Senza
alcuna fretta, lei era quasi arrivata nei pressi di casa sua, salvo accorgersi,
quando aveva ormai tirato fuori le chiavi dalla sua borsa, che non aveva
affatto voglia di rientrare tra le sue stanze, e che comunque, secondo il suo
modo in fondo ordinario di pensare le cose, poteva anche trovare una soluzione
che fosse in qualche maniera alternativa a ciò che faceva ogni giorno. Si era
giusto fermata un momento a riflettere su questo, ma soltanto per rendersi
conto, quasi d’istinto, che se toglieva qualche certezza dai suoi
comportamenti, la casa, l’orario in cui rientrava, tutto ciò che era
conseguenza diretta di questi elementi, i suoi fondamentali oscillavano
paurosamente, fino a toglierle gran parte della sua identità.
Rimase
immobile soltanto per un attimo, poi si diresse, come improvvisamente attratta
da qualcosa che pareva superare ogni indugio, verso la vetrina di un negozio
poco lontano, cercando di immaginare una se stessa ben separata da ciò che
stava effettivamente facendo, impegnata nei comportamenti abitudinari che
avrebbe effettivamente dovuto svolgere in quel preciso momento, gli stessi di sempre,
proprio negli attimi in cui tornava a casa dopo il lavoro, e le parve, mettendo
a fuoco con sguardo leggermente distante tutta quella sua parte di esistenza
trascorsa fino ad allora forse in maniera fin troppo acritica, che quei suoi
modi di essere e di comportarsi le risultavano adesso quasi privi di senso.
Non
si trattava di aver maturato idee precise su ciò che intendeva proporsi, ma era
come se non avesse mai pensato in maniera seria e profonda ai suoi
comportamenti, tanto da sentirsi improvvisamente vuota, trasparente, una
nullità, in qualche maniera, confusa in mezzo a tutti gli altri cittadini che
transitavano sui marciapiedi e lungo le strade di tutto il quartiere. Tentava,
senza crederci troppo, di immaginare qualcosa che riuscisse a portarla via da
dove si trovava, verso qualcosa che non le fosse usuale, un luogo sconosciuto,
per esempio, oppure una zona della città dove non era mai stata, e quasi
seguendo un automatismo, si era già incamminata per raggiungere il luogo a cui
aveva pensato.
Avrebbe
forse voluto salire su un autobus, lasciarsi trasportare fino al capolinea, ritrovarsi
magari in una zona periferica qualsiasi della città, ma la sola maniera in cui
riusciva ad esercitare i suoi desideri, era quella di camminare lentamente
lungo quel marciapiede, senza chiedersi niente. Infine, rispondendo ad un’altra
esigenza, era entrata dentro un caffè, si era seduta ad un tavolino, aveva
spiegato al cameriere che aveva bisogno di un tè, parlando in modo quasi
meccanico, senza neppure riflettere su ciò che desiderava davvero. Un uomo, da
dietro al giornale che stava leggendo, l’aveva osservata, e nel suo spaesamento
lei aveva addirittura pensato che poteva essere lui, in qualche maniera, il suo
salvatore, la persona estranea che, proprio per questo, poteva avere
l’obiettività sufficiente a spiegarle che cosa effettivamente stava accadendo. L’uomo
aveva sorriso, anche senza manifestare una grande convinzione in ciò che
cercava di farle intendere, e lei aveva detto: mi scusi, oggi è un giorno un
po’ strano, mi sento confusa. Non importa, aveva subito detto quel signore
guardandola; certe volte dobbiamo lasciare che le cose vadano avanti da sole,
senza necessità di nient’altro, come se soltanto cedendo almeno qualche volta
ai nostri capricci, si fosse capaci di essere delle vere persone.
Poi,
aveva ripiegato il giornale, era andato verso di lei, e quell’uomo distinto,
fermo, in piedi dritto davanti a lei, le aveva sorriso di nuovo, e aveva aggiunto
soltanto: arrivederci, uscendo subito dopo da quel locale senza neppure voltarsi.
Lei era rimasta a sorseggiare il suo tè, aveva guardato qualcosa fuori dalle
vetrine, infine aveva pagato il cameriere, riprendendo con calma la strada per
casa sua. Molte cose dovranno cambiare, aveva pensato, dovrò prendere a breve
decisioni importanti; e infine aveva lasciato che le persone sul marciapiede
l’accogliessero come una di loro, senza nessuna differenza.
Bruno
Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento