Lontano, in un'epoca
diversa, anche la musica suona in altro modo. Quasi inutile cercare dentro se
stessi una sensibilità affine, le condizioni purtroppo sono cambiate, intorno
ci sono delle altre cose, e le orecchie ascoltano i suoni in una maniera che
oramai è tutt’altro. Lorenzo osserva gli altri ragazzi mentre si preparano a
provare insieme a lui l’ultimo pezzo che hanno messo a punto negli ultimi tempi, una specie di lento
ballabile in due quarti che si muove su una struttura di basso diatonica modale
misolidia, con inserti di tromba e sassofono quasi prettamente atonali. Tutti e
quattro i ragazzi suonano questo brano a basso volume, senza presentare alcuna
fretta, come se fossero alla ricerca di quella nota che sembra sfuggire all’armonia
spesso dissonante, a sostegno di tutto il brano. Loro si trovano bene con i
propri strumenti nel muoversi su linee musicali di questo tipo, ed anche se
l’ascolto delle loro cose appare a volte un po’ faticoso, e raramente si fanno
avanti dei veri estimatori di un materiale sonoro del genere, ugualmente vanno
avanti con il loro stile, anche se certe volte sembrano avvertire in aria sia dei
gruppi di note un po’ ripetitive, che certe serie di suoni troppo simili a
delle altre. Spesso hanno pensato di introdurre tra i loro brani qualcosa di
meno complesso, di più orecchiabile, oppure di utilizzare qualche sonorità
leggermente diversa dal solito, ma mai a nessuno gli era venuto in testa,
almeno fino a questo momento, la possibilità di introdurre un nuovo strumento
nel loro quartetto di jazz acustico contemporaneo.
Adesso però c’è una ragazza che
suona il pianoforte, ed oltre ad avere una tecnica classica e non sapere niente
di jazz, cosa che per certi versi può rappresentare anche un vantaggio, mostra
una forte curiosità per la musica colta attuale. Si chiama Franca, e fino a
questo momento è stata soltanto una compagna di liceo per Lorenzo, che ha
saputo del suo percorso pianistico soltanto da pochissimo, cosa che gli è sembrata
subito molto interessante. Però non è facile introdurla nella maniera migliore
in una formazione di questo genere, così come lui non sa con quale spirito gli
altri del gruppo possono prendere una proposta di questo genere. In fondo loro
quattro sono sostanzialmente degli amici, tutti con la passione per il jazz di
un certo tipo, e se questo sostegno in lei non ha ragione d’essere, rischiano in
seguito di mostrare dei livelli di base talmente differenti da non riuscire a
produrre alcun risultato positivo. Lui le ha portato a scuola una registrazione
dei pezzi che solitamente suonano, e a Franca sembra sia piaciuta molto, anche
se non è il tipo di persona che intende lasciarsi andare a commenti troppo
entusiastici. Però ha anche aggiunto che le piacerebbe essere presente ad una
loro sessione di prove, e a Lorenzo questo è parso subito un ottimo inizio,
tanto da decidersi a parlarne con gli altri ragazzi.
<<Va bene>>, hanno detto
loro quasi con un solo medesimo parere; <<magari le si fa avere anche una
copia degli appunti armonici e melodici su cui improvvisiamo, e questa tua
amica così può intanto esercitarsi per conto proprio, sempre che le interessi
davvero, prima di venire alle prove direttamente con la sua tastiera>>. Lui
ovviamente si è aperto ad un sorriso con loro, poi però ha subito parlato
d’altro, tanto per non mostrare platealmente il suo parere favorevole per
questa scelta. <<Ti ho portato intanto i nostri appunti>>, le ha
detto così il giorno immediatamente seguente; <<però devi anche ascoltare
bene le registrazioni, studiare attentamente quale sia la maniera migliore per introdurre
il suono del tuo pianoforte, e se riesci ad immaginare concretamente che cosa
eseguire insieme a noi, allora la prossima volta potrai portare la tua tastiera
elettronica ed iniziare a suonare qualcosa>>. Franca sottovoce ha
ringraziato Lorenzo, ha preso tutti gli appunti di armonia dalle sue mani, poi
però si è subito concentrata sulla lezione in corso, e l’insegnante di Lettere,
la signora Sarti, mentre spiegava ancora ai suoi allievi l’ideologia del
risorgimento italiano, incomprensibilmente le ha come rivolto uno sguardo di
vaga approvazione.
Bruno Magnolfi
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