sabato 17 agosto 2013

Sensibilità premiata.

            
            In questo momento non c’è nessuno nel piccolo locale, e da sola la ragazza del bar riordina tazze e bicchieri dietro al suo bancone. Poco movimento in questa stagione, pensa, e con quei pochi clienti che circolano là dentro bisogna essere particolarmente cortesi, incoraggianti, capaci di rendere un qualsiasi caffè, una birra, oppure un bicchierino, qualcosa di più di una semplice pausa. Lei ogni tanto osserva la strada oltre la vetrina, e le pare quasi che tutto il mondo là fuori sia da qualche tempo più distante di sempre, come se un diaframma inamovibile separasse l’interno dall’esterno di quella bettola dove lavora ormai da quattro anni. E’ soltanto una sensazione, pensa cercando di sorridere tra sé di quelle sue sciocchezze, ma se il suo futuro sembra ormai così delineato, se è ben consapevole che se anche tra qualche tempo non lavorasse più in quel locale sarebbe semplicemente per occuparsi in un posto del tutto simile, quel sentimento che prova adesso è cosciente che probabilmente non l’abbandonerà mai più.
Entra un uomo che non ha mai visto, dice buongiorno, e lei, e asciugandosi le mani al grembiulino, chiede subito con garbo cosa possa servirgli. Una birra, dice il tizio senza aggiungere altro, poi si siede ad un tavolino voltando quasi le spalle al bancone, probabilmente per osservare meglio la strada dalla vetrata che gli rimane accanto. La ragazza versa la birra con accuratezza, in modo che si formi poca schiuma, mette il calice sopra un piccolo vassoio e lo porta fino al tavolo. Poi, dopo un sorriso, riprende la sua posizione dietro al bancone, ma il suo interesse adesso è attratto esattamente da ciò che è intento ad osservare l’uomo, quasi a voler anticipare quel che sembra attendere lui, forse una donna, pensa, forse un amico.
            Trascorrono i minuti, ma niente accade, l’uomo ha quasi finito la sua birra, sembra nervoso, ma prosegue ad osservare la strada squadrando le persone che passano lungo il marciapiede. Infine si alza, paga la sua birra, saluta la ragazza e fa per uscire, ma qualcuno lo ferma proprio sulla porta, quindi rientra insieme a lui, lo lascia sedere allo stesso tavolino di poc’anzi, e mentre sembra quasi trattarlo con severità, si sistema comunque a sedere di fronte a lui, in attesa di essere servito. La ragazza si avvicina, sorride ai due invitandoli ad ordinare, il nuovo arrivato chiede soltanto un caffè, e l’uomo di prima semplicemente un bicchiere d’acqua.
            Hanno ambedue uno strano comportamento, lei non capisce neppure come sia meglio comportarsi, ma cerca semplicemente di essere gentile e sorridente. Loro parlano, ma estremamente sottovoce, come a scambiarsi quasi dei segreti. Alla fine vanno via, fanno un semplice gesto di saluto, lei vede da dietro al bancone che hanno lasciato i soldi sopra al tavolino, ma continua a seguire con lo sguardo i due mentre escono dal suo locale e si allontanano. Poi va a liberare il tavolino, e si accorge solo allora che sotto al posacenere le è stata lasciata una grossa mancia, perfino esagerata, quasi quanto lei riesca a guadagnare in una intera giornata di lavoro. Allora si precipita a guardare meglio i due uomini mentre si stanno allontanando, loro si voltano dalla strada quasi intuendo di essere osservati, dicono qualcosa tra di loro, forse le fanno un ulteriore cenno, quasi alla ricerca di un saluto speciale da lasciarle, poi alla fine però spariscono alla vista.

            Bruno Magnolfi

            

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