. Vorrei soltanto che tutti sapessero che potrei
benissimo fare a meno di loro, che non ho affatto bisogno di starmene lì
insieme a tutti per sapere che sono qualcuno, e che se sopporto ancora la
situazione è soltanto perché sono socievole, aperto al dialogo, una persona
perbene, ecco.
Mi battono
una mano sopra la spalla, mi chiedono come vadano le cose, qualcuno beve una
birra direttamente alla bottiglia mentre mi guarda, e poi dicono sempre che uno
come me è proprio difficile da ritrovare, anche se subito si mettono a ridere, forse
perché pensano di essere furbi, che io creda come niente alle cose che tutti quanti
mi raccontano, senza invece rendersi conto che potrei tranquillamente fare a
meno di loro, se solo volessi, e smettere di ritrovarmi sulla piazza del nostro
paese a lasciarmi prendere in giro e ad alzare le spalle con sufficienza ogni
volta che dicono qualcosa sopra il mio conto, perché non ci sto a prendere a
male tutte quelle sciocchezze. Non mi interessano i loro discorsi, un giorno di
questi potrei dirlo a tutti con voce alta e risentita, tanto per chiarire le
cose, per far presente come sono fatto davvero, e che se fino ad oggi sono
sempre stato allo scherzo è soltanto perché non mi piace alzare la voce, e litigare,
o fare lo sguardo accigliato.
Poi mi metto da una parte senza dire nulla, ascolto senza troppo interesse qualcuno che dice delle cose poco sensate, ed avrei quasi voglia di andarmene, se solo sapessi cosa fare in un giorno come questo. Sto da solo seduto, guardo qualcosa per terra tanto per fare, e lascio che tutti proseguano a parlare e a ridere come sempre hanno fatto. Alla fine viene uno e si siede vicino. Dice che non devo ascoltare nessun altro, mostrarmi superiore a quello che insinuano tutti, perché più me la prendo e maggiore è la loro soddisfazione. A questo gli dico che non mi interessa un bel niente di tanti discorsi, e neanche delle maniere che hanno tutti di comportarsi con me, però se uno di questi giorni mi sentirò stanco di questi atteggiamenti che devo sopportare, allora sarà quello il momento in cui tutti dovranno rendersi conto che so anche essere deciso e cattivo, non soltanto arrendevole e bravo, ed è per questo che devono stare un po’ attenti, perché la pazienza che ho sempre avuto con tutti può anche finire. Quello mi dice che ho proprio ragione, e che forse è questo il momento migliore per farmi portare rispetto, e che magari basta anche poco, una parola detta per bene, un cenno di sfida e tutto appare subito già sistemato.
Così mi alzo dalla panchina, urlo che sono stanco, la devono finire di comportarsi con me come con un rimbambito, e tutti si fanno seri e mi guardano. Però passa un attimo, qualche secondo appena, e alla fine tutti si mettono a ridere, ed io me ne vado, che tanto quello che avevo da dire l’ho bell’e spiegato, ed adesso non c’è da aggiungere altro. Poi quando sono da solo mi viene voglia di piangere, forse soltanto per l’agitazione, ma intanto ho fatto tutto ciò che potevo, altro non so.
Bruno Magnolfi