La
signorina Mannelli Lorena oggi è tornata all’improvviso nella nostra agenzia
immobiliare, peraltro dopo che non aveva più dato notizie di sé nonostante le
sue accorate e interessate promesse, spiegando che le cose per lei in
brevissimo tempo erano rapidamente cambiate, che aveva conosciuto da poco una
persona, e che il suo futuro probabilmente si stava modificando addirittura giorno
dopo giorno, tanto che adesso cercava non più un piccolo appartamento adatto ad
un solo residente, cioè lei, ma qualcosa di maggiormente spazioso e abitabile che
fosse adatto a lei ed al suo nuovo compagno, cioè colui con cui ha dato vita ad
una sua nuova relazione. Elisabetta, da dietro la propria scrivania, oltre ad
avere debitamente pronunciato nei confronti della Mannelli un’ordinaria parola
di saluto, non ha poi voluto interloquire neanche per un momento con questa
cliente, lasciando a me, che peraltro avevo precedentemente trattato per lei
l’acquisto di un bilocale, il compito di liquidarla piuttosto alla svelta, ad
evitare di perdere tempo ulteriore, anche per quel vago senso di tradimento che
mi è parso subito di provare.
Nei suoi confronti avevo come avvertito, ormai più di un
mese addietro, un sentimento come di vicinanza nei confronti della sua
situazione, e l’evidente simpatia che lei mi aveva trasmesso in quell’occasione
era stata tale da farmi insistere parecchio al telefono con un venditore, al
fine di accordarle uno sconto apprezzabile per quella casa che a lei
interessava. Le sue promesse però erano subito andate vane, ed anche se era
risultata sul momento entusiasta di quel piccolo appartamento che le avevo
fatto visionare, in seguito con me non si era più fatta viva, né per
l’acquisto, e neppure per la rinuncia. Adesso ovviamente temevo di cadere nella
medesima situazione, così, pur facendola accomodare alla mia scrivania mentre già
scorrevo sul terminale l’elenco degli appartamenti in vendita nella nostra
agenzia, ho cercato naturalmente di trattarla con una certa freddezza, anche
per il moto di fastidio che mi ha provocato immediatamente il suo comportamento
poco rispettoso nei miei confronti, ed essersi dimostrata persona assolutamente
umorale e dalla volontà facilmente variabile. Lei ha proseguito comunque a
parlare con un certo entusiasmo di questo suo amore improvviso, non
accorgendosi neppure così facendo di peggiorare le cose, ed anche per questo
motivo le ho detto alla svelta e con un certo piacere che purtroppo al momento
non avevo niente di adatto alle sue particolari esigenze, e quasi di fretta ho
lasciato che cadesse qualsiasi ulteriore possibilità, accompagnandola perciò fino
all’uscita dall’agenzia, pur promettendo, come si fa sempre, di telefonarle nel
caso si fosse presentato qualcosa per lei.
Quando infine sono tornato a sedermi per riordinare i miei
appunti, Elisabetta, rimasta seduta alla scrivania di fronte a me, mi ha
gettato un lungo sguardo come di pungente rimprovero, che pur non necessitando
di alcuna parola di supporto, ugualmente ha mostrato in lei qualcosa che mi ha ovviamente
stupito. Non ho detto niente, evitando così qualsiasi commento, però mi è
sembrato di cogliere un vago moto di gelosia nei miei confronti, come se la mia
collega di sempre si mostrasse improvvisamente soddisfatta della mancata
trattativa con una cliente dall’apparenza forse troppo piacevole. Sono rimasto
perplesso, com’è del tutto naturale, considerato che i miei rapporti con
Elisabetta sono sempre stati unicamente professionali e ridotti da molto tempo
ai minimi termini, tanto da lasciarci evitare reciprocamente anche qualsiasi
scambio di vedute sulle nostre separate attività. Comunque, ho proseguito a
sistemare le mie cose alla scrivania mostrando nei confronti di ogni suo
sguardo una legittima indifferenza, e quando infine ho indossato la giacca per
uscire e recarmi ad un appuntamento per un sopralluogo, lei di colpo mi ha
detto: <<hai fatto bene>>, evidenziando così qualcosa che non avrei
mai sospettato. Ho sorriso, così come mi è parso normale, ma immediatamente
dopo ho provato un debole moto di preoccupazione, come se fosse intervenuto,
nel suo modo di comportarsi nei miei confronti, qualcosa di nuovo, quasi un
interesse, o un’attrazione, forse uno squarcio nel suo essere sempre fredda e
distaccata.
Uscendo ho provato addirittura il desiderio di cambiare
mestiere, giusto per non dover affrontare magari proprio con Elisabetta un
periodo fatto di sottili e tormentati tentativi da parte sua di strenuo
avvicinamento verso la mia persona, ma una volta sul marciapiede mi sono
sentito più forte di qualsiasi possibile adulazione, tanto da essere capace di
tenere a distanza anche una collega dal carattere complicato come certo è lei. La
mia raggiunta solitudine, ottenuta in vecchia data, e la distanza guadagnata
nei confronti di ogni possibile pur superficiale legame, mi sono parsi improvvisamente
valori irrinunciabili, degni di essere difesi addirittura a qualsiasi costo.
Bruno Magnolfi
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