Sono arrivato stamani con il treno, mi sono precipitato subito verso il palazzo pieno di uffici nel quale avevo da consegnare alcuni documenti, e poi, resomi conto di aver risolto le cose molto più in fretta di quanto mi ero precedentemente immaginato, sono tornato in strada ed ho passeggiato in pratica senza una meta per tutta quanta la città. Mi sono anche seduto in un caffè, ad un certo punto, ma qualcuno là dentro sembrava tenermi un po' troppo sott'occhio, e così ho pagato di fretta la mia consumazione e sono uscito.
In seguito non è successo niente di speciale, ho proseguito a camminare ed
a guardare le vetrine, sempre cercando di apparire, a tutta la gente che
incontravo sui marciapiedi, una persona esattamente come le altre, ma
nonostante questo ad un tratto mi sono sentito ancora sotto osservazione, quasi
come fossi al centro dell’attenzione di svariate persone.
Alcuni passanti difatti mi gettavano come uno sguardo curioso, anche se di
sfuggita, ed altri fingevano una certa indifferenza pur osservandomi invece con
un evidente impegno; certi poi sembravano lasciarsi catturare dal mio modo
stesso di comportarmi, addirittura dalla maniera di camminare, forse dalle
semplici scarpe che ho calzato in questo giorno strano, non saprei, tanto che
ad un tratto ho avuto voglia soltanto di riprendere il treno ed andarmene via al
più presto.
Ma ho cercato di resistere a tutto questo, e così mi sono fermato ad un
angolo quasi per sorridere tra me e compiacermi della mia caparbietà,
orgoglioso fino in fondo del mio comportamento saldo. Un tizio allora si è
accostato: buongiorno, ha detto; lei è una persona importante, mi ha spiegato,
non si deve meravigliare se chiunque qua attorno riconosce in lei doti
notevoli. La ringrazio, ho risposto, ma io fino adesso non sapevo neppure di
avere tutte queste qualità, così sono sorpreso dall'interesse che suscito,
dalla curiosità che le persone mostrano nei miei confronti. Il tizio allora ha
sorriso, mi ha stretto la mano, e dopo se n’è andato.
Forse mi scambiano per qualcun altro, ho pensato. Forse sono soltanto
somigliante ad un personaggio che tutti paiono riconoscere in me. Ma poi una
signora passando, ha pronunciato lentamente e a voce alta qualcosa che sembrava
proprio il mio nome e il mio cognome, proseguendo sempre a guardarmi come se
fosse lei stessa meravigliata di incontrare per strada una persona come me, una
persona proprio con quel nome che forse fino a quel momento aveva soltanto
letto sui giornali, oppure che aveva visto alla televisione. Mi sono quasi
vergognato della mia evidente notorietà, e così ho pensato addirittura di
nascondermi, di entrare magari in un negozio ed acquistare un paio di occhiali
scuri, tanto per rendere la mia fisionomia difficilmente riconoscibile.
Ma poi ho iniziato a sorridere a tutti coloro che proseguivano a guardarmi,
e anche a coloro che magari lanciavano addirittura anche un saluto verso me. In
fondo non posso oppormi ad una cosa così semplice e spontanea come quella che proprio
adesso sta accadendo, ho riflettuto. In questo modo, poco per volta sono
tornato fino alla stazione ferroviaria. Il primo treno utile per me partiva
dopo circa una mezz’ora, ma al momento avevo quasi maturato la volontà di
perderlo, tanto era il piacere che provavo per questa inattesa notorietà.
Infine, dopo lungo tentennare, ho deciso di salire sopra al treno. Non
sapevo neppure immaginarmi che cosa avrei potuto trovare al mio arrivo, ma con
calma mi sono seduto in uno scompartimento dov’era già accomodata una signora
che subito mi ha guardato sorridendo alla mia vista. Lei lo sa chi io sia? le
ho chiesto allora sorridendole a mia volta. Certo, fa lei. Lei è una persona
qualsiasi, non ci sono assolutamente dubbi.
Bruno Magnolfi
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