<<Sei sveglia?>>, chiede Renato sottovoce a
Sandra mentre sono ancora coricati dentro al loro letto, nella zona posteriore
del camper, parcheggiato nei pressi di Quimper. Lei si muove sotto le coperte,
annuisce, è ancora molto presto, sicuramente fuori è tutto buio di là dalle
tende oscuranti dei loro finestrini: c'è ancora tempo prima di dover scivolare
via da lì, da quel calduccio. <<Sono preoccupato>>, le fa subito
lui, come se volesse intavolare chissà quale conversazione. Sandra non gli dice
niente, sta ferma adesso, attende con pazienza che lui trovi l'impulso per
rivelarle qualcosa capace di non farlo neanche dormire, ma probabilmente, già
come si immagina, magari è soltanto una sciocchezza, un’idea stravagante, una qualsiasi
delle sue buffe fantasie. <<Credo che Antonio abbia con sé una
pistola>>, dice lui alla fine, come se questa fosse una verità impossibile
da poter tenere in se stessi per una sola persona. <<Ma tu l’hai
vista?>>, fa Sandra bisbigliando e con un tono sostanzialmente piuttosto
tranquillo. <<Ne sono quasi certo>>, dice lui. <<Ne ho avuto
il sentore notandogli in mano da dietro qualcosa di metallico, così ho
guardato meglio e mi è parsa proprio una pistola, ma poi non ho avuto il
coraggio di domandargli niente, né di fargli notare che ero lì, dietro di lui,
e lo stavo osservando>>. Lei allora si volta verso suo marito, oramai il
suo sonno residuo è già passato, anche se non le sembra ancora che questa
notizia sia proprio sconvolgente. <<Magari l’ha sempre avuta; e forse non
ti ha mai detto nulla per evitare di allarmarti>>, dice lei con
espressione convincente. <<Va bene>>, fa subito lui già un po’
seccato di dover addirittura spiegare una cosa del genere. <<Ma adesso
siamo impegnati insieme in un viaggio di piacere, peraltro anche da parecchi
giorni; secondo me avrebbe dovuto dirlo subito, penso, prima ancora di partire,
almeno a me, che lo conosco ormai da un secolo. Se devo affrontare l’argomento
con lui, a questo punto, sono sicuro di litigarci: preferisco far finta di
niente>>.
Trascorrono cinque minuti senza che nessuno dei due abbia
niente da aggiungere; Lina e Toni stanno sicuramente ancora dormendo, nel loro
letto in alto sopra la cabina di guida, e in tutto quanto il camper non si
avverte alcun rumore, tanto che persino il cane Ettore appare silenzioso e
addormentato, sdraiato tranquillo al suo solito posto. <<Forse non è
neppure un male avere un’arma con cui difenderci, nel caso in cui a qualcuno
venisse in mente di venire a disturbarci con brutte intenzioni, magari durante
la notte>>. Renato resta in silenzio, si è tirato su a sedere nel letto,
e nella fioca luce interna di cortesia si guarda attorno, come cercando di
vedere qualcosa che forse non c’è. <<Ma se ogni sera azioniamo il
dispositivo di allarme di tutto questo mezzo, e poi le serrature del camper
sono tutte brevettate antiscasso, come ci ha ben spiegato il nostro
noleggiatore; va anche detto in più che comunque siamo in quattro, e con un
cane: io credo che a nessuno verrebbe in mente di fare una cosa del genere, e
comunque se anche fosse, tirando fuori un’arma di fronte a un’aggressione o un
tentativo di rapina, probabilmente le cose potrebbero soltanto peggiorare,
almeno per noi>>. Chissà mai se Lina è al corrente di tutta questa faccenda,
pensa intanto Sandra; e se lo è non capisco per quale motivo non me l’abbia mai
fatto presente. <<E’ probabile sia finta, giusto per impaurire qualcuno,
nel caso serva farlo>>, dice lei a bassa voce
Renato non risponde niente, ma è molto chiaro per lui che
se quell’arma fosse davvero un giocattolo, allora non ci sarebbe proprio
neppure un valido motivo per non parlarne, questo è evidente.
<<No>>, fa dopo poco; <<è una pistola vera, ne sono certo, e
probabilmente anche già carica, mi pare chiaro; però chissà dove la tiene,
forse ha un nascondiglio, non potrei controllare neppure se volessi>>.
Lui sta pensando che forse sarebbe andato tutto bene se non avesse visto niente
di quell'arma, ma adesso che è venuto a conoscenza di questa importante novità,
i rapporti tra di loro non possono essere più proprio gli stessi, almeno da parte di Renato. E’ come se questa faccenda minasse alle basi l’amicizia
tra di loro, pensa ancora, quasi non ci fosse più piena fiducia l’uno
nell’altro, come invece avrebbe dovuto essere, già anche affrontando una
vacanza come quella. <<Sono deluso>>, dice alla fine; <<e
forse persino un poco impaurito>>.
Bruno Magnolfi
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