<<Poi non c'è
niente oltre le case in fondo al paese>>, dice Silvia Lotti
frettolosamente a dimostrazione del fatto che da lì è bene comunque andarsene
alla prima occasione. La sua amica sorride senza dare troppa importanza a
quelle parole, ma continua a guardarsi attorno come non avesse mai visto una
cittadina di provincia simile a quella. <<A me piace molto l'aria che si
respira tra questa gente che ti conosce da sempre>>, le dice con calma,
<<e che si interessa di te, dei tuoi progressi, delle tue scelte, della
tua vita, insomma>>. Naturalmente si capisce come l’amica sia arrivata in
paese soltanto stamani, giusto per trascorrere due o tre giorni assieme alla
sua compagna di studi universitari ed assolutamente originaria di quel luogo, e
non possa rendersi conto
in questa maniera, abituata da sempre ad abitare in
una grande città, di che cosa sia crescere in un piccolo centro grigio e
monotono, di cui si può anche apprezzare alcuni aspetti minori certe volte,
specialmente in certi particolari momenti, ma che alla lunga diventa
assolutamente opprimente e asfissiante. <<Ho sempre desiderato andarmene
da questa località>>, dice Silvia adesso con espressione sincera;
<<e forse l'occasione più concreta mi è stata offerta proprio dagli
studi, almeno fino ad oggi, ed ovviamente in seguito dalla carriera lavorativa
che potrò intraprendere tra non molto, presumibilmente
lontano da qui. Per me quindi questa prossima laurea ha molto più valore che
per qualsiasi altro studente, e corona in qualche maniera il mio bisogno di
libertà, le possibili scelte da fare, il mio
sentirmi improvvisamente fuori dalle logiche ossessive che si respirano qui. È
un trampolino, una via di fuga, l'inizio di una vita così come l'avrei sempre
voluta>>. L'altra annuisce, forse è vero che non comprende del tutto
questa necessità di andarsene via dalla famiglia e da chi si conosce da sempre,
elementi che appaiono così importanti adesso per la sua amica Silvia, ma in ogni caso rispetta anche questa opinione e ritiene
forse persino auspicabile questa sua esigenza, senza soffermarsi in nessun caso
a darne un giudizio.
<<Ci sono persone
qua in giro>>, prosegue la Lotti, <<disposte ad avvallare a priori
tutti i tuoi ideali, qualsiasi essi siano, senza mai criticare niente di te,
almeno fino a quando ti sono di fronte, salvo commentare negativamente ogni tua
scelta nello stesso momento in cui la stai effettuando, però alle tue spalle,
senza mostrarsi, semplicemente parlandone in giro con gli altri che ti
conoscono, che sanno quasi tutto di te; e questa pesante opinione che assumono
questi sulle tue cose, diventa immediatamente, come per una magia, quella di
tutto quanto il paese, che poi sembra quasi tenda a inseguire i tuoi comportamenti
in ogni momento, come un legaccio morale che ti tenga legata a dei principi
quasi inviolabili, che loro comunque ritengono propriamente quelli di
tutti>>. L'amica la guarda cercando di manifestare anche adesso la
propria comprensione, nella certezza di ritenere che ci sia qualcosa di troppo forzato
in quelle parole, come se una parte di personalità avesse bisogno di un alibi
forte per manifestarsi in modo completo. <<Non è neppure possibile
ritenersi del tutto una vittima della situazione>>, prosegue Silvia
Lotti; <<le cose stanno in questa maniera, se non hai la sensibilità per
soffrirne, allora è un bene per te, che puoi dimostrarti indifferente a questi
meccanismi; in caso contrario sei presa dentro ad una logica secondo la quale
il tuo errore sarà manifesto, in un caso o nell'altro>>.
Poi tornano indietro,
loro due, ripassano per il corso e davanti ai due o tre locali dove i ragazzi
si fermano a bere ogni sera, e dove forse qualcuno di loro sta elaborando
dentro di sé lo spirito giusto per schierarsi dalla stessa parte di Silvia; però è
troppo facile e consueto per ognuno di loro abbracciare l'opinione comune e
imperante, e così risolvere spesso con una semplice battuta di spirito tutto l'impegno di coloro che non ci vogliono stare a far
parte della più diffusa mentalità, e che infine dovranno manifestare perciò, in
qualche maniera, che erano diversi da subito, avevano altri pensieri,
differenti proiezioni, fin proprio da quando tutto è iniziato.
Bruno Magnolfi
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