Osservando
le strade poco per volta, capita anche di incontrare certe persone delle quali
non si riesce neppure ad immaginare la personalità. Qualcuno cammina
lentamente, sopra al grigio marciapiede, con gli occhi bassi, perso in chissà quali
pensieri, stando ben attento al proprio cammino ed a nient’altro. Attorno a
lui, le pietre, l’umidità della notte, le luci dei lampioni, ne avvolgono la
fisionomia in un insieme completo e indissolubile. Alcuni fischiano a se stessi
una vecchia canzone, dipanandone i tempi e rompendone gli schemi, attenti a non
inciampare sul selciato ricco di sconnessioni e di fessure. Altri cercano
attorno qualcosa che sta solo dentro se stessi, e annusano l’aria fresca e
umida cercando una traccia da seguire, un elemento nuovo di cui fidarsi. Poi ci
sono quelli che girano le strade in compagnia. Alcuni parlano con la voce alta
che rimbalza sopra le facciate dei vecchi palazzi del centro. Dicono cose di
poca importanza, cose sciocche, ma per scelta, per evitare di appesantire la
fine tenue di una qualsiasi giornata. E parlano di se stessi, spesso, dicono
quello che hanno visto, che hanno già detto, o che hanno pensato, e si trovano
in accordo con i loro interlocutori fortunati, che dicono di sì con la testa, e
a volte ridono, perché è solo ridendo che si può superare questa lentissima
agonia.
Bruno Magnolfi
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