Arriva, nel nostro negozio di
strumenti musicali che poi è anche il più grande e fornito della città, questa
ragazza minuta che sinceramente non ho mai visto prima; entra e si guarda un
po' attorno, come in genere fanno quasi tutti quelli che entrano qui, anche se
subito si rivolge a me per chiedermi senza mezze misure di vedere una tastiera
elettronica con le caratteristiche di suono e di dinamica dei tasti il più
possibile fedeli ad un pianoforte tradizionale. Le sorrido, sono in molti che
vengono qua con queste stesse identiche pretese, e qualcuno si mostra certe
volte anche dubbioso sul fatto che esista davvero uno strumento del genere, ma
in mezzo a tutto quello che offre il mercato al giorno d’oggi, io so
perfettamente che c'è una sola tastiera con queste precise caratteristiche,
naturalmente anche la più costosa di tutte le altre, per cui la maggior parte
dei clienti mostrano subito di non potersela minimamente permettere, e dopo
qualche tentativo per trovarle qualche difetto, in genere alla fine ripiegano
con facilità su un buon compromesso, qualcosa che in fondo non sia troppo caro
e che non abbia neppure un suono del tutto ignobile. Per me è facile
consigliare i clienti ed indirizzarli su un acquisto o sull’altro, però questa
tizia davanti a me adesso non batte ciglio, e mi segue immediatamente per farsi
mostrare questa tastiera da tutti reputata come la migliore, fino a chiedermi
se sia possibile anche provarla. <<Naturalmente>>, le dico conservando
ancora qualche dubbio sul fatto che un ragazzetta di questo genere possa
permettersi davvero una spesa importante di questo tipo, però poi inserisco lo
spinotto e collego un cavo ad un piccolo amplificatore di qualità, regolando il
volume quasi al minimo, e accendendo gli interruttori e le spie relative. Lei
si siede alla meglio su uno scaletto a tre gradini, ed attacca subito con la
sonata n. 5 di Beethoven, andando avanti con piglio ed energia, fino a
mostrare, senza comunque strafare, di sapere perfettamente il fatto suo. Mentre
lei suona io cerco di non perdere mai di vista le sue dita sopra quegli
ottantotto tasti bianchi e neri, e mi rendo conto immediatamente che c'è della
stoffa in quelle mani, anche se lei ad un tratto si interrompe, e senza neppure
guardarmi, prova anche i suoni delle ottave più basse, piantando lì qualche
accordo ravvicinato a cinque dita, nel tentativo forse di far collimare le sue
idee con i suoni che intanto escono dal piccolo diffusore.
Alla fine si alza, mi ringrazia, e
senza commentare né darmi speranze, dice soltanto che ci deve pensare, e così,
senza nessun’altra spiegazione intorno al suono o alle altre caratteristiche,
se ne va. In fondo ero quasi sicuro che sarebbe successo qualcosa del genere,
ci avrei quasi giurato, perciò rimetto a posto i vari cavi e richiudo la
tastiera dentro la propria custodia, andando ad occuparmi di un giovanotto
trafelato che sembra desideri comprare una chitarra. Ma non passa molto tempo,
ed ecco che torna la stessa ragazza di prima, accompagnata stavolta da due
facchini in divisa. <<La prendo>>, mi dice senza perdersi in
chiacchiere e quasi senza emozione, tanto che tira fuori una carta di credito e
paga la cifra senza chiedermi niente, acquistando naturalmente anche il diffusore
più adatto a questo pianoforte elettronico, e pure una cuffia da studio, mentre
gli uomini di fatica prendono tutto quanto tra le loro braccia professionali,
incaricati da lei di portare via tutto quanto. Cerco dentro di me una maniera
per congratularmi e ringraziare la cliente dell’acquisto, ma non trovo alcuna
parola da dirle, se non, come in genere spiego a tutti quanti, che se
insorgessero dei problemi di qualsiasi natura, il nostro negozio resta a sua
completa disposizione.
Poi se ne va, ovviamente dietro ai
facchini e agli acquisti, ed io mi volto appena un momento ad osservare la
faccia del mio collega che adesso è poco lontano da me, impegnato a spiegare a
un signore il motivo per cui su quella chitarra acustica si montano tre corde
sintetiche e tre di metallo. Lui mi getta un’occhiata e poi mi sorride, e come
sempre succede, confermiamo giusto in quell’attimo di condividere il mestiere
più bello del mondo, quello che ci porta a conoscere certe persone
meravigliose, quali possono esserlo davvero soltanto dei musicisti.
Bruno Magnolfi
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