Mi giro nel letto senza decidere di alzarmi, nonostante sia già
piuttosto tardi. Penso che non mi riguardi affatto tutto quello che sta
accadendo fuori dalla mia casa, e per questo motivo rinuncio volentieri ad
uscire dalle mie stanze dove peraltro vivo da solo, così da evitare anche di
mettermi in bella mostra davanti a tutti gli altri. Certe volte mi telefonano;
dicono: <<potresti raggiungerci, ci beviamo qualcosa assieme, facciamo un
giro senza impegno magari>>. Non mi interessa un bel niente penso, voglio
soltanto stare qui perché mi basta sapere che non c'è proprio nulla di
interessante in mezzo a loro, niente che possa convincermi in qualche maniera a
comportarmi in un altro modo che non sia questo. Così dico ai miei conoscenti
per telefono che ho tanto da fare in questo periodo, <<non ho proprio il
tempo, neppure per prendermi una pausa>>. Se poi ci penso meglio, credo
sia perfettamente giusto da parte mia tenere una posizione di distanza rispetto
a come si comportano normalmente tutti gli altri, anche quelli che dichiarano
di sentirsi amici miei. Non è una questione di asocialità, soltanto non mi va
di comportarmi esattamente come tutti loro, soltanto per sentirmi immerso così
in un unico sistema che oltremodo ci renda falsamente vicini e solidali. Sto qui e rifletto che non ho
niente di cui appassionarmi, o meglio non vedo nulla di buono che sia capace di
tirar fuori un pur piccolo entusiasmo da dentro di me, ed è proprio quello che
invece con ogni probabilità sembra a tutti quanti qualcosa di assolutamente
necessario ed essenziale.
Infine mi alzo, giro per casa in ciabatte senza neppure un vero
motivo, e poi guardo qualcosa dalla finestra, per andare infine a sedermi
davanti al tavolo della cucina, ad osservare inutilmente qualcosa di
insignificante davanti a me. Non ho nessuno scopo da raggiungere, niente che mi
prometta nel futuro di farmi essere diverso da come sono oggi, eppure non provo
alcuna soddisfazione dentro di me, come se evidentemente mi mancasse qualcosa,
anche se non so ancora comprendere che cosa mai possa essere. Qualcuno mi
chiama dalla strada, così mi alzo, mi accosto alla finestra, scanso la tendina.
Ma non c'è nessuno, è stata soltanto la mia immaginazione, o forse un mio
desiderio recondito ed inconfessabile. Sorrido, però mi vesto per uscire, metto
in tasca le chiavi e qualche soldo, ma quando arrivo a scendere le scale
condominiali sento il ritorno dello sconforto venire direttamente dal mio
interno, quasi come un rigurgito, un sapore amaro nella bocca, come se la mia
opinione principale stesse rapidamente riprendendo il sopravvento su ogni altra
cosa mi metta in mente di fare. Chiudo l’uscio dietro me e poi mi siedo sul
primo gradino del pianerottolo, per poi prendermi la testa tra le mani come nel
tentativo di riflettere qualcosa, restando così, mentre cerco di decidere quale
sia il da farsi più efficace. Esce in quel momento, proprio di fronte a me,
chiudendo lentamente alle sue spalle il portoncino dell'appartamento, la mia
vicina.
<<Che cosa succede, signor Ferretti>>, mi chiede con
voce decisamente preoccupata. <<Non so>>, le dico, <<non
riesco a decidere se sia meglio una cosa
oppure un'altra. Il fatto sta che oggi è il mio giorno libero, potrei uscire,
vedermi con qualcuno, godermi la giornata insomma; ma qualcosa mi trattiene,
perciò eccomi qua>>. Lei mi osserva per qualche attimo quasi fossi un
pazzo oppure un estraneo, si capisce che non sappia assolutamente cosa dirmi,
ma il suo imbarazzo, anche se lo comprendo, mi instilla senz'altro anche un
certo fastidio. <<L'accompagno>>, le dico a seguito rimettendomi
subito in piedi, e lei accetta, iniziando immediatamente, proprio mentre
scendiamo, a parlarmi dei suoi piccoli problemi coniugali, forse nell'idea che
questi abbiano qualcosa in comune con i miei comportamenti. Giunti al portone
del palazzo comunque la saluto, lei prende per la sua strada ed io getto
un’occhiata lungo tutta la via grigia e anche monotona, e così decido che mi
basta, e che adesso posso risalire con calma le scale fino al mio
appartamento. Non c'è niente di particolarmente interessante là fuori, questo è il punto rifletto. Rispetto a quello che
vedo dal mio punto di osservazione la decisione migliore risulta quella di
starmene in casa da solo senza assolutamente impegnarmi in altre attività. E a
dire il vero non comprendo neppure cosa ci sia di particolarmente strano nel
mio modo di essere.
Bruno Magnolfi
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