In giornate come questa
vorrei fermarmi, dice con voce pacata l’uomo a sua moglie. Non essere stupido,
fa lei, non ce lo possiamo certo permettere. Non dicevo questo, cerca di
spiegarsi meglio lui, è solo che d’improvviso mi sembra quasi tutto inutile,
un’assurda e continua
corsa in avanti senza alcun significato e nessuno
scopo da raggiungere. Va bene, fa lei, hai prodotto anche oggi il tuo solito ed
inevitabile grido di dolore, adesso però
torna con i piedi per terra e deciditi a fare quello che devi.
Il marito prende la
giacca, saluta, esce di casa, cammina lentamente fino alla fermata del bus, poi
si siede presso la panchina sotto una tettoia di plexiglas ed infine resta
lì, come non avesse alcuna decisione da
prendere. Quando transita il primo mezzo pubblico lui
sale con indifferenza insieme agli altri che gli stanno accanto, anche se
questa evidentemente non è la sua linea, ed
una volta a bordo si sistema in piedi accanto
ad un finestrino, tanto per guardare fuori le facciate delle case che se
ne fuggono per conto proprio. Scorrono così
davanti ai suoi occhi anche parecchie fermate dove la
gente variegata scende e sale, infine l’autobus affronta alcune strade
periferiche dove si notano con evidenza degli spiazzi d’erba incolta tra le
case, ed anche qualche piccolo canneto spontaneo al bordo di certi piccoli fossati di
acqua ferma lasciati perlopiù al loro destino.
L'uomo scende ad un certo punto,
anche se non sa con precisione neppure dove si stia trovando, perché in fondo
non gli importa molto sapere di essere in un posto preciso, gli basta come di
perdersi in un luogo qualsiasi, e di affrontare qualcosa che non vuole neppure
immaginare in questo momento. Cammina per un po’ da quelle parti, osserva le
poche cose degne di nota di quel quartiere, infine incontra un ragazzo che lo
guarda con curiosità, come fosse un alieno caduto sulla terra non per propria
decisione. Infine lui si ferma, immagina di osservarsi da un punto distante
da sé, come se tutto fosse una specie di
disegno panoramico in cui rimane immobile un semplice uomo piccolo che non
riesce neppure ad uscire del tutto dall’immagine, limitandosi a scorrere
soltanto lungo i bordi, e cercando dentro di sé la soluzione dell’enigma in cui
si sente immerso. Poi torna sui suoi passi, ritrova la fermata dell’autobus e
percorre a ritroso quasi senza pensarci tutta la strada.
Più tardi sua moglie gli chiede cosa
mai gli sia successo in tutto il giorno, ma l’uomo non le sa spiegare niente, e
l’unica cosa che riesce a dirle è che c’era un ragazzo davanti a lui, forse
abbandonato a se stesso, da qualche parte lungo una strada qualsiasi, ed a lui
è sembrato all’improvviso che tutto potesse essere soltanto in quel modo, senza
più nient’altro a cui potersi riferire, nessun tema forte che guidasse il suo
cammino, nessuna persona vera a cui credere ancora per sapere cosa fosse meglio
per il futuro di tutti quanti.
Bruno Magnolfi
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