Lei
sembra tranquilla adesso, ma è soltanto dispiaciuta una volta di più per
essersi rivolta a Leonardo in modo forse un po' troppo aggressivo, prendendolo
a male parole in fondo solo perché ha detto semplicemente di sentirsi stanco. Lei
forse non l’avrebbe neppure voluta una reazione del genere, ma certe cose le
vengono ormai del tutto spontanee, ed adesso si sente depressa, soprattutto
perché non vorrebbe mai vederlo in questa maniera: le appare perdente, disarmato,
persino troppo remissivo rispetto a quello che lei gli ha appena detto, come
consapevole di una propria manchevolezza, cosa che lei neppure riesce a comprendere:
lo vede quando lui abbassa lo sguardo, mentre lascia tra le sue parole delle
pause di silenzio, e quell’incredibile e improvviso mostrarsi quasi
indifferente a tutto ciò che intorno gli sta succedendo. Reagisci, pensa lei
dentro di sé in questi casi; ma in genere Leonardo non trova altro da dire, limitandosi
forse a registrare i comportamenti di lei, quei suoi sguardi, quei modi, niente
di più. Negli ultimi tempi lei sente di non riuscire a resistere a questa sua maniera
di essere, allora mostra una furia e un’insofferenza ancora più forte, tramite la
quale vorrebbe quasi infondere in lui la carica che pare mancargli, ed è in questi
momenti che riesce a dire cose delle quali, inevitabilmente, si pente subito
dopo.
Lui
adesso la guarda con neutralità, quasi con indifferenza, probabilmente il suo
pensiero naviga già lontano da lì, non appare minimamente attratto da quell’inizio
di discussione, e lei così si sente sbagliata, e la sua rabbia va quasi a
stemprarsi in un piccolo dolore che prova, una sottile angoscia che non ha
alcun altro rimedio, secondo lei, se non il tempo, e l’impegno gravoso con se
stessa per cercare di cambiare. Dovremo smetterla di stare insieme, ha detto
lui una volta dopo uno scambio del genere, e a lei venne da piangere ma si
trattenne, impose a se stessa di trattenersi. Adesso si aspetta che da un
momento all’altro Leonardo possa ripetere una frase del genere, e questo
pensiero da solo già le procura l’angoscia che prova. Tira su con il naso come
fa sempre, e in un attimo sembra subito tranquilla, ma in realtà è fortemente preoccupata
di come sta evolvendo la loro difficile situazione.
Non
riesce a controllare per nulla quel senso di frustrazione su cui lui al
contrario sembra fare completo affidamento, e non accettando questo sentimento
non riesce ad accettare neppure Leonardo. Spesso pensa che ci sarebbe bisogno
di qualcosa di nuovo tra loro due, qualcosa che venisse ad infrangere quel
piccolo giro vizioso che ormai sembra quasi obbligatorio nei loro
comportamenti. Per questo certe volte si ritrova a ridere sguaiatamente, oppure
a inserire un entusiasmo eccessivo in qualcosa che vede o che pensa. Infine,
quando è da sola, si sente sbagliata in tutto quello che fa, ed è consapevole che
in questa maniera non può continuare, anche se non riesce a comprendere dove
stiano realmente gli errori, dove le cose da sostituire alla svelta tra loro
due.
Scendo
mezz’ora al bar d’angolo, dice Leonardo tanto per levarsi da casa. Lei
annuisce, lo guarda mentre chiude la porta dietro di sé, poi dalla finestra
mentre si allontana lungo la strada con il suo passo incolore, le mani
sprofondate dentro le tasche, l’aria di chi vivrebbe benissimo, forse, in
qualsiasi altra maniera che non fosse quella. Sa perfettamente adesso che sono
i suoi atteggiamenti, le sue stesse parole il problema, ma il cambiamento le
appare difficile, lontano, complicato oltremodo, e allora torna alle cose di
sempre per galleggiare, e continua a sperare che il tempo cambi autonomamente qualcosa
per lei, magari proprio dentro di lei.
Bruno
Magnolfi
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