Quando
sto seduto in questo angolo sono invincibile. Le spalle appoggiate allo
schienale della sedia, le mani sulle gambe, resto fermo ad osservare gli altri
che si muovono in questa grande stanza, sempre impegnati in qualche cosa. Mia
sorella cucina per suo marito, suo suocero guarda la televisione oppure
consulta qualche opuscolo pubblicitario, i bambini giocano o fanno i compiti
per scuola. Nessuno di loro generalmente si preoccupa di me, mi lasciano
semplicemente a riflettere a fondo sopra le mie cose, e che assimili in questo
modo la potenza che mi concede la mia invidiabile posizione d’angolo, così
privilegiata. Qualche volta, lentamente, si avvicina a me il marito di mia
sorella, mi osserva, fa qualche allusione al mio starmene tranquillo, godermi
appieno la situazione, ed io non gli rispondo, lo ignoro, così anche lui dopo
un po’ mi lascia perdere.
Anche
mia sorella generalmente non parla con nessuno; i suoi fornelli sono
perennemente accesi, e lei continua per gran parte del giorno a friggere,
bollire, impastare, riscaldare avanzi dei pasti precedenti, e così via. Certe
volte apro la finestra per moderare tutti questi odori forti di cipolla e di
aglio soffritti, e così osservo la strada che corre proprio qua sotto. Nessuno
tra coloro che vi transita e che spesso riconosco mi interessa particolarmente,
fatta eccezione per il negoziante di generi alimentari subito di fronte. Quando
non ci sono clienti nella sua bottega, ed avviene abbastanza spesso, lui si
piazza sull’entrata, con il suo grembiule da salumiere, ed io gli indico con il
pensiero in quale direzione guardare, e qualche volta anche cosa vedere. Lui
non si rende neppure conto di essere in pratica un vero e proprio strumento
dentro le mie mani, e normalmente neanche si volta verso di me, tanto è forte
la soggezione che prova, ma io lo tengo in scacco col mio sguardo, e lo muovo,
e lo dirigo, proprio come fosse una marionetta.
Poi
rientra, c’è una vecchia cliente da servire; non importa, gli faccio sapere col
pensiero, attendo al mio posto con pazienza che tutto sia risolto, che le cose
riprendano il loro normale comportamento. Quando infine torna sulla soglia del
negozio, io lo sento subito, avverto immediatamente la sua presenza sulla porta,
e lui si volta immediatamente verso la piazzetta in fondo a questa strada, come
gli indico di fare direttamente con i miei poteri. Dovrò difendermi da
qualcosa, uno di questi giorni, lo so per certo. Ma il negoziante evidentemente
mi aiuterà, indicandomi perfettamente la provenienza del pericolo e la sua
consistenza.
Torno
a guardarlo, sempre con atteggiamento bonario e tranquillizzante: è tutto sotto
controllo, gli trasmetto; è sufficiente che ognuno faccia la sua parte, che le
cose scorrano così come già è stato previsto. Poi ripiego col mio sguardo nella
stanza, lascio il salumiere al suo principale compito, fare la sentinella e
dare l’allarme nel caso di un qualsiasi pericolo. Il mondo è pieno di nemici,
lo so benissimo, la cosa importante è trovare degli alleati, dei fiancheggiatori,
dei sostegni giusti per il proprio percorso. Sono contento, sono quasi
completamente soddisfatto di ciò che sono riuscito poco per volta a mettere in
piedi. Il marito di mia sorella torna ad osservarmi quando torna dal lavoro, mi
guarda dritto, mentre sta a tavola a mangiare in silenzio, dall’altra parte
della stanza. Vanno così le cose, almeno per il momento, penso tra me; ma
certamente non andranno sempre così ancora per molto.
Bruno
Magnolfi