Stamani
sono uscita per recarmi nel piccolo supermercato vicino casa a fare i soliti
acquisti. Prima di entrare ho incontrato la signora Lanzi che conosco da tempo,
e così mi sono soffermata per salutarla e porgerle un bel sorriso, anche per
vedere se riuscivo ad incoraggiare lei stessa per una volta a sorridermi di
conseguenza. Invece, come sempre, è rimasta quasi immobile, e dopo un momento
mi ha soltanto detto: <<Buongiorno a lei>>, conservando il suo
solito sguardo quasi accigliato, e poi, senza che io le chiedessi nulla, ha
iniziato subito a lamentarsi dell’aumento dei prezzi sui generi alimentari.
<<Non ci si fa a reggere questo andamento>>, ha continuato.
<<Delle persone semplici come noi non riescono a sostenere una crescita
dei costi che non sembra abbia mai fine>>. Ho annuito a queste parole,
facendomi più seria proprio per dare maggiore importanza a ciò che lei affermava,
anche se dentro di me pensavo soltanto che potrebbe essere sufficiente
risparmiare, e fare a meno di qualcosa di maggiormente superfluo, senza tanto
drammatizzare. <<I nostri governanti sono messi lì per decidere misure
importanti per tutti>>, ha subito ripreso questa donna; <<ma prima
che a qualsiasi altro individuo, loro devono pensare a coloro che sono
economicamente più deboli, la gente comune insomma, quelli proprio come
noi>>. Ho annuito di nuovo, però
pensavo che forse sarebbe stato già sufficiente mangiare qualcosa di meno, che
magari potrebbe essere positivo anche per la salute. Ma soprattutto riflettevo,
ascoltando le sue proteste, che non mi sono mai piaciute troppo le persone che
se la prendono con gli altri quando hanno dei guai, così ho aggiunto:
<<probabilmente i governanti hanno altri problemi da risolvere in questo
momento>>, e la signora Lanzi a questo punto si è bloccata e non ha più
detto niente. Così dopo un attimo mi ha salutato mostrando di avviarsi per
andarsene, ed io a mia volta ho subito ripreso il mio solito sorriso con il
quale mi riferisco sempre ad ogni persona che conosco, e in questo modo sono
entrata dentro al negozio.
Non capisco comunque il bisogno
della signora Lanzi di mettere me stessa sul suo medesimo piano, ed anche se in
ogni caso riconosco almeno in parte le sue proprie ragioni, non mi sembra che
questo possa essere l'argomento principale per cui fermarsi a parlare per
strada con qualcuno che si conosce soltanto in maniera sommaria. In ogni caso
mi sono resa conto anch'io, scorrendo gli scaffali con la merce esposta
all'interno del supermercato, che i prezzi dei prodotti in vendita in questi
giorni non sono certo molto allettanti. Al bancone del pane e dei salumi mi
sono fermata dietro ad un uomo anziano che si stava facendo servire qualche
affettato, e quando è stato il mio turno ho salutato subito Giovanni, un
negoziante che lavora lì e che conosco da sempre, al quale scherzosamente ho
subito chiesto se per caso fosse aumentato anche il prezzo del pane. Lui mi ha
sorriso, ha messo a posto qualcosa alle sue spalle, poi mi ha riferito che
qualche ritocco dei costi effettivamente ci sarebbe stato negli ultimi tempi,
ma sul pane tutto sembrava ancora fermo.
Perciò mi sono fatta mettere in
una busta alcune provviste, senza smettere mai di chiedere ogni cosa con
cortesia e normale educazione, tanto che alla fine, almeno Giovanni, mi ha
fatto un gran bel sorriso augurandomi una buona giornata e porgendo dal banco
con un gesto carino il mio sacchetto con gli acquisti. Mi sono avviata verso la
cassa, ho preso ancora qualcosa da sopra uno scaffale, poi ho pagato e quindi
sono uscita. Fuori dal supermercato c'era ancora la signora Lanzi che adesso
stava parlando con qualcuno del medesimo argomento di poco prima, così almeno
mi è parso, e per questo motivo ho evitato di guardarla e di passare troppo
vicino a lei e a quel gruppetto di persone che la stavano ascoltando,
incamminandomi verso casa senza neppure troppo affrettarmi. È stato a quel
punto che la signora Lanzi mi ha chiamato, e nel momento esatto in cui mi sono
voltata verso di lei, mi ha lanciato un gesto ed un sorriso ironico,
sicuramente riferendosi al mio aver toccato con mano, facendo degli acquisti,
quegli aumenti dei prezzi di cui lei parlava poco fa.
<<Dobbiamo lamentarci a
voce alta>>, ha subito aggiunto; <<altrimenti rischiamo di apparire
come pecore che non trovano mai nulla di cui lamentarsi>>. Le ho sorriso
di nuovo, ma non mi è parso il caso di dover aggiungere nulla; perciò, ho
proseguito per la mia strada, anche se mi sentivo un po’ avvilita dal suo
comportamento. Ci sono tante cose ogni giorno di cui rallegrarsi, pensavo. Si
può chiudere un occhio, se qualcosa non va esattamente così come vorremmo. Non
mi piace fermarmi per strada e fare capannelli di protesta improvvisati. Ognuno
ha la propria famiglia all'interno della quale trovare le forme migliori per
affrontare le avversità di ogni giorno. Poi mi sono imposta di non pensarci
più, ed alla fine sono rientrata nella mia abitazione, finalmente al sicuro.
Bruno Magnolfi
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