Anche
senza volerlo mi capita di incontrare tanta gente mentre cammino lungo i
marciapiedi del mio quartiere popoloso. Persone che generalmente non ho neanche
mai visto, perfetti sconosciuti che con normalità se ne vanno per la loro
strada, senza prestare alcuna attenzione a chi gira loro intorno. Ed a qualcuno
tra quei molti individui che con perfetta indifferenza mi vengono quasi incontro
camminando di fretta con la testa persa in chissà quali pensieri, lascio volentieri
un cenno di saluto, o anche un sorriso, arrivando in certi casi ad esibirmi
addirittura in un modesto inchino, soffermandomi davanti a qualcuno appena per
un attimo, anche se è vero che non conosco proprio nessuno di tutti loro.
Alcuni con sorpresa nervosamente mi rispondono, altri al contrario tendono ad ignorare
assolutamente ogni gentilezza, e tirano di lungo con rinnovata indifferenza, in
certi casi mostrando quasi astio.
Qualche volta chiedo in giro anche
con una certa insistenza che ore siano, spesso ripetendo varie volte il gesto
di battermi il polso dove normalmente si porta l’orologio, nonostante ne abbia sempre
in tasca uno precisissimo e di assoluta affidabilità. Ascolto la risposta che
mi viene data, e tramite quella valuto subito il carattere e la disponibilità
della persona, lasciando correre con un sorriso chi ha fretta o non ha tempo
per cose di quel genere, apprezzando infine la gentilezza ed il rispetto dei
pochissimi che si fermano anche oltre, e magari parlano con me, mi chiedono
qualcosa a loro volta, cercano di instaurare un piccolo dialogo, anche se in
fondo non ne provo alcun bisogno.
Personalmente non dimostro un
bell’aspetto, e non mi meraviglio certo se parecchi si limitano a voltarsi dalla
parte opposta, ignorando ogni mio gesto ed ogni mia parola; so perfettamente
cosa voglia dire perdere del tempo con qualcuno, anche se tutto ciò, secondo il
mio parere, non ha poi alcuna importanza. Forse alcuni mi riconoscono, hanno un
moto di fastidio nel mio appiccicoso avvicinarmi, ed è forse proprio questo che
a me più di tutto mi diverte.
Poi incontro questo tizio che mi
dice di nutrire una certa simpatia per il mio comportamento, ed io lo lascio
dire per un attimo, disinteressandomi subito dopo delle sue parole e
proseguendo come sempre il mio cammino lento. Ma quello insiste, mi segue, dice
che assolutamente appaio una figura dai modi di epoca passata, ed è proprio
questo personaggio che va salvaguardato, elemento di grande interesse nel
panorama triste ed egoistico attuale. Naturalmente mi schernisco, cerco di
spiegargli che non c’è da scomodare tutta questa grande e presunta messinscena,
con un sorriso e con un gesto faccio presente che non è niente, forse soltanto
solitudine, necessità di un piccolo contatto poco impegnativo. Ma quello va ben
oltre, dice che non ha mai visto una cosa di quel genere, e che la mia
intuizione mostra qualcosa ormai disarticolato in tutta la realtà.
Mi viene dietro, insiste con le
sue argomentazioni, alza la voce in modo che anche altri intorno siano
investiti con le sue parole da quanto lui dice abbia scoperto nella mia
interpretazione delle cose. Continuo a camminare ignorando il più possibile
questo tizio che mi segue, arrivo addirittura a soffermarmi davanti alla
vetrina di un negozio per mostrare la distanza che intercorre tra me e tutti i
suoi discorsi, ma quello va avanti ed insiste ancora a cercare spiegazioni
sempre più complesse e sofisticate della società al cospetto dei miei
comportamenti, che adesso sembra riescano, secondo il suo parere, ad incrinare le
abitudini più abiette e ormai consolidate.
Inizio a correre, alla fine, e
volto rapidamente dentro una stradina, talmente poco frequentata che quando mi
giro siamo soltanto in due, ed è proprio in quel momento che con la poca forza
che riesco a trovare nelle mani, gli offro uno schiaffo in piena faccia. Quello
si impietrisce, mi guarda con occhi increduli, ed è allora che tiro fuori il
mio orologio, per sapere davvero che ore siano.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento