Lei si sente
preoccupata. Non per quello che potrà essere domani o tra qualche tempo; ma
soltanto perché l'andamento generale delle sue recenti giornate la costringono
sempre di più a pensare soltanto a se stessa, spesso anche per una sorta di autodifesa, invece di preoccuparsi soprattutto degli altri come
avrebbe sempre voluto. Si guarda attorno e scopre
quasi in ogni momento che tutti sono come rannicchiati in se stessi, qualcuno
difendendo le proprie posizioni, altri giustificando le scelte, oppure motivando
in qualche modo il loro personale
passato, e in ogni caso prendendo in considerazione
solamente chi adotta quel medesimo comportamento, costringendo chiunque ad
accogliere addirittura lo stesso linguaggio che lascia esprimere le persone quasi
esclusivamente in termini coniati soltanto al singolare.
Sonja si ritrova
ultimamente da sola a guardarsi dentro lo specchio, cosa che ha sempre fatto
poco in tutto il resto della sua vita, per cercare di leggere la sua vera
espressione, quella che forse vedono gli altri quando si lascia andare a
qualche commento, e poi ad analizzare il suo sguardo, la sua faccia, le sue
piccole rughe, addirittura i capelli, per comprendere meglio qualcosa di sé, un
argomento che forse ha sempre un po’ tralasciato. Le dicono sempre più spesso
che sono d’accordo con lei, oppure che non lo sono per niente, ma motivando
ogni pensiero che hanno loro dentro
la testa in dei termini esclusivamente individuali,
il più delle volte addirittura sfuggendo in questo modo alla matrice vera che
ha definito la maggior parte delle decisioni che lei si è sentita di prendere, nell’arco di tutto il periodo da quando ha
fondato, insieme a tutti gli altri, il circolo
culturale “Victor Jara”. Secondo lei una
qualsiasi cosa da dire, un’affermazione, sciocca
o importante che sia, ha semplicemente valore in se stessa, non in funzione di
chi la sta esprimendo; ma questa idea sembra ormai superata.
Pare incredibile
che oggi sia diventato quasi assente un punto di vista maggiormente collettivo,
quello che aveva praticamente definito tutte le prime decisioni del circolo, ed
in virtù del quale sembrava avere senso rivendicare uno spazio reale di
oggettività, un bisogno di condivisione del presente con tutti coloro che avevano
voluto aderire all’idea principale di fondo. I tempi sono cambiati, si è spesso azzardato a dire qualcuno in proposito,
nonostante riflettendoci sopra sia parso
impossibile poter perdere in questa maniera e rapidamente certi fondamentali
ideali. Ma tant’è, si prendono in considerazione soltanto
gli atteggiamenti maggiormente superficiali, e spesso si tralascia proprio l’analisi
della concretezza dei fatti.
Sonja sa di sentirsi piuttosto sconfortata,
quando si trova di fronte in maniera evidente queste semplici e fondamentali
evidenze, eppure è disposta a dare battaglia ed a tentare di portare chiunque a
migliori consigli, naturalmente con l’aiuto degli altri che pensano le sue
stesse cose. Ma l’amarezza che prova le risulta difficile da condividere
davvero con chi le sta accanto, perciò si sente sempre più sola, quasi isolata
in una comunità che certe volte avverte distante, respingente, diversa,
nonostante in questa fase, considerate tutte le condizioni in cui si trova ad
operare, non possa far altro che prendere atto della realtà.
Bruno Magnolfi