mercoledì 4 febbraio 2009

4 febbraio 2009


           
            Osservando le strade poco per volta, capita anche di incontrare certe persone delle quali non si riesce neppure ad immaginare la personalità. Qualcuno cammina lentamente, sopra al grigio marciapiede, con gli occhi bassi, perso in chissà quali pensieri, stando ben attento al proprio cammino ed a nient’altro. Attorno a lui, le pietre, l’umidità della notte, le luci dei lampioni, ne avvolgono la fisionomia in un insieme completo e indissolubile. Alcuni fischiano a se stessi una vecchia canzone, dipanandone i tempi e rompendone gli schemi, attenti a non inciampare sul selciato ricco di sconnessioni e di fessure. Altri cercano attorno qualcosa che sta solo dentro se stessi, e annusano l’aria fresca e umida cercando una traccia da seguire, un elemento nuovo di cui fidarsi. Poi ci sono quelli che girano le strade in compagnia. Alcuni parlano con la voce alta che rimbalza sopra le facciate dei vecchi palazzi del centro. Dicono cose di poca importanza, cose sciocche, ma per scelta, per evitare di appesantire la fine tenue di una qualsiasi giornata. E parlano di se stessi, spesso, dicono quello che hanno visto, che hanno già detto, o che hanno pensato, e si trovano in accordo con i loro interlocutori fortunati, che dicono di sì con la testa, e a volte ridono, perché è solo ridendo che si può superare questa lentissima agonia.

Bruno Magnolfi





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