Nel cortile, giù in
mezzo ai quattro edifici anonimi che ne costituiscono in sostanza tutto il
perimetro, generalmente fa fresco e si sta bene anche nei giorni d’estate, e
proprio per questo motivo da quelle parti si trova sempre in genere qualche
sfaccendato con cui scambiare quattro parole. In ogni caso si radunano lì praticamente
ogni giorno e con regolarità, diversi pensionati che sempre si scambiano arrivando
un saluto di circostanza, per poi stazionare su di un lato, anche per tutto
l’intero pomeriggio, in una zona di quella spianata di cemento dove comunque hanno
sistemato da tempo qualche vecchia sedia di plastica; ed anche se si limitano a
dirsi le solite cose e a guardare i bambini delle famiglie di quei palazzi che qualche
volta si ritrovano da quelle parti per giocare a qualcosa, a nessuno di loro
viene mai a mente di andarsene.
Lui scende volentieri le
scale del condominio quando la mamma glielo permette, e con timidezza si sistema
sempre vicino a quei vecchi, per sorridere a tutti anche quando loro cercano di
canzonarlo bonariamente per qualche motivo, spesso chiedendogli quando porterà a
far conoscere a tutti la sua fidanzata. Lui lo sa che quelle persone dicono queste
cose soltanto per scherzo, però gli piacerebbe davvero un giorno scendere in
quel cortile con una bella ragazza sottobraccio, tanto per farli restare di
stucco e fare la sua bella figura. Così, anche se per adesso si limita a
sorridere e ad abbassare gli occhi, senza dire quasi mai niente, dentro di sé coltiva
da sempre la voglia di una rivincita, quel prendersi i suoi cinque minuti di
gloria in cui mostrare di che pasta ritiene di essere fatto. La mamma ogni
tanto però si affaccia al terrazzino di casa: non fare fastidio, gli dice,
anche se lo sa che tutti gli vogliono
bene e che non c'è mai da preoccuparsi.
Poi però lui non si fa
vedere per un certo periodo; alcuni se ne chiedono persino il motivo, forse in
mancanza di altri argomenti, ma tutto questo non porta ad alcun cambiamento.
Lui è nel suo appartamento, senza alcuna voglia di farsi vedere, forse stufo di
quelle frasi scherzose su di una ragazza che in fondo non ha mai avuto, o forse
a corto di sorrisi da dispensare a quegli anziani pensionati. Si sente triste,
forse solo, e non gli piace farsi vedere così. La mamma di nascosto telefona
alla nuova assistente, che dopo due giorni viene a dargli un’occhiata. E’
carina, cortese, gli prende la mano anche se lui si vergogna di sé: potrebbe
essere lei la fidanzata da presentare a tutti quei vecchi, e dopo un lungo
colloquio su tanti argomenti, pur con difficoltà e arrossendo, lui tira fuori
quella sua assurda idea. L’assistente sorride, le piace la cosa, dice subito
che volentieri vuole prestarsi ad una cosa del genere, ed anche se è soltanto
per scherzo, in ogni caso ritiene sia una cosa ottima, una trovata che debba
essere portata avanti, anche se soltanto per un pomeriggio.
Così scendono assieme le
scale, lei gli tiene la mano, lui cerca goffamente tutte le possibilità di
mostrarsi cortese e beneducato. Giungono infine al cortile, ed i pensionati naturalmente
sono là, come sempre, sulle loro sedie di plastica, a godersi l’ombra del
pomeriggio sopra quella spianata anonima di grigio cemento. Restano tutti in
silenzio mentre loro si avvicinano, forse più che meravigliati da quella novità
assolutamente inaspettata. Buonasera, dice lei sorridendo: sono la nuova
fidanzata di Franco. Gli altri si alzano increduli, le stringono la mano, si
complimentano con lui, le danno anche qualche debole pacca sopra una spalla.
Non è vero, dice subito Franco: però io le voglio bene lo stesso.
Bruno Magnolfi
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