Caddi, è vero, ma forse riuscii a rialzarmi, diceva il
vecchio al piccolo gruppo di settantenni e oltre che lo ascoltava senza
sognarsi neppure di interromperlo. Non si vedeva spesso la sua faccia
accigliata in quell’angolo di piazza, al sole del primo pomeriggio, dove invece
amavano ritrovarsi tutti quegli altri, e quando arrivava, quelle poche volte,
spesso senza neppure salutare, se ne restava in disparte, in silenzio, senza
sentire la necessità di dire qualcosa, di spiegare la propria opinione, come invece
tutti facevano. Stava lì, seduto al margine di una panchina, fermo ad osservare
soltanto qualcosa intorno, gli alberi immobili, le case, le aiuole poco curate
del giardinetto, quasi che le persone presenti o quelle che stavano in giro in
quella zona, non lo interessassero affatto.
Aveva iniziato il suo discorso quasi senza sentire la
necessità di riferirsi ad altre parole, cominciando a parlare dal niente, come
per dare a tutti e a nessuno una sua versione particolare di alcune cose, quasi
come scavando dentro se stesso, alla ricerca di qualcosa di cui gli altri avrebbero
addirittura potuto provare interesse, anche se non era questo il punto
importante. Non ricordo neppure se ero ancora giovane allora, diceva; ricordo
che ero consapevole di tutto, proprio come mi sento ancora adesso, e questo
esclude già molto della mia gioventù. Avevo conosciuto una donna, l’avevo
osservata attentamente, le avevo chiesto qualcosa, e tutto ciò era bastato a
farmi capire quanto importante fosse il suo sguardo per me.
Non dissi niente, le feci solo intuire il mio stato
d’animo, e lei non cambiò di una virgola la sua espressione, ma venne da me
soltanto per dirmi che lei era pronta. Ce ne andammo, senza bagaglio, senza
salutare nessuno, ma quegli anni erano davvero difficili, e tutto si complicò
in pochi giorni. Tornare indietro sarebbe stata una sconfitta amarissima, così
la accompagnai alla corriera solo per salutarla, restando a guardare la polvere
che si alzava dietro di lei. Cercai del lavoro, vagai per diversi paesi della
zona e così mi ritrovai qui, dove ho trascorso tutto il resto della mia vita, e
dove forse morirò. Che importa ricordarsi adesso tutto il resto, pensare a chi
era lei, che cosa accadde in seguito: non ha alcuna importanza, perché era solo
quello il momento difficile che mi trovai ad affrontare, tutto il resto ne è
stato soltanto conseguenza.
A un certo punto però sentii di essere
riuscito a ritornare in piedi, certo, questo non dice niente di ciò che
continuai a portare dentro di me, ma ad un tratto seppi che non aveva più
alcuna importanza. Forse era il percorso tortuoso che avevo completato la cosa
più fondamentale, ma non mi piace più neppure ricordarlo: solo a volte, senza
che lo voglia, la memoria torna ancora lì, quasi a riaffrontare quei pensieri,
ed è soltanto in quei momenti che mi convinco di come non avrebbe mai potuto
andare in una maniera differente.
Bruno
Magnolfi
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