Oltre
questi giorni segnati già dall’inquietudine, potrebbe esserci qualcosa di
estremamente positivo, una rinascita incredibile, un cambiamento estremo naturalmente
in meglio, capace di far addirittura ridere chiunque attorno alla scarsa
fiducia che si avverte nel presente riguardo al prossimo futuro. Nel circolo
intanto ci si tiene la testa con le mani, e tutti comprendono di essersi
esposti persino troppo con il resto della cittadinanza, sbandierando con estrema
sicurezza la fiducia negli immediati risultati di tutto il loro impegno,
mostrando in questo modo soltanto una certa debolezza, ed una esagerata
convinzione nelle proprie possibilità.
La
data di uscita del primo numero di “Victor” infine, è stata ormai decisa, e si
lavora in questi ultimi giorni alla sua impaginazione, scegliendo con estrema cura
le cose migliori e più d’impatto sul lettore, da evidenziare e mettere in
risalto rispetto a quelle da usare come una sorta di ordinario riempimento.
Sarà un numero zero, di pura prova, e le aspettative per alcuni sono ormai
giunte ad un livello tale che immancabilmente potranno mostrare subito dopo
soltanto delusione riguardo ai risultati. Sonja prosegue a guardare avanti,
come sempre, e cerca di sganciarsi per come può dal progetto generale,
ritornando frettolosamente ad interessarsi delle tradizionali attività del
circolo, in modo da non puntare tutto quanto sul giornale, e tentando di
lasciare per tutti i soci una qualche via di fuga, se qualcosa davvero andasse proprio
male.
C'è una strana aria di attesa nel
paese, e gli argomenti che si affrontano nei capannelli lungo il corso sono i
soliti, generici, i medesimi di sempre. Si parla del paese, degli individui più
particolari che in giro magari si vedono di rado; si dice che la stagione non
si è certo rimessa, il vero inverno non è ancora arrivato, e qualcuno spiega di
preferire il freddo piuttosto a questa pioggia continua e fastidiosa. Della
coppia appena composta praticamente non si parla quasi più, anche perché Carlo
e Sonja recentemente non si sono più fatti vedere insieme a spasso per le
strade. Loro si sono comunque incontrati qualche altra volta, ma con minore
assiduità, forse proprio per non bruciare troppo in fretta quell’entusiasmo che
in un primo tempo avevano mostrato.
Così arriva Virginia, la
bibliotecaria comunale, in un pomeriggio qualunque, entrando dentro al circolo
culturale mentre Sonja sta china alla propria scrivania a sistemare le ultime
cose della sua rivista. “Anche se il giornale sarà distribuito soltanto tramite
dei volontari, devi imporre un prezzo da far pagare a chi vorrà averla ed anche
leggerla”, dice lei con impeto. “In questo modo potremo tenerne qualche copia
anche noi nella biblioteca, e magari potrai metterla in vendita anche presso qualche
negozio maggiormente in vista, e proprio il pagamento di ogni copia mostrerà ad
ognuno il suo valore”. L’altra la guarda per un attimo. “Non avevo riflettuto a
questo aspetto”, dice la presidente del circolo culturale; “però ritengo ci sia
del vero in ciò che dici. Avevamo pensato di donarla per farne circolare un
numero maggiore di ogni numero in uscita, ma adesso che me lo fai notare in
questo modo è come regalare carta straccia ai più, che appena voltato l’angolo
infileranno i fogli dentro al primo cestino di immondizia”.
“Si potrebbe offrire gratuitamente
il numero zero, e forse anche il primo vero numero, stampando comunque sulla
copertina il suo prezzo reale, in modo da far comprendere a tutti che c’è del
lavoro dietro ad una pubblicazione di questo genere, ed in seguito applicare a
tutti coloro che si saranno affezionati alla rivista quella stessa tariffa,
naturalmente da tenere piuttosto bassa, e chiedere casomai un’offerta per il
sostegno della sua pubblicazione”. “Bene”, dice Virginia, "io ci credo
molto in questo tuo progetto, perciò devi impegnarti al massimo per avere un
valido risultato, in modo da non ritrovarti mai ad essere dispiaciuta per non
aver tentato qualsiasi possibilità”.
Bruno Magnolfi
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