martedì 3 febbraio 2009

3 febbraio 2009


           
            Osservando le strade poco per volta, percorrendole a piedi scegliendo i muri e i marciapiedi dalle forme porose, a volte con larghe crepe a vista, a volte sconnessi e scalcinati, a volte nuovi e ben intonacati di fresco, mi sono reso conto di quanto i vari tratti delle vie cittadine siano differenti tra loro e spesso caratterizzati da piccoli elementi presi poco in considerazione. Ci sono certe volte dei marciapiedi larghi costruiti intorno a delle strade strette, come a dare maggiore importanza all’uomo piuttosto che al veicolo, anche se nella maggior parte dei casi è vero il contrario. Ci sono degli alberi a margine di qualche viale che insistono sopra a qualche muro, sovrastandolo, incrinandone la struttura con la loro spropositata vegetazione. C’è un glicine lungo una strada che conosco, che ha attorniato i ferri robusti di una recinzione, li ha avvinghiati nelle sue spire, lignificando negli anni, e poco per volta, con il suo tiro di cellule umide, con il suo lento meccanismo di fioritura e di assetto per l’inverno, con la sua naturale ricerca del meglio per sé, indipendentemente da tutto, ne ha scardinato lentamente i punti fermi, le infissioni stesse nel muro sottostante, ne ha devastato la struttura, sopraffacendola, e rifiorendo ogni anno a riprova della sua cruenta superiorità. Ci sono delle vecchie pietre che ospitano all’interno delle proprie fessure piccoli cespugli di piante forti e vitali, che assieme a loro sembrano quasi irridere alle difficoltà della vita. Poi ci sono i muschi e i licheni, meravigliosi, che creano nuova pelle ai materiali duri e ostici che avvolgono.

Bruno Magnolfi



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