Lei è tenera certe volte. Dice le sue cose quasi sottovoce ed è pronta
normalmente ad abbassare lo sguardo solo per aver adoperato una parola inusuale
o un'espressione forse troppo forte. Tutti sono pronti a dire di lei che è una
persona dolce, salvo riuscire a conoscerla un po' meglio, ed accorgersi che non
è del tutto come sembra, ed in qualche caso diventa quasi astiosa, esattamente
come molte altre. A chiederle qualcosa intorno all’argomento della sua
personalità o del suo carattere lei quasi sempre si schernisce, come se quelle
non fossero domande ma veri e propri complimenti. Torna abbastanza normale a
molti del suo giro chiederle cosa pensi quando se ne sta in disparte, o anche perché
le sue espressioni spesso sembrino fuori dal contesto, come se stesse
crucciandosi, oppure addirittura divertendosi di qualcosa chiaro ed evidente
solamente a lei.
In ogni caso lui attende che sia un
po' più sola e in disparte durante quella festicciola a suo parere stanca e
risaputa, e ad un certo punto, forse per la curiosità che ha sempre suscitato
in lui, le si avvicina sorridendo, senza neanche sapere né per cosa ridere, e
né che cosa dirle. Lei lo facilita, lo conosce di vista ormai da un pezzo,
amico di altri amici, giri ordinari di comuni conoscenze, così gli chiede se ha
una normale sigaretta da offrirle. Certo, era da un pezzo non ti incontravo in
giro, fa lui proseguendo nel sorriso, e lei fa la sua solita espressione di
scherno, mentre si fa accendere.
Adesso potrebbe essere il momento di sfoderare un argomento importante,
pensa lui, ma lei lo precede chiedendogli se ha sentito l'ultima registrazione
di Carl, un pianista jazz tedesco amico di chissà chi, e presente
straordinariamente proprio a quella serata. Naturalmente lui non ne sa niente
di quel tizio, così scuote la testa mentre lei prosegue nell' avvertirlo che
forse tra un po' suonerà qualcosa per gli amici, e lo farà proprio in quel medesimo
locale dove si stanno ritrovando tutti loro.
Lui ascolta anche se non sembra per nulla interessato, si sente troppo
concentrato su qualcosa che all’improvviso gli sta molto più a cuore, e lei per
un attimo sembra perdere la sua espressione castigata, pare proprio provare una
meraviglia negativa che lui neppure conosca questo Carl di cui si parla, così
cerca quasi di defilarsi anche se lui intende in qualche modo trattenerla.
Volevo chiederti se potevamo vederci con più calma, io e te, dice lui cercando
di rifarsi con generosità: magari potrei telefonarti, si potrebbe fare per
giovedì prossimo, ad esempio, oppure venerdì.
Lei lo guarda, ma lascia come cadere l'argomento, si volta, sembra quasi
per un attimo interessarsi d'altro, però infine torna a guardarlo, almeno per
la consapevolezza di dovergli una risposta. Non so, fa ad un tratto senza
intimidirsi, non credo che noi siamo assortiti
giusti per vedersi in due. No, non mi pare sia una buona idea, e in ogni caso
se non conosci i pianisti di jazz non saprei neppure di cosa parlare con te, fa
con ironia.
Lui pare perplesso però prosegue a sorriderle; cerca dentro di sé qualcosa ancora da dirle prima che si
scostino e magari gli sfugga per sempre quell'opportunità, ma infine,
sfilandole con gesto dolce la sigaretta dalla mano, le dice solo che
probabilmente ha piena ragione: non c'è niente che ci avvicina, le dice svelto;
salvo averti offerto questa sigaretta, che adesso riprendo per me, in modo che
tu non debba neppure ringraziarmi.
Bruno Magnolfi
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