giovedì 21 aprile 2011

La strada per sempre.

           
            Caddi, è vero, ma forse riuscii a rialzarmi, diceva il vecchio al piccolo gruppo di settantenni e oltre che lo ascoltava senza sognarsi neppure di interromperlo. Non si vedeva spesso la sua faccia accigliata in quell’angolo di piazza, al sole del primo pomeriggio, dove invece amavano ritrovarsi tutti quegli altri, e quando arrivava, quelle poche volte, spesso senza neppure salutare, se ne restava in disparte, in silenzio, senza sentire la necessità di dire qualcosa, di spiegare la propria opinione, come invece tutti facevano. Stava lì, seduto al margine di una panchina, fermo ad osservare soltanto qualcosa intorno, gli alberi immobili, le case, le aiuole poco curate del giardinetto, quasi che le persone presenti o quelle che stavano in giro in quella zona, non lo interessassero affatto. 
            Aveva iniziato il suo discorso quasi senza sentire la necessità di riferirsi ad altre parole, cominciando a parlare dal niente, come per dare a tutti e a nessuno una sua versione particolare di alcune cose, quasi come scavando dentro se stesso, alla ricerca di qualcosa di cui gli altri avrebbero addirittura potuto provare interesse, anche se non era questo il punto importante. Non ricordo neppure se ero ancora giovane allora, diceva; ricordo che ero consapevole di tutto, proprio come mi sento ancora adesso, e questo esclude già molto della mia gioventù. Avevo conosciuto una donna, l’avevo osservata attentamente, le avevo chiesto qualcosa, e tutto ciò era bastato a farmi capire quanto importante fosse il suo sguardo per me.
            Non dissi niente, le feci solo intuire il mio stato d’animo, e lei non cambiò di una virgola la sua espressione, ma venne da me soltanto per dirmi che lei era pronta. Ce ne andammo, senza bagaglio, senza salutare nessuno, ma quegli anni erano davvero difficili, e tutto si complicò in pochi giorni. Tornare indietro sarebbe stata una sconfitta amarissima, così la accompagnai alla corriera solo per salutarla, restando a guardare la polvere che si alzava dietro di lei. Cercai del lavoro, vagai per diversi paesi della zona e così mi ritrovai qui, dove ho trascorso tutto il resto della mia vita, e dove forse morirò. Che importa ricordarsi adesso tutto il resto, pensare a chi era lei, che cosa accadde in seguito: non ha alcuna importanza, perché era solo quello il momento difficile che mi trovai ad affrontare, tutto il resto ne è stato soltanto conseguenza.
 A un certo punto però sentii di essere riuscito a ritornare in piedi, certo, questo non dice niente di ciò che continuai a portare dentro di me, ma ad un tratto seppi che non aveva più alcuna importanza. Forse era il percorso tortuoso che avevo completato la cosa più fondamentale, ma non mi piace più neppure ricordarlo: solo a volte, senza che lo voglia, la memoria torna ancora lì, quasi a riaffrontare quei pensieri, ed è soltanto in quei momenti che mi convinco di come non avrebbe mai potuto andare in una maniera differente.


Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento