Ho impiegato molto tempo per abituarmi. Non perché il susseguirsi di queste
monotone giornate fosse per me qualcosa di poco congeniale, quanto perché avevo
sempre pensato a qualcosa d'altro, anche se adesso non saprei neppure dire che
cosa di preciso. Sto fermo dentro a questo chiosco di giornali presso un
importante incrocio di strade e di marciapiedi della mia città. Sono i miei
capi naturalmente che si occupano di tutto: dei fornitori, di cosa mettere in
bella vista, dei resi, ed io rimango qui soltanto durante alcune ore del
giorno, quando loro sono a riposarsi oppure a fare anche altre cose che a me
non merita sapere. Mi lasciano qui durante quel pugno di ore più morte, quando
puoi vederti arrivare davanti giusto qualche anziano per acquistare una rivista
o un giornaletto, e dopo basta. Così spesso mi annoio, e spero sempre succeda
almeno qualcosa che mi faccia terminare presto il mio orario di lavoro.
Di gente se ne muove parecchia intorno a me, è sempre un turbinio di
macchine davanti a questa edicola, ma di tutte queste vetture rombanti non se
ne trova mai qualcuna che abbia voglia di fermarsi per acquistare qualche cosa.
Così, giusto per far passare meglio il tempo, mi sono messo qualche giorno fa a
contare quante vetture di colore rosso potessero riuscire a transitare nello
spazio di in un'ora intera, e dopo ciò ho fatto anche il conteggio di quelle di
colore bianco, poi di quelle nere, delle gialle, dei modelli più comuni, dei
più rari, dei motorini, delle biciclette, e così via. Qualche cliente del
chiosco, naturalmente, è arrivato sempre nel momento meno opportuno, quando
tutto sembrava fatto apposta per farti perdere il conteggio, ma con qualche
stratagemma sono riuscito quasi sempre a cavarmela, anche se in qualche caso ho
dovuto ricominciare tutto da capo.
Un pensionato poi mi ha chiesto cosa mai stessi facendo, e lui si è subito
reso disponibile per aiutarmi, perciò gli ho dato un foglio ed anche un lapis,
ed ho lasciato che contasse come me anche lui i flussi del traffico. In pochi
giorni i pensionati sono diventati cinque, e siccome le notizie poco importanti
girano più in fretta di qualsiasi altra cosa, a decine hanno iniziato a farsi
avanti per questa attività quasi senza scopo. Per ingraziarsi la mia
benevolenza però tutti sono arrivati al chiosco acquistando un giornale o una
rivista, e quindi le vendite nelle ore morte dell’edicola in pochi giorni hanno
registrato un’impennata, tanto che per far fronte a tutti i nuovi clienti ho
dovuto lasciare i miei conteggi praticamente in mano alla folla dei miei aiutanti,
peraltro felici di essere utili a qualcosa.
Uno del comune poi è venuto da me per dirmi senza mezzi termini che quei
conteggi sarebbero stati molto utili a loro dell’ufficio per la mobilità, così
mi ha fatto un'offerta per avere i totali dei passaggi automobilistici divisi
nei giorni per orari e direzione, ed io naturalmente ho accettato tutto quanto,
esagerando l’importanza del mio compito e dei dati, sottolineando che solo uno
come me riesce a quantificare esattamente da questa posizione di privilegio le
cifre precise. Gli aiutanti sono diventati così un numero discreto, tutti
dislocati intorno al chiosco, foglio di carta e lapis in mano, qualcuno
portandosi una seggiola da casa, pronti a mettere una lineetta nuova ad ogni
passaggio da registrare.
Naturalmente ho dovuto arrabbiarmi con qualcuno, generalmente poco preciso
nel memorizzare tutte le cose, o anche poco preciso semplicemente nel segnarle
sopra al foglio, perciò sono stato anche costretto a sostituirne uno o due che
magari si occupavano dei furgoni chiusi, inserendo al loro posto chi forse
prendeva nota solamente dei taxi, ed in questa maniera mi sono fatto un elenco
esatto dei pensionati che proprio per merito potevano aspirare alle liste
maggiormente ambite tra tutte le altre.
Ma alla fine sono arrivati anche i miei capi; mi hanno detto in due parole
che mi ero approfittato della posizione di privilegio che mi avevano concesso, e
che adesso dovevo proprio andarmene, a meno che non avessi accettato il lavoro
mattiniero di scaricatore dei pacchi dei quotidiani dai furgoni. Mi sono
arreso, era evidente, non avevo scelta, ma ho lasciato ai miei aiutanti il loro
compito guadagnato ormai sul campo, semplicemente distanziando di qualche metro
da questo chiosco ognuno di loro, così che tutto quanto alla fine pare adesso filare
proprio bene, visto che per me si è anche aperto inaspettatamente un importante
credito d’esperienza nei confronti del comune.
Bruno Magnolfi
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