Diego
è sicuro di quello che fa. Torna a casa e Lorenza non c’è, ma lui sa già
perfettamente dove trovarla. Riflette velocemente attorno a qualcosa che ha
letto negli ultimi tempi sulla violenza alle donne, ma gli viene soltanto da
sorridere: lui non sarà mai uno di quel genere, anche se lei se n'è andata.
Soltanto vuole vederci chiaro nelle cose, nient’altro. La piccola cartoleria
dove lavora l'amica di lei è poco distante, cosi ci pensa su un attimo, sono
quattro passi, ed è già là. Non si è vista, gli viene subito riferito, e a lui
pare per questo di sentirsi improvvisamente uno stupido, così impacciato, con
il berretto dentro una mano, e non è per nulla abituato a cose del genere.
Forse ha fatto male ad andare fino al negozio, pensa uscendo, e allora gira per
le strade senza neppure una meta. Vuole stancarsi, lasciare indietro qualcosa,
ed anche riflettere, forse, ma la sua testa è vuota, non sa neanche capire dove
stia il suo errore, semmai ce ne sia uno.
Incontra un
amico, lo saluta svogliatamente, forse vorrebbe spiegarsi, ma non sa neppure da
che parte incominciare. Si infilano nel primo bar poco distante, si fanno
servire due birre, sorridono per qualcosa che non sanno neppure cosa sia; poi
Diego spiega quanto è accaduto. L’altro gli parla subito male di tutte le
donne, gli dice di non preoccuparsi, che qualcosa comunque succederà, le cose
si sistemeranno, e che in breve gli verrà pure in mente un'idea. Lui se lo
lascia dire, ma intanto dentro di sé sente profondamente la voglia di
ribellarsi, mentre questo pensiero convive contemporaneamente con il bisogno
che prova della sua Lorenza. Improvvisamente non è più sicuro di nulla, guarda
l’amico, ma lo vede distante, gli manca tutto, come se adesso non sapesse
neanche più dove andare.
Forse mi hanno
detto qualcosa di falso, dice. Forse Lorenza era proprio lì, magari nel
retrobottega, a sorridere delle mie perplessità, magari a ridere di me, di quel
mio impaccio. Dice che non sa più neanche cosa pensare, ma l’amico gli dice d’un
tratto di avere già immaginato che prima o poi sarebbe successo qualcosa del
genere; lo dice sottovoce, ma con convinzione: ti comportavi male con lei
ultimamente, gli fa. Diego si sente colpito nel vivo, spalanca gli occhi,
riflette: forse è vero, ma non se n’era neppure reso conto. Quando tornano ad
uscire sulla strada, Diego si guarda attorno, come se lei fosse lì, da qualche
parte immobile ad osservarlo. L’altro lo nota, e lui, anche soltanto per
questo, se per combinazione la scorgesse davvero in fondo alla via, sa che
gliela farebbe pagare, anche se continua a ripetersi che non vorrebbe.
I due
ciondolano un po’ fino all’angolo, non ci sono molte altre parole da dirsi,
perciò si salutano, ognuno per sé, a rimettere assieme ciò che ancora resiste.
Diego non ha voglia di tornarsene a casa, controlla il telefono, nessuna
chiamata. Si stravacca su di una panchina e resta lì, mentre le luci della sera
si accendono. Forse potrebbe partire, andarsene chissà dove, senza neppure
pensare di ritornare; ma riflette che sarebbe soltanto una debolezza, e lui non
se la vuole permettere. Deve comportarsi esattamente come se nulla fosse
accaduto, pensa, questo è il punto. Perciò Diego rientra in casa come ogni
sera, senza cercare alcuna differenza con ogni altra sera; e lei è là, come
sempre.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento