Sono finito, adesso non ho più
nessuna possibilità di rimettermi in piedi, penso. Ma, nonostante tutto, vorrei
in questa fase ancora guardarmi attorno alla ricerca di un salvataggio estremo,
magari con l'aiuto di qualcuno che naturalmente mostri la volontà per
compierlo, e possibilmente persino le capacità, anche se ritengo in pratica
quasi una certezza il fatto che non arriverà mai nulla e nessuno a tirarmi
fuori da questa situazione. In fondo che cosa mi interessa penso, le cose sono
andate così, sono rimasto a terra e solamente con le tasche colme di debiti,
inutile persino analizzare i complessi passaggi che hanno determinato questo
torvo finale. Devo prendere atto della realtà, e semplicemente mostrarmi cosciente
di quanto è avvenuto.
Devo ammettere che non mi sono
mostrato troppo prudente nel mandare avanti le mie cose, questo è il punto, e
dopo gli inizi il resto però è arrivato direi per conto proprio, senza che
potessi fare niente per fermarlo. Adesso esco da casa ogni giorno senza uno
scopo preciso, giro a caso per il mio quartiere, mi soffermo ad osservare
qualcosa lungo la strada, e intanto penso che devo prendere delle decisioni,
forse darmi una scrollata, tentare di prendere un’iniziativa, piuttosto che
subire ancora passivamente quanto sta avvenendo. Poi incontro un uomo che
conosco soltanto di vista. Mi saluta, si sofferma, dice che mi legge
direttamente sulla faccia le sventure che mi stanno capitando, ed io annuisco,
me ne rendo perfettamente conto, la mia tristezza mescolata alla preoccupazione
è qualcosa che risulta impossibile da nascondere. Mi offre da bere, gli va di
parlare con me, così entriamo in un locale poco più avanti, mentre mi chiede
quasi con indifferenza qualcosa di personale su cui naturalmente sorvolo senza
dargli troppe spiegazioni.
Sembra comunque che questo tizio sia
decisamente un veterano delle situazioni difficili, così dopo avermi sciorinato
diverse sue esperienze piuttosto al limite, mi dice che vuole assolutamente
darmi una mano, e che addirittura ritiene con esattezza proprio questo un suo
preciso dovere. Allora gli dico che i miei problemi stanno tutti nella grande
fiducia verso gli altri con cui ho sempre affrontato le mie cose, naturalmente
accorgendomi via via che nessuno degli individui che ogni volta mi sono trovato
di fronte, meritava minimamente neppure una parte del mio credito. Lui dice che
sono cose che certe volte possono anche capitare, e comunque che mi comprende
perfettamente, e ancora che secondo lui non c'è proprio motivo per farne un
vero dramma, perché è convinto del fatto che tutte le situazioni negative
all'improvviso possono cambiare direzione, e certe volte anche con estrema
facilità, per provocare poi degli sviluppi di tutt'altro segno.
Così di colpo questo mio amico tira
fuori che lui ha la possibilità di farmi rimettere rapidamente in carreggiata,
ed inizia anche a parlarmi di certi investimenti da fare in borsa su dei titoli
di cui ha seguito personalmente l'andamento per un lungo periodo di tempo, e
che per questo, ed anche per altri motivi, un'operazione semplice di questo
genere mi permetterebbe, con un investimento sostanzialmente modesto, di
ritrovarmi in poco tempo dei dividendi tali da farmi rimettere subito in sesto.
Gli chiedo qualcosa, soprattutto il motivo per cui non investe per conto
proprio e si fa i soldi per sé, senza spifferare niente a nessuno, ma lui dice
che in questo momento si trova ad essere troppo esposto e che deve star fermo
almeno qualche tempo. Osservo il suo sguardo in silenzio; in fondo non ho
proprio niente da perdere penso, ed è chiaro che in questo modo rischio
soltanto di ingrossare un po' tutti i miei debiti, così sto quasi per dirgli di
ritenere quasi possibile questo tentativo, quando un'ombra indefinita mentre lo
scruto sembra passare sopra la sua faccia.
Mi alzo lentamente dal tavolino, lo
guardo ancora con espressione immutata, quindi sottovoce dico soltanto:
<<adesso devo andare>>; e senza neppure più voltarmi indietro, prendo
la porta del caffè, privo di ogni ripensamento, e mi dileguo in fretta lungo i
marciapiedi cittadini, come un passante qualsiasi, un individuo da solo, un
uomo qualunque, senza più alcuna speranza.
Bruno Magnolfi
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