Da
un po’ di tempo non sono più me stesso, penso. Ho
attraversato questi anni senza preoccuparmi quasi di nulla, ed adesso mi
ritrovo a dover fare i conti con tutto ciò che spesso ho tralasciato. Non ero
così, è chiaro, però quando mi sono reso conto che non interessavano nessuno le
mie presunte doti, ho deciso di comportarmi in altro modo. Sono sempre stato da
solo, forse perché cercare gli altri vuol dire anche accettare di mettersi
spesso in discussione, e in ogni caso nessuno tra chi mi stava attorno ha mai chiesto di me, come se fosse già difficile
ricordarsi la mia faccia ed il mio nome, o che
comunque c’ero, oppure che in un modo o
nell’altro, prima o dopo, c’ero stato. Insomma il trattamento nei miei
confronti è sempre stato, direi, come di una sopraffina qualità della più
leggera indifferenza, o se si vuole, di un grossolano fregarsene di me e di che
cosa rappresentassi, in qualsiasi caso, comunque sia, in un modo assolutamente serio e ponderato. Ho riflettuto qualche
volta intorno ai motivi scatenanti che possono aver generato una volta o l’altra tutto questo, però è stato molto più facile da un certo punto in poi voltare
le spalle in fretta a tutti quelli che incontravo, in maniera tale da non
soffrire neanche un briciolo di quel loro
atteggiamento, almeno fino a quando non ho deciso del tutto di cambiare.
Non ci vuole molto a mettersi in mostra, ho iniziato a pensare ad
un certo momento, così prendendo spunto, durante un giorno qualsiasi, da quello
che notavo in tutti gli altri, ho semplicemente spalancato la finestra del mio
appartamento al terzo piano, ed ho iniziato a gettare nella strada
tutto quello di cui non avevo più necessità o che mi sembrava superfluo nelle mie stanze. Naturalmente prima mi ero barricato in casa chiudendo a chiave qualsiasi serratura,
e a tutti quelli che dal marciapiede hanno
iniziato a guardarmi e poi a gridarmi delle cose, non ho risposto affatto,
proseguendo imperterrito a finestra spalancata
con la mia semplice attività, nell’attesa certa che venissero chiamate, da un
attimo all'altro mi immaginavo, le forze dell’ordine. Poi quando ho visto i
lampeggianti ho fatto subito la faccia contrita e l’espressione di chi si pente
realmente di essersi comportato in modo così
poco cortese verso tutti. Ho aperto subito la porta di casa alle divise, e mi
sono consegnato come fossi seriamente pentito di ciò che avevo fatto.
Niente di particolare, nessuna delle guardie ha ravvisato nei miei
comportamenti un vero attentato alle persone oppure ai loro beni, così tutto si
è dissolto in fretta come una grande bolla di sapone. Anzi, qualcuno nella
strada ha raccolto le mie cose e se l'è persino portate via.
Il
vicinato così ha iniziato a parlare di me come di un tipo strano, un mezzo
matto, da tenere sicuramente a distanza, e questo atteggiamento chiaro e
scoperto ha subito provocato tra i miei pensieri delle reazioni assolutamente
positive. Parlare da solo, ridere per strada senza motivo, gesticolare in
maniera inconsueta, tutti atteggiamenti che mentre li adottavo mi hanno fatto
immediatamente sentire libero di fare tutto quello che desideravo. Ho subito
una trasformazione, penso adesso, ma se ci rifletto bene, molto di quello che
sono oggi probabilmente era già dentro di me persino ieri. Un anziano vicino di
casa mi ha chiesto poi con un debole sorriso sulla faccia, quale fosse lo scopo
finale del mio gesto, cioè quello di scaraventare tutta quella roba dalla
finestra del mio appartamento, ed io ho iniziato a ridere, senza rispondere,
solo ridendo come per una storiella simpatica che avessi appena ascoltato. Alla
fine sono salito per le scale e mi sono chiuso in casa. Che m'importa degli
altri, ho pensato; cosa mi interessa delle opinioni di questo vicinato senza
alcuna qualità. Voglio andare avanti con le mie cose senza più usare alcun
riguardo per il prossimo, sia per chi in un modo o nell’altro mi conosce,
magari anche soltanto di vista; sia per chi non si è mai interessato di un
individuo anonimo come posso essere io. Basta, azzero tutto, non si troverà più
traccia di me tra poco tempo.
Bruno
Magnolfi