Pur piccola, comunque persino troppo vasta quella piazza delle medaglie
d'oro per non mostrare come molte delle persone che avrebbero potuto esserci davvero
avessero invece deciso, probabilmente proprio all'ultimo momento, di non
aderire affatto almeno per quella volta alla manifestazione generale del
pensiero collettivo. Non ha alcuna importanza, sostiene lei; poi dice: noi dovevamo
comunque essere qui, almeno la nostra presenza era richiesta, anzi era
assolutamente necessaria, il resto invece può anche mostrarsi maggiormente
marginale. Di fatto quella specie di raduno risulta soltanto l'elementare
dimostrazione che esistono ancora persone capaci di riflettere almeno alcune
delle proprie idee in modo piuttosto diverso da molti, e questo loro parere in
base ai fatti evidenziati assume indubbiamente, soprattutto in certi casi, una
propria oggettiva importanza.
Lui al contrario è perplesso, si guarda attorno, poi torna ad osservare lei
che pare comunque accontentarsi. Forse non si poteva pretendere di più con la
scarsa informazione che siamo riusciti a dare, le dice. Lei annuisce, loro non
hanno né bandiera né striscione, sono soltanto due individui qualsiasi che in
mezzo a diversi altri sparuti personaggi cercano di dare almeno un senso
definito ad alcuni dei loro pensieri. E’ difficile, si dicono, evidenziare
delle idee senza mostrare contemporaneamente alcuna appartenenza: sembra quasi
impossibile, ma nessuno tra i normali cittadini pare interessato a cose di
questo tipo; sono temi che non caratterizzano immediatamente il contesto esatto
in cui si muovono, forse per questo sfuggono, paiono addirittura
insignificanti. Eppure loro due, comunque sia, in quella piazza ci sono e non
sono soli: qualcun altro ha pur aderito a quella causa, ed adesso è lì, sta
mostrando la sua faccia, e soprattutto evidenzia il proprio consenso su
quanto stabilito. Tutti si stringono la
mano, si sorridono, indicano ognuno qualcosa di comune, e tutto questo pare già
del tutto sufficiente alla causa a cui hanno dato adesione.
Loro due si spostano attorno alla piazza, quasi nella nervosa ricerca di
qualcosa che sembra proprio non riescono a trovare, e infine lei dice
semplicemente che avrebbe improvvisamente bisogno di un caffè, e lui volentieri
l'accompagna in un piccolo locale proprio lì vicino. Si siedono, si guardano,
lui affronta l'argomento spiegando che non c'è niente per cui prendersela, le
cose a volte sono più difficili di quanto si vorrebbe, e lei annuisce a quelle
parole. In certi casi mi dipingo una realtà diversa da quella che è, dice lei;
però va bene così, devo imparare ad accontentarmi anche delle piccole cose.
Quando tornano sulla piazza qualcuno ha già iniziato ad andarsene, ma la
giornata sostanzialmente grigia fino a quel momento mostra adesso nella parte
bassa del cielo una striscia di aranciato disegnata dal tramonto del sole, e le
facciate delle case tutt'attorno paiono improvvisamente accendersi di serenità.
Lei sorride, la manifestazione in quel momento pare sciogliersi, la gente se ne
va, ma la serata ad un tratto sembra quasi incoraggiante. Vorrebbe fermare
tutti lei, ringraziarli uno per uno, dire loro che in fondo è stato bello
ritrovarsi in quella maniera, anche se alla fine tutto il loro sforzo non
servirà probabilmente proprio a niente. Siamo stati qui insieme, vicini, almeno
per un momento, pensa adesso; ed eravamo uniti, accostati da una stessa idea,
le pare quasi di poter dire a tutti. In fondo è questo ciò che conta per
davvero: guardare qualcosa insieme, tutti verso una stessa direzione.
Bruno Magnolfi
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