giovedì 5 settembre 2013

Perfetto. (Pausa n. 5).

            

            In fondo non ha poi alcuna importanza questa bramosia di comprendere, di interpretare al meglio queste giornate e anche tutta questa stagione. Non importa affatto essere o sentirsi all’altezza di questi momenti, riflette Corrado mentre rientra al molo con la sua piccola barca a vela dallo scafo di legno. Il vento quel pomeriggio è girato lentamente verso ovest come molte altre volte ha già fatto, ma questo non significa per nulla che domani sarà una cattiva giornata, pensa, oppure estremamente ventosa. E’ così, pensa ancora Corrado allentando la scotta, proprio nella stessa maniera per cui anche se credo che il mio continuare ad uscire in barca sia solamente per una assodata abitudine, ciò non significa che poi non sia bello farlo, magnifico anzi, come star qui in questo momento a respirare l’aria di mare, e questa brezza così dolce e piacevole.
            Sul piccolo molo c’è sua moglie ad attenderlo, perché lei in genere è ansiosa, e quando Corrado fa qualche bordo con la sua piccola barca, lei non lo perde di vista, spesso aiutandosi anche con un vecchio binocolo. Si sente anziano lui, a volte stanco, ed anche se rimprovera sempre sua moglie di essere una persona terribilmente cocciuta in quel suo non volerlo mai perdere di vista neanche un momento, sa bene che se non fosse per lei probabilmente avrebbe da un pezzo tirato in secco lo scafo, lasciando semplicemente il fasciame ad allentarsi al sole d’estate sopra l’invasatura.
            Gli piace anche sapere che c’è, che lo osserva, anche se sa che per nessun motivo al mondo lei metterà mai piede sopra la sua piccola barca. E’ come se sua moglie ritenesse del tutto necessario, nella personalità di suo marito, quel suo misurarsi periodico durante la bella stagione, con quei venti non sempre troppo leggeri, e quella vela che a volte si gonfia a dismisura e sbanda lo scafo, fino a impegnare l’uomo quasi al suo limite. Lui a volte ci pensa, e non riesce a comprendere completamente a quale necessità corrisponda tutto quel comportamento: sa però che è così, quasi come un elemento acritico dei loro modi di essere, difficilmente modificabili.
            Lei certe volte lo aiuta quando rientra al molo di attracco: gli tiene la prua al vento mentre lui cala la vela e sfila la scotta dai bozzelli, e allenta la drizza, ripone il timone, la deriva e tutte le altre attrezzature prima di fissare la cima alla bitta di ormeggio, per poi rientrare con lui nella loro casetta d’estate poco distante. Ma lui quest’anno, per parecchi giorni, ha lasciato la barca attraccata al molo quasi senza neppure guardarla: Corrado pensa, riflette con attenzione, attende che sua moglie forse gli chieda qualcosa, lo incoraggi ad armare lo scafo e ad uscire, ma lei non lo fa. Da pensionati quali sono ambedue, mantengono un ritmo di vita monotono, orari dei pranzi e delle cene sempre gli stessi, comportamenti che sono quasi fotocopie gli uni degli altri; e lui adesso si intestardisce ad attendere un segno, forse gli basterebbe una sola parola, oppure che lei affrontasse una volta per tutte l’argomento di quella sua barca, ma in questo attendere Corrado invece le parla di tutto, compra del pesce al mercato, le propone aperitivi al caffè, passeggiate romantiche lungo la riva del mare e tante altre cose del genere, ma niente di quanto vorrebbe succede davvero.        
La fine dell’estate poi si fa avanti senza che Corrado, da molte settimane, sia più uscito a farsi un giretto con quella sua barca. Allora va al molo da solo e incolla sopra la prua un cartello che ha preparato: vendesi, recita quel piccolo rettangolo di cartone, poi se ne torna nella loro casetta di legno. Lei non chiede niente, trascorrono in questa maniera ancora due giorni, poi lui torna al molo, sempre in solitudine, quasi a sincerarsi che la sua barca ancora galleggi. Il cartello però non c’è più, qualcuno lo ha tolto con attenzione, asportando ogni residuo della colla e del nastro che era servito per tenerlo attaccato. Corrado riflette, ma quella sera si sente silenzioso, non dice quasi niente a sua moglie, anche se cenano insieme e poi vanno a passeggiare sul mare come fanno ogni sera.
            Il giorno seguente però lui tira giù dalla rimessa la vela e tutte le attrezzature della sua barca, giusto forse per far prendere a quelle cose un po’ d’aria, e con quei sacchi sopra le braccia si predispone ad andarsene al molo. Sua moglie lo guarda, poi delicatamente lo tira a sé con un mezzo sorriso, e infine lo bacia sopra la bocca: non serve altro, pensa lui, è tutto perfetto così.

            Bruno Magnolfi


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