Diario. 6° giorno. Stamani, mentre ero fuori con il mio
cagnolino Ettore, mi ha raggiunto Toni, con l'aria di chi stesse passando per
caso proprio da quelle parti. <<Non mi ritrovo più con Lina>>, ha
detto subito, senza guardarmi. <<È sfuggente con me, sembra quasi non
abbia mai niente da dirmi, anche se tra me e lei non c'è stata alcuna
discussione, nessuna particolare differenza di vedute>>. Poi si è
abbassato sorridendo, per accarezzare leggermente Ettore, e gli ha toccato il
muso e le orecchie, ma in quel momento a me ha fatto quasi pena, come se stesse
cercando attorno a sé qualcosa su cui riversare le sue attenzioni e anche i
suoi sentimenti. Gli ho detto, come si dice sempre in questi casi, che forse
era soltanto un periodo passeggero, un momento come se ne passano tanti, ma poi
mi è venuta voglia di abbracciarlo forte, anche se naturalmente non ho fatto
niente del genere. Ma il suo intuito e la sua sensibilità, forse si sono messi
in moto proprio in quel momento, così mi è venuto più vicino e mi ha detto che
questa nostra vacanza si stava dimostrando un mezzo disastro, con momenti di
grande distanza tra tutti noi. Sono rimasta un attimo in silenzio a riflettere,
forse riconoscendo di colpo come vere le sue affermazioni, tanto da sentirmi
paralizzata dalla massa di pensieri che in me ne conseguivano. Non mi ero resa
conto fino a stamani di quello che adesso improvvisamente mi diceva Antonio, e
quasi mi pareva così di dovermene vergognare.
Sono rimasta immobile, ma ho provato una grande debolezza, tanto da sentirmi capace di
accettare qualsiasi risoluzione si fosse presentata. <<Tu sei una persona
che mi piace>>, ha proseguito Toni come parlando tra di sé, ed ancora
senza guardarmi. <<Mi piacerebbe che almeno io e te in questo momento
stessimo dalla stessa parte>>. Non ho capito cosa intendesse dire, ma ho
assentito subito, anche perché, tra le poche cose che potevo dire o fare, o
meglio che la situazione avrebbe potuto richiedermi di fare, era quella più
facile, e forse anche priva di particolari conseguenze. Però subito dopo mi
sono sentita bene, forte di quella improvvisa solidarietà, quasi complice di
un’alleanza giusta, stretta per sconfiggere un qualcosa che non avevo affatto
chiaro dentro la mia mente, ma contro il quale ero sicura, lottando così in una
stretta unione, tutto avrebbe potuto risolversi in fretta ed anche al meglio
delle possibilità. Allora Antonio mi ha guardata, con uno sguardo intenso che
non gli avevo mai notato prima, e quando si è ulteriormente avvicinato per
baciarmi leggermente sulla bocca, l’ho lasciato fare, senza spostarmi di un
millimetro, proprio perché riconoscevo in quel gesto il patto che
improvvisamente veniva stretto tra me e lui.
Ettore poi ha mugolato, chissà per quale motivo, ed io ho
tirato leggermente il suo guinzaglio come ce ne fosse una qualche necessità, ed
infine mi sono voltata come per tornare verso il nostro camper dove Lina e mio
marito stavano sistemando le cose prima di ripartire alla volta di un’altra
cittadina francese poco lontano, dove la guida segnalava un famoso punto
panoramico. Dopo
stamani devo confessare di essere rimasta piuttosto perplessa fino a questo momento, quando
ormai siamo quasi giunti a fine giornata; però devo essere anche grata alla
situazione che si è verificata oggi, proprio per avermi aperto gli occhi su
qualcosa di cui non mi ero proprio accorta. Ho iniziato già nel
pomeriggio a guardare le cose con uno sguardo severamente critico e meno
accondiscendente, e devo dire che le riflessioni di Antonio iniziano tutte a
tornarmi come vere. Anche mio marito Renato non sembra proprio lo stesso di
sempre nei miei confronti: non è scostante, questo è certo, però neppure troppo
attento a certi particolari tra di noi a cui fino a poco fa mi ero abituata.
Non so dire, forse è soltanto un clima sfavorevole quello che si è instaurato,
magari dato da questo coabitare in spazi interni così ristretti. Poi ho
immaginato che ci fosse anche qualche strano risentimento tra Antonio e Renato,
ma poco dopo li ho visti ridere assieme per qualche stupidaggine delle loro,
proprio come hanno fatto sempre. Perciò ho concluso la giornata assaporando
inevitabilmente una grande amarezza: quella che doveva essere la vacanza
perfetta per noi quattro, riesce poco a poco a dimostrarsi soltanto un grosso
errore, o almeno una sbadataggine, quasi un piede in fallo, per i nostri pur
collaudati rapporti interpersonali di amicizia.
Bruno
Magnolfi
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