lunedì 23 settembre 2013

Indisperatamente.


          Lei sembra tranquilla adesso, ma è soltanto dispiaciuta una volta di più per essersi rivolta a Leonardo in modo forse un po' troppo aggressivo, prendendolo a male parole in fondo solo perché ha detto semplicemente di sentirsi stanco. Lei forse non l’avrebbe neppure voluta una reazione del genere, ma certe cose le vengono ormai del tutto spontanee, ed adesso si sente depressa, soprattutto perché non vorrebbe mai vederlo in questa maniera: le appare perdente, disarmato, persino troppo remissivo rispetto a quello che lei gli ha appena detto, come consapevole di una propria manchevolezza, cosa che lei neppure riesce a comprendere: lo vede quando lui abbassa lo sguardo, mentre lascia tra le sue parole delle pause di silenzio, e quell’incredibile e improvviso mostrarsi quasi indifferente a tutto ciò che intorno gli sta succedendo. Reagisci, pensa lei dentro di sé in questi casi; ma in genere Leonardo non trova altro da dire, limitandosi forse a registrare i comportamenti di lei, quei suoi sguardi, quei modi, niente di più. Negli ultimi tempi lei sente di non riuscire a resistere a questa sua maniera di essere, allora mostra una furia e un’insofferenza ancora più forte, tramite la quale vorrebbe quasi infondere in lui la carica che pare mancargli, ed è in questi momenti che riesce a dire cose delle quali, inevitabilmente, si pente subito dopo.
         Lui adesso la guarda con neutralità, quasi con indifferenza, probabilmente il suo pensiero naviga già lontano da lì, non appare minimamente attratto da quell’inizio di discussione, e lei così si sente sbagliata, e la sua rabbia va quasi a stemprarsi in un piccolo dolore che prova, una sottile angoscia che non ha alcun altro rimedio, secondo lei, se non il tempo, e l’impegno gravoso con se stessa per cercare di cambiare. Dovremo smetterla di stare insieme, ha detto lui una volta dopo uno scambio del genere, e a lei venne da piangere ma si trattenne, impose a se stessa di trattenersi. Adesso si aspetta che da un momento all’altro Leonardo possa ripetere una frase del genere, e questo pensiero da solo già le procura l’angoscia che prova. Tira su con il naso come fa sempre, e in un attimo sembra subito tranquilla, ma in realtà è fortemente preoccupata di come sta evolvendo la loro difficile situazione.
         Non riesce a controllare per nulla quel senso di frustrazione su cui lui al contrario sembra fare completo affidamento, e non accettando questo sentimento non riesce ad accettare neppure Leonardo. Spesso pensa che ci sarebbe bisogno di qualcosa di nuovo tra loro due, qualcosa che venisse ad infrangere quel piccolo giro vizioso che ormai sembra quasi obbligatorio nei loro comportamenti. Per questo certe volte si ritrova a ridere sguaiatamente, oppure a inserire un entusiasmo eccessivo in qualcosa che vede o che pensa. Infine, quando è da sola, si sente sbagliata in tutto quello che fa, ed è consapevole che in questa maniera non può continuare, anche se non riesce a comprendere dove stiano realmente gli errori, dove le cose da sostituire alla svelta tra loro due. 
       Scendo mezz’ora al bar d’angolo, dice Leonardo tanto per levarsi da casa. Lei annuisce, lo guarda mentre chiude la porta dietro di sé, poi dalla finestra mentre si allontana lungo la strada con il suo passo incolore, le mani sprofondate dentro le tasche, l’aria di chi vivrebbe benissimo, forse, in qualsiasi altra maniera che non fosse quella. Sa perfettamente adesso che sono i suoi atteggiamenti, le sue stesse parole il problema, ma il cambiamento le appare difficile, lontano, complicato oltremodo, e allora torna alle cose di sempre per galleggiare, e continua a sperare che il tempo cambi autonomamente qualcosa per lei, magari proprio dentro di lei.

          Bruno Magnolfi

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