Seduto in un
bar all’aperto Renato osserva la strada. Non c’è niente da vedere, se non la
polvere accumulata sui bordi, e le auto che ogni tanto transitano da li, come
fossero impegnate nella invariabile ricerca dell’introvabile. Il cameriere,
disimpegnato dal locale deserto, si fa sulla porta, dice: è una giornata
allentata, e sorride. Renato lo guarda, chiede un altro caffè, poi si corregge:
un succo di frutta, alla pesca. Dovrebbe andarsene, pensa, fare qualcosa, ma si
sente indeciso su tutto, non riesce neppure a immaginarsi qualcosa di positivo.
Il cameriere
lo serve, lui resta immobile, pensa che il tempo gettato via in quella maniera
non tornerà mai, poi si accende una delle sue sigarette. Un’auto si ferma a tre
o quattro metri, una donna chiede un’informazione qualsiasi, Renato indica con
la mano qualcosa, senza parlare, quella riparte con un grazie sbiadito. Il
caldo del pomeriggio si fa sentire, un isolato più avanti c’è il mare, ogni
tanto se ne avverte il profumo, pur nella calma di vento.
Non succederà
niente, non può succedere niente, pensa lui senza sorpresa. Poi si alza da
quella sedia, tira fuori di tasca qualche moneta e paga le sue consumazioni,
quindi si volta, inizia a camminare lentamente nella stessa direzione che ha
indicato alla donna dell’auto, e va avanti, quasi senza pensieri. Raggiunge la
piccola chiesa bianca dei marinai, lungo la via, e dietro l’angolo vede la
macchina parcheggiata accanto al marciapiede. La donna sta uscendo dal portone
di una delle case poco distanti, lo vede, sorride, dice qualcosa che Renato non
riesce a comprendere. Lei passa da dietro alla sua vettura, apre lo sportello,
si volta di nuovo, ha forse bisogno di un passaggio? dice con lo sguardo più
serio.
Lui prosegue a
camminare verso la donna, non le risponde, ma arriva allo sportello dell’auto
accanto al marciapiede, si ferma appena un secondo, lo apre e si mette seduto.
Lei avvia il motore, innesta la marcia e guarda la strada mentre la sua vettura
va avanti diritta. Dove andiamo?, gli fa. Non saprei, dice lui, mi basta
muovermi un po’, scoprire che questa giornata ha un qualche senso, che la vita
non è fatta soltanto per vegetare e perdersi nell’attesa di niente, o del
vento.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento