Sono stanco di queste giornate tutte
simili, di queste apparenti convinzioni sempre identiche, ed anche di me
stesso, incapace come mi sento di un salto di qualità sempre cercato ma forse
con troppa scarsa convinzione, come una mancanza continua di quell’attimo
carico di entusiasmo tale da riuscire ad imprimere ai miei tempi ed alle mie
certezze una svolta concreta. Mi sento debole invece, incapace adesso di
affrontare le novità che apparentemente più desidero, e così posso soltanto
ricadere in ogni istante nella semplice monotonia e nelle abitudini. Questo è
quello che penso ogni mattina, anche se subito dopo dimentico del tutto quanto
ho riflettuto, e affronto la mia giornata di lavoro come fosse una qualsiasi
passeggiata senza meta.
Il mio collega d’ufficio dice sempre
che non c’è da preoccuparsi, le cose cambieranno completamente per tutti quanti
siamo, senza neppure grande fatica. Gli dico che per me non chiedo molto in
fondo, mi basterebbe qualche soddisfazione ogni tanto, senza neppure esagerare.
Poi termina l’orario ed io esco come sempre, pronto per la mia camminata fino a
casa. Mi fermo casualmente ad osservare la vetrina di un negozio, apprezzo
alcuni articoli esposti in modo piacevole alla vista, tanto che ad un tratto
decido di entrare dentro l’esercizio. Senza pensarci troppo, come seguendo
l’onda emotiva che mi ha assalito in questo attimo preciso, decido di
acquistare una balestra di precisione, uno strumento per il tiro al bersaglio
estremamente tecnologico e potente, e con lo scatolone sotto ad un braccio me
ne torno subito a casa.
Mi sento ricco, esuberante, completo
adesso, ed appena solo dentro al mio appartamento apro tutte le confezioni e
monto l’arma in ogni suo particolare, fino ad imbracciare la balestra e provare
la forza che riesce ad avere contro il legno di un vecchio mobile in fondo al
corridoio, che a breve distanza viene così sfondato completamente e senza
alcuna fatica. Apro la finestra, mi mimetizzo subito coprendomi con la tenda
appesa, e poi inizio a tenere sotto tiro, dopo aver ricaricato il dardo,
qualcuno che passeggia lungo il marciapiede.
Non mi importa di niente e di
nessuno, penso adesso, posso decidere qualsiasi cosa, mi sento pronto e capace
ad affrontare qualsiasi avversità. Posso azzoppare qualcuno, oppure tiragli
direttamente in qualche punto vitale, in modo da chiudere una volta per tutte
la sua esistenza. Mi sento padrone di ciò che accade intorno a me, ed anche se
ancora non ho trovato un motivo vero per fare tutto questo, però sono felice di
poter mettere in atto delle conclusioni così estreme.
Poi, sotto un po’ di brezza la tenda
si muove, si impiglia nel mio dardo appuntito, così provo un attimo di
perplessità, qualche incertezza, e mentre nervosamente provo a togliere la
stoffa davanti a questo mirino, parte inavvertitamente la freccia, andandosi a
conficcare nel legno solido di un albero del giardinetto qua di fronte. L’ho
colpito, penso subito, ho centrato perfettamente quello che volevo, adesso con
calma devo soltanto uscire da casa ed andare a recuperare quanto ho scagliato.
Ma forse potrei essere scoperto, rifletto, e tutto quanto diverrebbe qualcosa
da cui prendere immediatamente le distanze, negando tutto, fino all’estremo.
Così lascio perdere, smonto tutto e chiudo la balestra in un armadio: in fondo
avrò tutto il tempo che voglio nei prossimi giorni per sentirmi di nuovo una
persona vera.
Bruno Magnolfi
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