I
due fratelli erano arrivati a casa nel tardo pomeriggio a pochi minuti di
distanza l’uno dall'altro, trovando stranamente loro padre scuro in volto e in
piedi lungo il corridoio. Diceva di essere tornato dal lavoro almeno un’ora
prima, e che si era posizionato lì pronto ad accogliere al più presto possibile
chiunque fosse stato a far girare la chiave nella serratura del portoncino. Appariva
però sfuggente, con la sua solita faccia dall'’espressione quasi invariabile,
senza comunque ancora accennare a qualche particolare preoccupazione, anche se
era evidente che nell’appartamento, per un motivo ignoto, la mamma al momento risultava
assente. Achille, interrogato dai suoi figli, con una scrollata di spalle,
aveva mostrato di non sapere niente dell’assenza di sua moglie, cioè di non
sapere dove fosse, ignorando sia il possibile motivo in grado di trattenerla
fuori casa, sia qualsiasi altra faccenda che spiegasse quella sua strana ed
insolita assenza a quell’ora, visto che non aveva lasciato neppure un biglietto
con qualche spiegazione scritta. Marco per primo era andato a sedersi al tavolo
di cucina, dicendo che forse era il caso di andare dal vicinato a chiedere
eventuali informazioni, ma subito dopo qualcuno aveva suonato il campanello di
casa con un rapido e repentino trillo.
La
signora Marcella, la loro dirimpettaia, sull’immediato si era schiarita la
voce, poi aveva avanzato di appena qualche centimetro, forse per tenere il tono
di voce sufficientemente basso, e poi aveva detto ai suoi tre conoscenti:
<<Mi ha telefonato la signora Celeste>>, spiegandosi, ma mantenendo
una forte titubanza. <<Ha detto soltanto che per il momento non intende
tornare a casa>>. Achille a queste parole restava di sasso,
impossibilitato a pronunciare una qualsiasi domanda, ed anche i due figli
rimanevano immobili, per alcuni istanti persino loro incapaci di chiedere
qualcosa. <<Ma dove si trova adesso, la mamma?>>, chiedeva alla
fine Federico, muovendo le mani e le braccia come a cercare di fare qualcosa
per risolvere una situazione che appariva assolutamente assurda. La signora
Marcella, forse più in confusione di quanto ci si poteva attendere, si prendeva
adesso una pausa, e con gli occhi fissi sui suoi vicini, ed anche un filo di
voce ancora tremolante, alla fine diceva soltanto: <<Non me lo ha
detto>>, chiudendo qualsiasi interrogativo ulteriore in questo senso.
Marco, che fino adesso era rimasto in silenzio, chiedeva invece se la mamma
avesse accennato al momento in cui sarebbe finalmente tornata da loro, o se
loro stessi potessero fare qualcosa per il suo rientro, magari parlarle al
telefono, se c’era almeno un numero a cui chiamarla. La signora Marcella allora
ritirava il suo piede, tornando indietro di qualche centimetro sul
pianerottolo, come se praticamente avesse ormai espletato la sua funzione di
ambasciatrice, e al momento non avesse in pratica da aggiungere alcun
chiarimento. <<Non mi ha detto altro>>, confermava, cercando di
chiudere la conversazione, <<soltanto che in questo momento vuole
starsene da sola, almeno un po'>>. Achille allora prendeva coraggio,
anche se gli venivano alle labbra solo parole di sgomento, però ad un tratto sbottava:
<<ma non è possibile, senza neanche dirci niente, senza mostrare nessuna
sofferenza>>.
Marco
all’improvviso mostrava una certa freddezza, e riprendeva rapidamente la
parola, immaginando che ciò che aveva da dire la loro vicina di casa con queste
ultime informazioni fosse ormai esaurito, e così con calma sibilava: <<Se
per caso richiamasse al telefono nelle prossime ore, le dica per favore che noi
siamo praticamente disperati senza di lei>>, cercando così di
rappresentare il sentire di tutta la famiglia. La signora Marcella annuiva,
sempre con gli occhi spalancati, indietreggiando ancora sul pianerottolo e
mostrando chiaramente il desiderio di tornare al più presto dentro nel suo
appartamento. Federico allora si voltava, forse cercando di apparire pratico,
ed entrava in cucina ad aprire il frigorifero per rendersi conto se era
possibile preparare qualcosa per la cena. La signora Marcella intanto salutava
in un modo semplice e quasi ridicolo, e poi in un attimo spariva velocemente
dietro la porta del proprio appartamento rimasta socchiusa, lasciando Achille a
sprangare il proprio uscio a sua volta, appena un attimo dopo di lei. In cucina
poi nessuno dei tre trovava qualcosa da dire sulla faccenda, limitandosi a
sprecare qualche parola sulle cose da cucinare e da portare in tavola.
<<Non so cosa pensare>>, diceva Federico dopo un po', così che
Marco e suo padre si limitavano a guardarlo come se avesse espresso un pensiero
incomprensibile, proseguendo a posizionare le stoviglie sopra una tavola completamente
differente da tutti gli altri giorni.
Una
volta seduti, ma conservando il silenzio per parecchi minuti, lasciavano che ad
un tratto Achille chiedesse ai suoi due figli un parere sulla strana faccenda
verificatasi, ma nessuno di loro riusciva ad avere un pensiero realistico. <<Non
riesco a darmi una spiegazione>>, riprendeva allora Achille.
<<Forse la colpa è soltanto mia, che non sono riuscito a comprendere
meglio negli ultimi tempi quanto i miei malesseri andassero a gravare anche sul
suo fragile e nascosto stato d’animo>>.
Bruno
Magnolfi
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