giovedì 26 giugno 2014

Scelte decisive.

            

Il vero problema è lei stessa, lo sa benissimo. Con la sua instabilità, le sue contraddizioni. Ma questa è anche la sua natura, non può essere diversa, anche se razionalmente si rende conto che molte cose potrebbero andare differentemente se solo lo volesse. Certe volte guarda le espressioni di lui in qualche vecchia fotografia, e immagina quante cose diverse avrebbero potuto fare in tutto quel tempo che hanno trascorso insieme da quando si sono conosciuti.
Lui rientra a casa, dice ciao senza enfasi, lei gli risponde nella stessa maniera. Certe volte sembra tutto perfetto, in fondo non si può essere sempre così pieni di slancio, pensa lei. Ma se qualche problema si annida da qualche parte, lui neppure lo vede, sembra che le cose siano così e devono andare avanti sempre così, come se non ci fosse mai nulla per cui valesse neanche il tentativo di cambiare.
Mentre si toglie le scarpe, lui dice ad esempio le cose salienti che gli sono accadute durante la sua giornata lavorativa, oppure quello che ha pensato di fare nel prossimo fine settimana: sempre che a te vada bene, aggiunge subito; oppure parla di qualcosa che ha sentito dire nel locale dove è rimasto appena dieci minuti a bere una birra, avanti di rientrare, qualcosa che potrebbe interessare anche loro due, una cosa estremamente importante, dice.
E che cosa sarebbe, fa lei, già parzialmente allarmata. Una nuova organizzazione per le adozioni, fa lui mentre toglie anche le calze. Potremmo chiedere qualche notizia, prosegue, informazioni aggiuntive su quello che possiamo aspettarci, in fondo non costa niente saperne di più. Già, fa lei, e come facciamo a sapere se è solo una fregatura per farci perdere un sacco di tempo e di soldi, magari senza neanche farci avere in cambio un bel niente, o se al contrario è davvero una cosa seria? Non lo so, fa lui, però di qualcuno dovremmo pur fidarci, prima o dopo.
Poi ciascuno di loro due, restando in un pensieroso silenzio, va ad occuparsi delle reciproche attività casalinghe più abituali, e soltanto durante la cena lei riprende timidamente quell'argomento. Credi che saremo davvero adatti per affrontare una cosa del genere? gli chiede. Ma certo, risponde subito lui cercando in questa maniera di essere incoraggiante, ma al contrario non riuscendo ad esserlo affatto. Lei subito in questa maniera si sente sulle spalle la responsabilità di tutto quanto, e così cerca di sfuggire quanto può all’argomento prima di dire qualcosa in seguito poco sostenibile. Dovremo pensarci con impegno, fa lei, rendendosi subito conto di aver detto una nuova sciocchezza. Per me va bene, fa lui, mi basta che tu alla fine sia convinta di quello che è meglio per noi.
Lei resta in silenzio, i dubbi di sempre sembrano calare di nuovo inesorabili su se stessa, forse vorrebbe piangere come le succede spesso tentando di allentare la tensione che prova. Mette a posto la cucina e intanto pensa, riflette cercando una soluzione, e infine si affaccia nell'altra stanza, osserva lui che sta guardando uno stupido programma alla televisione: vorrei ucciderlo certe volte, dice tra sé mentalmente; ma adesso all’improvviso sente che riesce persino ad accettarlo; sorride, torna in cucina: lei non riuscirà mai a sapere cosa sia meglio per loro, decide alla fine, così adesso è sicura che dovrà inventarsi qualcosa dal niente. Probabilmente seguirà il caso, o quello che le consiglieranno altri che neppure conosce, forse dovrà affidarsi alla sorte, allo spirito positivo di un attimo, alla fortuna che cercherà di avere sempre dalla sua parte, ma in pratica dovrà semplicemente fare una scelta del tutto arbitraria.


Bruno Magnolfi

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