Dovrebbe venire anche
Tonelli, quasi sicuramente insieme alla moglie, e senz’altro, se ci saranno
anche tutti gli altri, con loro saremo forse più di trenta. Mi sento
praticamente elettrizzata, prosegue lei, sarà senza dubbio una serata
magnifica. Intanto si alza dal tavolo, va dentro casa a prendere il vassoio con
la frutta, e poi torna per appoggiarlo nel mezzo, sul piano tra loro due;
quindi torna a sedersi. Lui in silenzio si versa ancora due dita di vino,
sorride, pensa che dopodomani fortunatamente sarà passata anche questa, e poi
potrà dedicarsi a tutt’altro.
Lei mastica
lentamente una fragola, forse vorrebbe ancora dirgli qualcosa a proposito della
serata che stanno organizzando per il giorno seguente, però si frena, proprio
per non apparire esageratamente ansiosa e non sembrare neppure così ripetitiva.
Lui sorseggia dal suo bicchiere, probabilmente immagina quello che lei sta
pensando, e quasi vorrebbe riprendere a sorridere, tanto per darle spago, ma
resta serio, per non incoraggiarla almeno su quell'argomento, forse nell'attesa
di trovarne di nuovi. Infine si alza, recupera da qualche parte lì accanto le
sue sigarette, quindi torna a sedersi a quel piccolo tavolo da giardino in
ferro battuto, davanti a lei.
Dovresti provare di
nuovo a smettere, dice lei tanto per dire, subito mordendosi le labbra per aver
toccato un argomento che potrebbe in un solo attimo irritarlo profondamente.
Lui fa finta di non aver neppure sentito quelle parole, però subito dopo dice:
ho calato la frequenza, forse non te ne sei neanche accorta, ma praticamente
sto fumando quasi la metà rispetto a una volta. Lei sorride, tutto vorrebbe
fuorché toccare un tema che possa compromettere quel difficile equilibrio che
si è formato in quegli ultimi tempi. Ma si, dice allora: sei stato bravo,
sussurrando le ultime sillabe come ad allontanare qualsiasi specifico
riferimento. Penso che domani indosserò il mio vestito rosso sparato, tu che ne
pensi? Bello, fa lui, non è molto sobrio, ma in ogni caso si fa notare, e
questa in fondo è la cosa che a te interessa di più.
Lei sta per ribattere
qualcosa, ma in quel momento esatto le suona il cellulare. Così si volta per
osservare distrattamente il numero apparso, e poi riattacca. Quella
scocciatrice di Vanda, dice come tra sé, la richiamerò forse più tardi. Certo,
non si può dire che con certe persone tu sia molto socievole, fa lui. Lei evita
il suo sguardo e si limita a dire che forse è anche vero, ma la capacità che hanno
in molti di prenderti nel momento sbagliato è notevole. Sarà pure così, ribatte
lui, però mi pareva che tu e Vanda foste delle grandi e inseparabili amiche.
Si, fa lei, ed è proprio per questo che posso permettermi di trattarla un po’
come mi pare.
Lui sorride, osserva il posacenere, infine guarda
distrattamente il suo orologio assumendo l’espressione di chi si accorge di
quanto si sia già fatto tardi. Devi uscire? fa lei. Purtroppo si, dice lui,
devo fare un salto al caffè per incontrarmi con una persona. Va bene, dice lei
mentre si alzano dal tavolo insieme; spero almeno stasera tu non faccia tardi.
Lo spero anche io, dice lui, comunque tu non aspettarmi. Quindi si volta, ma
prima di andarsene raccoglie dal tavolo qualche stoviglia usata da lui, e tenendo
in equilibrio quegli oggetti va a deporli sul piano in cucina, quindi sparisce.
Lei ascolta il motore dell’auto che si avvia, ed il
rumore delle ruote sulla ghiaia che si allontanano, poi richiama la Vanda. E’
tutto a posto, le fa; domani sera mi presenterò a tutti come una classica
moglie felice, nessuno avrà da sospettare alcunché; tantomeno lui.
Bruno Magnolfi
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