Qualcuno mi spia. Per questo spesso resto chiuso per
molto tempo nel bagno di casa. Il bagno è un posto abbastanza sicuro, la
finestra piccola con il vetro opaco non permette a nessuno di vedermi. Sto lì,
certe volte, e mi guardo dentro lo specchio sopra al lavabo, immaginandomi di
scorgere all’improvviso nel riflesso una persona diversa da me. Allora esco
dalla stanza, non è il caso di lasciarsi andare a simili fantasie, penso.
Qualcuno, al negozio dove vado quasi ogni giorno, mi ha spiegato che tutti noi
non siamo più proprietari di noi stessi, e che tutto è sotto un controllo
accurato, un'entità strategica ha il potere di studiare qualsiasi mossa in cui
siamo impegnati. A me non interessa approfondire certi argomenti, però sto
sempre attento, osservo qualsiasi cosa intorno a me, e mi guardo sempre alle
spalle prima di prendere qualsiasi decisione anche semplice, come attraversare
una strada o scegliere di entrare in una certa bottega invece che un’altra.
Il cliente del negozio però insiste: dice che ormai hanno
in mano tutti quanti i nostri dati, conoscono praticamente tutto di noi,
possono perfino immaginare quello che stiamo pensando e quindi qualsiasi cosa
stiamo per realizzare. Sorrido, a questi discorsi io non ci credo affatto,
penso che se una persona riesce ad essere accorta, a guardarsi sempre bene
attorno, può tranquillamente sfuggire a qualsiasi controllo, anche se comunque
sono contento che ci sia qualcuno che mette sull’avviso tutti gli altri; è
sempre utile, penso, stare ad ascoltare un cittadino che ti informa, che ti
stimola a prestare maggiore attenzione, anche se io non mi fido mai di nessuno.
Rientro comunque nel bagno appena torno nel mio
appartamento, giusto per guardare in ogni angolo alla ricerca di qualsiasi cosa
sospetta, e sincerarmi che le cose vadano bene: niente, proprio come
immaginavo, è tutto a posto, non ci sono né microfoni né telecamere, nessuno
può sapere cosa penso quando rimango chiuso qua dentro. Poi mi viene un’idea e
fingo di uscire di casa, mi chiudo il portone alle spalle con grande rumore, e
scendo in strada scalpicciando con i piedi e tossendo. Invece, subito dopo, in
silenzio e con la faccia coperta, torno velocemente sui miei passi, e rientro
nelle mie stanze con grande attenzione e in punta di piedi, senza provocare il
minimo rumore, serrando dietro di me la porta di ingresso attento a non far
neppure scattare la serratura.
Qualcuno però, con delicatezza sospetta, poco dopo bussa
là sopra. Sono perplesso, vado ad aprire, non ho fatto niente per cui debba
nascondermi, penso, e sono pronto ad affrontare qualsiasi eventualità, anche se
mi soffermo per un lungo momento ad ascoltare ogni eventuale equivoco rumore possa
provenire dal vano scale. Apro, infine, e mi accorgo che è soltanto la mia
vicina di casa; mi dice che ha sentito dei rumori provenire dal mio
appartamento, e così si è preoccupata per me. Sorrido, la faccio subito
entrare, le dico che oggi non siamo più tranquilli di niente, che dobbiamo
stare molto più attenti di un tempo, dobbiamo cercare di essere furtivi, e
variare spesso atteggiamento in modo da confondere chi ci vorrebbe mettere
sotto controllo.
Lei ascolta con attenzione, dice sottovoce storcendo la
bocca che c’è l’inquilino del piano di sopra che sta sempre a domandare dei
fatti degli altri, e che lei non riesce proprio a sopportare quei modi. Ecco,
penso senza farmi accorgere di niente, forse è proprio lui che passa delle
informazioni alle autorità che si interessano di queste cose; forse è lui la
spia che cerca di scrutarmi continuamente. La donna alla fine se ne va, ed io
rientro nel bagno, mi siedo a pensare e guardo lo specchio. Ci deve essere
qualcosa sotto a questa lastra di vetro, è l’unico posto da dove forse possono
riuscire a vedermi senza essere visti. Così prendo il bicchiere di ceramica
dello spazzolino da denti e lo lancio con forza in mezzo allo specchio, che
subito si rompe in mille frammenti. Dietro c'è un piccolo foro nel muro da cui
sporgono dei cavi elettrici. Prendo del nastro isolante e sigillo subito quel
buco. Dovrò stare più attento, penso: persino qualsiasi semplice impressione
negativa, può essere davvero il segnale di qualcosa estremamente più importante
di quello che sembra.
Bruno Magnolfi
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