In fondo alla strada c'è l’abitazione dei Guidi, circondata dal loro grande
giardino sempre in ordine, curato, con dei cespugli di fiorellini costantemente
appena sbocciati in qualsiasi periodo dell’anno. Tutto il vicinato spesso ne
parla, ne tesse le lodi, certe volte perfino in presenza proprio dei Guidi, che
raccolgono volentieri quegli apprezzamenti trascorrendo molte ore ad occuparsi
di quell’angolo di verde, e da un po’ di tempo sembra si sia scatenata addirittura
una gara per chi riesce a rivolgere loro il complimento più forte, il
maggiormente azzeccato, lasciando in aria, lungo i marciapiedi di tutta la
zona, superlativi e compiacimenti generalmente stucchevoli. Teodoro in
apparenza non se ne cura di questi argomenti, ma se fino a poco tempo fa proprio
per evitare l'osservazione diretta di quelle fastidiosissime bellezze tanto
care a chiunque, affrontava a piedi un giro più lungo del solito per recarsi
alla fermata di quartiere dell'autobus, da qualche tempo ha invece ripreso a
passare proprio da lì davanti, quasi per mostrare che a lui non riguardano per
nulla le siepi e le aiuole, e che quegli argomenti patrimonio di molti non sono
cose che lo toccano minimamente.
Lui passa sopra al marciapiede con lentezza, quasi con noncuranza, le mani dentro
le tasche, il passo ben cadenzato, ed evita costantemente di voltarsi anche
soltanto per guardare il giardino o la
casa dai balconi fioriti dei Guidi, e neppure per sbaglio concede a
quella proprietà anche solo una semplice occhiata minuta. Quella di Teodoro
sembrerebbe quasi una stupida provocazione, una maniera per tenersi alla larga
dai Guidi e dagli altri suoi vicini di casa, ma il punto è che se incontra
qualcuno lungo quel tragitto, normalmente si limita perlopiù ad un piccolo
cenno, tirando di lungo per la sua strada, e se avvista un qualsiasi componente
proprio di quella numerosa famiglia, anche solo il figlio minore che frequenta
la scuola elementare, volta risolutamente la faccia dalla parte opposta,
fregandosene di ciò che possa pensare chiunque, e quindi anche i Guidi.
Teodoro ha sempre avuto buoni rapporti con tutti, questo va riconosciuto; non
ha mai coltivato rancori con nessuno in particolare, e poi neanche adesso ritiene
che ci siano validi motivi di disaccordo con coloro che lo conoscono da tutti
quegli anni che abita il suo piccolo appartamento in quella via. Bada ai fatti
propri, questo è il punto, ci tiene a ribadirlo, e anche se non cerca di
recitare la parte dello scostante, generalmente imposta ogni scambio di
opinione con gli altri sulla base degli aspetti semplici e poco conflittuali, o
almeno così gli è sempre parso. Ma da quando la famiglia dei Guidi è venuta ad
abitare in quella villetta poco distante, a lui pare che qualcosa non sia più
come prima.
Un giorno un vicino ferma Teodoro e gli chiede senza perifrasi che cosa ne
pensi delle veroniche e delle cinerarie multicolori che negli ultimi giorni paiono
nascere spontaneamente in quel paradiso della botanica. Lui osserva il suo
conoscente quasi come si sentisse disorientato; raccoglie i pensieri cercando
un'espressione adeguata, e infine dice soltanto che a lui certe cose non lo interessano.
L'altro insiste: ma avrà pure un'opinione in proposito una persona che, come
lei, abita e vive da sempre a tutti gli effetti in questo quartiere. Teodoro lo
guarda, riflette, e infine risponde: si, ce l'ha, ma la tiene celata, in modo
che nessuno possa appropriarsene.
Bruno Magnolfi