Non
ha molta importanza, dicono tutti. Eppure per lui le cose stanno in altro modo.
Se per esempio resta fermo ad ammirare il tratto di strada che riesce a
scrutare dalla sua finestra, spesso gli pare che tutto il mondo sia soltanto
quello che rimane compreso al di là da quel suo vetro, in quella esatta
visuale, come se della realtà fosse l’unico campione, valido proporzionalmente forse
anche per ciò che da quel davanzale non è proprio possibile vedere. Certe volte
si sforza persino di seguire qualche semplice passante dall’andatura furtiva,
fino ad arrivare ai limiti estremi di quel suo campo visivo, sporgendosi col
busto quanto può; ma quando infine è costretto ad abbandonare l’avvistamento
per puro impedimento fisico, ciò che stava osservando in quel momento è come se
nella sua mente si disintegrasse, divenisse inutile, sparisse completamente
dalla scena, fino a sortire ora e per sempre dal piano di qualsiasi curiosità
possa mai avere provato verso quel soggetto.
Dicono
in molti di quel quartiere che sia soltanto un’accozzaglia di palazzi del tutto
anonimi, senza riportare caratteristiche di nota, ma a lui spesso sembra il
contrario, proprio perché zona popolosa, caotica, zeppa di gente, e quando
lungo la strada riesce a vedere delle persone che si fermano a parlare tra di
loro, immagina subito che qualcosa di importante stia per accadere, e che si
stiano preparando degli avvenimenti dei quali è bene essere almeno in qualche
modo consapevoli. Non sono un semplice catastrofista, dice a volte tra sé con
naturalezza; però neppure uno a cui si possono tenere nascoste certe trame
sotterranee. Lo so che queste strade sono una fucina di idee e di propositi, lo
vedo con chiarezza dal mio privilegiato punto di osservazione, si tratta di saper
interpretare bene i segni, ed osservare sempre tutto quanto dalla giusta
angolazione, in modo da comprendere subito quanto presumibilmente stia per
accadere.
Infine, quando
comprende che l'osservazione del mondo da una semplice finestra è un'attività
che non gli appare più assolutamente sufficiente, indossa la sua giacca sulle
spalle ed esce dall'appartamento. Nel quartiere lo conoscono, qualcuno
timidamente lo saluta, lui invece tira diritto, vuol capire subito quale siano
le novità che sembrano serpeggiare adesso. Un vicino lo ferma, gli dice subito
che le scelte delle prossime ore probabilmente saranno decisive, e nonostante
sorrida mentre parla in questo modo, si capisce immediatamente quanto le sue
parole siano gravi e soprattutto serie. Lui lo guarda un attimo, lo ringrazia per
l’informazione, poi va ancora avanti.
Ci saranno da prendere
delle importanti decisioni, pensa con estrema convinzione; non è più questo il
tempo degli indugi e della tolleranza sugli aspetti che spesso si presentano.
La realtà delle cose è in via di veloce modificazione, e tutti i cambiamenti da
proporre d’ora in poi andranno riflettuti, discussi, e anche approvati da una solida
maggioranza di individui degni di rappresentare tutti gli altri. Poi si siede
sulla sua solita panchina, con lo stesso atteggiamento che tiene quasi sempre, all’apparenza
poco interessato a tutto, ma di fatto restando ben attento a cogliere qualsiasi
segnale che meriti importanza. La realtà che scorre va assolutamente
registrata, monitorata, interpretata, perché ormai è solo una sintesi ben fatta
che ha importanza sopra tutto.
Quando infine
rientra nelle sue stanze, si sente pienamente soddisfatto: proprio come già pensavo,
sussurra tra sé con un sorriso; adesso conosco con sufficiente precisione le
pulsioni vere dell’attimo presente. Sono pronto, dice ancora: il prossimo
futuro ormai è qui.
Bruno Magnolfi
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