E’ il progetto la
cosa che conta, dice l’operatore sottovoce. Accanto, nel silenzio del
pomeriggio estivo, la donna ideale si liscia i capelli mentre osserva qualcosa
dalla finestra. Lui è persona pratica, sa perfettamente ciò che può servire per
portare avanti quanto stabilito. Eppure ora tentenna, senza comprendere appieno
da quale parte sia meglio iniziare quanto stabilito. Lei si volta, lo guarda
distrattamente, pensa non sia il momento giusto per modificare qualche cosa,
perciò il suo atteggiamento mostra diffidenza, come se tutto almeno adesso
dovesse restare esattamente nella maniera come è stata prevista. Lui si
avvicina, le mani in vista, sposta leggermente l’aria attorno a sé, poi dice in
fretta che non c’è più a disposizione tutto questo tempo che magari si
vorrebbe, e che in seguito le cose dovranno procedere con celerità.
Lei non risponde, il suo pensiero è già evidente,
non le pare ci sia bisogno d’altro. Poi si alza, si muove nella stanza ampia, lui
la segue con lo sguardo, come ad attendere una risoluzione, non accorgendosi
che almeno per il momento è già tutto quanto stabilito. Ma infine con un guizzo
comprende che è ormai giunta l’ora di prendere congedo, perciò lascia nella
stanza un semplice saluto e si avvicina svelto alla porta per andarsene. Un
momento, fa lei che senza darne peso ha seguito minuziosamente i gesti e le
espressioni dell’operatore; forse ci potrebbe essere ancora qualcosa di cui
discutere. Ho capito, dice lui, dobbiamo riparlare del prezzo totale. No, fa
lei, piuttosto dei tempi di realizzazione.
Non ci vorrà molto, fa lui dopo una pausa, è
sufficiente una decina di giorni. In ogni caso quando iniziamo il lavoro qui
non ci dovrà essere nessuno, questo è evidente. Va bene, fa lei, anche se mi occorrerà
un po’ di tempo per raccogliere tutto ciò che mi serve. Lo capisco, dice lui,
comunque se posso essere d’aiuto anche in questo per me va benissimo. Lo terrò
presente, dice lei, poi si volta di nuovo verso la finestra, come a chiudere la
conversazione. Lui scende in fretta le scale, in un attimo è già sulla strada,
poi si volta per farle ancora un saluto, ma si accorge che la donna ideale sta
ferma, guarda nel vuoto, sembra di pietra, come se fosse ormai indifferente a
qualunque ulteriore decisione.
L’operatore si immobilizza, guarda la donna con
intensità, la chiama più volte, ma vede subito che lei non vuole rispondere,
anche se ha sentito benissimo la sua voce. Torna sui suoi passi allora, risale
le scale, bussa alla porta e infine entra, ma lei non c’è più, è
improvvisamente sparita. Torna a chiamarla, sente che qualcosa di grave sta
succedendo, controlla in tutte le stanze, ma lei non c’è, proprio come se fosse
già andata via. Allora torna nella sua stanza, va ad affacciarsi a quella
finestra vicino alla quale lei stava quando l’ha vista per l’ultima volta, e
non c’è niente, neppure una traccia di lei.
Guarda ancora nelle altre stanze, torna a
chiamarla, adesso si sente quasi un intruso anche se la donna gli aveva già
dato le chiavi dell’appartamento; infine si arrende, se ne va, chiude la porta
alle sue spalle e ripercorre le due rampe di scale fino alla strada. Nessuno
tra i passanti sul marciapiede ha qualcosa da dire, tutto sembra assolutamente
com’è sempre stato, lui non riesce a comprendere cosa possa essere accaduto, ma
infine la vede, di fronte a sé, sull’altro lato di quella stessa strada, ed è
ferma mentre osserva la sua finestra e la facciata di tutto l’appartamento. Va
bene, pensa adesso con calma l’operatore; l’importante è che non ci siano
ancora delle modifiche da fare rispetto al progetto.
Bruno Magnolfi
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