Maledetti, ho pensato
immediatamente appena li ho visti. Non riuscivo neppure a riflettere quale
fosse il comportamento migliore da tenere, di fronte a quella specie di sfida;
avrei forse voluto semplicemente fermarli, se avessi avuto questo potere, o
convincerli in qualche maniera ad andarsene da tutt’altra parte: quella strada
non era per loro, avrebbero dovuto saperlo ancora prima di venire a sfilare,
nessuno di quei debosciati poteva transitare da lì, proprio da noi, che avevamo
abitato da sempre le case che costeggiano la via, che non avremmo mai permesso lasciar
passare sotto silenzio una cosa del genere.
Quando ho veduto quel
loro corteo di imbecilli transitare proprio sotto alla finestra della mia
abitazione, ho avuto per prima reazione come una mancanza, quasi uno
svenimento: mi pareva del tutto impossibile, inaudito, noi dovevamo reagire, ho
pensato immediatamente, ma non sapevo per nulla quale sarebbe stato il modo migliore
per far pagare a tutti loro, a quella gente indegna, un affronto del genere. E’
stato un difetto il mio, lo confesso, sarebbe stato meglio se avessi avuto una
reazione più forte, che mi fossi comportato maggiormente da uomo, ma certe
volte la debolezza d’animo è incontrollabile, e anche se mi montava il sangue
alla testa a vedere quella gente piena di odiose bandiere e di assurdi
striscioni, a me è riuscito soltanto di stringere i pugni, e continuare
semplicemente a guardarli, fino a quando la manifestazione ha smesso di
scorrere ed è confluita verso il viale.
Fin da ragazzo ho
sempre avuto grande antipatia per i facinorosi che scendono nelle piazze e
sembra che vogliono cambiare in un attimo tutte le cose, anche se non ho mai avuto
niente da dire, almeno fino a quando se ne sono rimasti lontano da me e dalle
mie cose. Ma adesso, vederli passare proprio sotto al mio naso, come se questa
strada fosse stata una delle loro, quelle che frequentano abitualmente, è stato
veramente qualcosa di intollerabile. Avrei voluto semplicemente avvertire tutti
i miei vicini di casa, dire loro che si guardassero bene dal confondere quelle
ragioni riportate sopra gli striscioni di quella gente, con i nostri storici modi
di essere, così distanti da quelle idiozie, e che ognuno di noi, ben chiuso nel
suo appartamento, preparasse la giusta reazione ad un comportamento di così aperta
ostilità nei nostri confronti.
Quando poi mi sono
deciso a tirare fuori dall’armadio il mio fedele fucile, forse era già troppo
tardi, anche se ero convinto che tanti dei miei vicini di casa stessero facendo
la mia medesima scelta, tanto che in quegli attimi li sentivo tutti con me,
come a darmi almeno un supporto morale, di cui forse avevo anche bisogno. Mi
sono affacciato alla finestra con il fucile già carico, ma lungo la strada
ormai non c’era più quasi nessuno, e anche questo fatto mi ha gettato nel
panico, come se ormai avessi perso il momento fondamentale.
Per questo, quando ho
notato la donna, quella persona che conoscevo soltanto di vista, ma che viveva
in una casa a poche decine di metri dalla mia abitazione, non avuto più alcuna
perplessità. Lei stava andando incontro proprio a loro, non c’era alcun dubbio,
si era lasciata convincere dalle loro idee, si stava gettando sicuramente nelle
braccia del nostro nemico, e questo era troppo, era impossibile accettare una
cosa del genere. Ho sparato senz’altro mirando alle parti vitali, ma avrei
voluto, oltre che ammazzarla all’istante, farla scomparire del tutto, distruggerla,
disintegrarla, e insieme a lei tutti coloro che soltanto per un attimo avessero
pensato di comportarsi nella stessa maniera di quella strega. Poi sono
rientrato nella mia stanza, spossato, ma mi sono sentito subito a posto con la
mia coscienza.
Bruno Magnolfi
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