Vado
avanti, non provo nessuna paura per i sempre possibili errori che potrei
compiere lungo il percorso, mi basta avere la consapevolezza di fare davvero
ogni volta le scelte che maggiormente desidero, scartando ovviamente quelle che
invece non mi interessano, o che mi interessano senz'altro di meno. Lo so
perfettamente che così facendo con ogni probabilità rischio di precludermi
tante altre possibili strade che forse si potrebbero aprire di fronte a me, ma
in tutti i miei anni di vita non ho mai avuto né la sicurezza né la lucidità di
questo periodo, e non trovo nessuna buona ragione per farmi venire in mente dei
dubbi, considerato che per il momento non credo forse di averne neppure uno.
Non provo alcuna angoscia al pensiero di tralasciare qualcosa di importante, e
le mie idee, sempre che abbiano un qualsiasi valore, paiono rapidamente
inanellarsi tra di loro, formando una catena che trascina poco per volta la mia
stessa volontà. Non so se riuscirò mai a diventare una vera attrice di teatro,
in ogni caso con tutte le mie forze desidero provarci, e l'entusiasmo che sento
dentro di me è talmente forte da spingermi a mostrare a tutti la volontà
risoluta che avverto.
Alberto
forse è rimasto piuttosto amareggiato quando gli ho detto in due parole che si
dovesse sentire assolutamente libero di fare le proprie scelte, anche a
proposito dell'attività commerciale di suo padre e della propria idea di
lasciare il posto di lavoro alle Poste. Però devo essermi dimostrata con lui
più dura e scostante di quanto desiderassi, visto che praticamente ha deciso su
due piedi di lasciare libero persino l'appartamento di Calci, e di tornare così
ad abitare a Bientina, nelle due stanze sopra la casa dei suoi genitori. Ma
tutto ciò in fondo non ha neppure troppa importanza. La nostra storia non sarebbe
comunque potuta andare avanti ancora per molto: troppe differenze tra noi due,
troppa distanza tra le nostre maniere di immaginare il futuro, troppe idee
dissimili per quanto riguarda l'impostazione di una nostra relazione duratura.
E così sono di nuovo sola, anche se non mi dispiace neanche troppo: difficile
tenere unite delle persone che non hanno molte cose in comune; difficile
costituire un rapporto che non ha un vero cemento per tenersi assieme.
Personalmente il sostegno di cui provo grande necessità è semplicemente dato
solo dal parere che l'insegnante di recitazione esprime nei confronti delle mie
interpretazioni durante le nostre prove, e poi naturalmente il comportamento
sempre positivo di tutti i miei colleghi di teatro. Mi sento bene sopra al
palcoscenico, e provo dentro di me la possibilità di esprimere tutti i
personaggi che sono chiamata ad interpretare, come se fossi composta da tante
differenti personalità, tutte duttili e modificabili ad ogni bisogno.
All'Ufficio
Postale le cose vanno avanti come sempre: hanno assunto una nuova ragazza per
darci una mano, ed è brava, volenterosa, capace; se decidessimo di aprire il
secondo sportello al pubblico forse lei sarebbe la persona più adatta per
ricoprire quel ruolo. Per quanto mi riguarda spero proprio non venga mai a
nessuno la voglia di cambiare i miei compiti: troppo interessante studiare le
espressioni e i modi di dire delle persone che vengono di fronte a me per
spedire una raccomandata, pagare qualche bolletta, o chiedere di qualche altro
servizio postale. Qualcuno di loro in questi giorni ha iniziato a guardarmi forse
stranamente, ed io ho subito pensato come in paese si sia diffusa certamente e con
rapidità la notizia che io e Alberto ci siamo lasciati, ed allora qualcuno non
sappia più cosa pensare di me, e magari tenti di immaginarsi quanto io mi senta
intristita di questo avvenimento, come fossi una vittima. Mi guardano,
sorridono, magari hanno l'impressione che per me si sia oramai interrotto un
percorso. Ma io sorrido ad ognuno come sempre, chiedo a tutti con cortesia come
vadano le cose, e come posso aiutarli nelle loro piccole difficoltà.
Ieri
mia madre, con la sua delicatezza proverbiale, mi ha chiesto per la prima
volta, mentre ero da sola in casa insieme a lei, se per caso ci fosse almeno
uno tra i miei propositi rimasto come in sospeso; oppure se magari sentissi la
necessità di parlare di me stessa con qualcuno, oppure di confidare
direttamente a lei qualche cosa che mi offuscasse i pensieri. <<No
mamma>>, le ho subito detto con un sorriso di gratitudine. <<Va
tutto bene, non devi preoccuparti. Desidero soltanto continuare a sentirmi
tranquilla come sono, esattamente come mi sento adesso, e poi non fare più
alcuna sciocchezza, come quella ad esempio di uscire con un ragazzone che non
rappresenta affatto ciò che voglio per me>>. Lei mi ha guardato senza
eccepire niente, poi mi ha sfiorato una mano, quasi ad indicarmi che era pronta
a sostenermi, come sempre, qualsiasi cosa avessi avuto in mente. Mi sono quasi
commossa della sua generosità, così l'ho ringraziata, semplicemente. E allora
lei mi ha detto: <<Tu sei ciò che ho di più caro; puoi compiere tutti gli
sbagli possibili, se vuoi, ma rimani sempre e comunque la mia Laura>>.
Bruno
Magnolfi
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