La giornata scorre come sempre, l'uomo ne osserva i contorni quasi senza
vederli: le case, le auto che transitano lungo i viali, le persone che
camminano sui marciapiedi. Pare che niente davanti a lui possa interrompere il
meccanismo ordinario che lega le cose tra di loro, così si siede sopra un
gradino nell'attesa che gli passi una buona idea dentro la mente, o che
qualcosa in qualche modo lo riponga al centro di quel mondo che continua ad
osservare. Un conoscente si ferma, lo saluta, lo invita a seguirlo nel caffè
poco distante, ma l'uomo rifiuta, ha qualcosa di molto piu importante da
mettere a fuoco, gli dice. L'altro insiste, così lui infine lo segue per non
mostrarsi scortese, ma dopo poco sbuffa e guarda il suo orologio da polso come
se stesse solo perdendo del tempo prezioso.
Nel locale dove si recano c'è poca gente, loro si fermano al banco e si
lasciano servire due aperitivi. Qualcosa non va? chiede il conoscente, ma
l'altro svia la domanda spiegando come da qualche giorno nutra un profondo
interesse, quasi un'attrazione, per certi elementi di realtà molto specifici,
ma in fondo del tutto normali, quasi delle scontatezze, spiega, delle minuzie,
dice, senza però cercare alla fine di spiegarsi meglio. Dentro di sé forse
vorrebbe dire anche di più, ma al momento lascia perdere ogni altro chiarimento,
neutralizzando qualsiasi precisazione con un sorso del suo aperitivo, e
lasciandosi prendere semplicemente dall’osservazione di un punto indefinito
avanti a sé. Il conoscente insiste chiedendogli se magari il suo interesse
stesse appuntandosi su quei particolari della realtà sotto agli occhi di tutti
ma che pochi riescono a notare. Si, fa lui con naturalezza e forse per chiudere
l’argomento; è proprio così.
Non ha più senso interessarsi di tutto quanto ciò che ci circonda, dice poi
di slancio anche se con uno sforzo; anzi, questo comportamento spesso è
deleterio; le cose ci appaiono quasi
sempre in modo superficiale, come tanti involucri belli e completi ma dal
contenuto ignoto, così scontati nella loro evidenza che sembra persino inutile
approfondirne il senso. In realtà proseguiamo a brancolare nel buio,
affidandoci quasi sempre a dei pareri sciocchi, credendo alle parole solo
maggiormente convincenti; tanto vale, penso, disinteressarsi di tutto l’ambito
del generale, e approfondire solamente alcuni dei particolari più attraenti, qualcosa
che nel suo intimo abbia forse la capacità di spiegare per traslazione anche
tutto il resto.
L'altro sta in silenzio, forse riflette su queste parole, guarda nel niente
e cerca di respirare a tempo; infine prende un sorso della sua bibita e dice
soltanto: secondo me hai pienamente ragione, oggi niente ha più significato, molto
meglio rifugiarsi in un dettaglio. Così restano a lungo ambedue in silenzio,
infine pagano la consumazione ed escono da quel locale. Lungo la strada che si
trovano di fronte transitano le auto, ed i passanti continuano come sempre a
camminare sopra ai marciapiedi. I due passeggiano affiancati conservando ancora
il medesimo silenzio, infine vanno a sedersi su un gradino per guardare meglio
qualcosa che probabilmente era sfuggito in precedenza ad ambedue. Osservano
tutto, ogni dettaglio da cui sono circondati, senza riuscire però a trovare
niente di importante; ma forse, a cominciare dalle loro menti, è proprio come
se intorno a loro non ci fosse ormai più niente.
Bruno Magnolfi
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